Recensione Death games

L'inedito Kellan Lutz in dvd

Recensione Death games
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Il grandissimo Samuel L. Jackson, protagonista di Pulp fiction (1994) e Snakes on a plane (2006), è Logan, sadico uomo d'affari che ha creato un impero grazie a un sito che mostra sanguinosi incontri tra gladiatori.
Il Kellan Lutz della serie Twilight, invece, concede anima e, soprattutto, corpo a David Lord, vigile del fuoco di Denver che viene fatto rapire dall'uomo per costringerlo a combattere per la propria vita e che, per potersi comprare la libertà, si trova inevitabilmente a dover accettare di partecipare a una serie di scontri mortali.
Sono loro i personaggi principali dell'esordio registico di Jonah Loop, effettista dalla già collaudata carriera (Transporter: Extreme e La leggenda degli uomini straordinari nel curriculum), da non confondere con l'omonima pellicola diretta nel 2002 da Geraldine Creed e il cui titolo originale, curiosamente, è Arena, come il fanta-movie di Peter Manoogian prodotto nel 1989 dalla mitica Empire pictures di Charles Band.
Già, curiosamente perché, man mano che il numero dei morti cresce e il protagonista si mostra sempre più vicino alla ribellione, è proprio il cinema sfornato dal citato, degno erede di Corman a tornare alla memoria, fatto di pochi ambienti spesso chiusi e di campi di ripresa quasi sempre ristretti.

Il dvd

Del resto, un po' come tutta la produzione di Mr. Band, è di un lungometraggio realizzato direttamente per il mercato dell'home video che stiamo parlando, con un'idea di partenza sotto certi aspetti simile a quelle sfruttate da Mark Neveldine e Brian Taylor nel loro Gamer (2009) e da Paul W.S. Anderson nel suo Death race (2008).
Non a caso, se la pellicola in questione è facilmente accomunabile alle due appena citate anche a causa dell'evidente attacco al perverso meccanismo acchiappa-spettatori quotidianamente sfoggiato dai reality show, non dobbiamo dimenticare che a firmarne lo script è lo stesso Tony Giglio che ha curato anche le sceneggiature dei due sequel del film di Anderson.
Detto questo, con il Derek Mears che ha incarnato il sanguinario Jason Voorhees nel remake di Venerdì 13 impegnato a vestire i panni di uno dei pericolosi sfidanti e il mitico James Remar de I guerrieri della notte (1979) e Mortal kombat-Distruzione totale (1997) coinvolto in una piccola parte, circa novanta minuti di visione al cui interno non è certo il movimento a risultare grande assente.
Fino a una tutt'altro che aspettata rivelazione finale, mentre veniamo spinti di sicuro a non fidarci di quel "Visione in presenza di un adulto" riportato dietro la fascetta del dvd; perché lo spettacolo in questione non solo ci va giù di brutto per quanto riguarda splatter e violenza (squartamenti e decapitazioni sono il piatto forte), ma riserva addirittura un nudo frontale integrale di Katia Winter.
Peccato soltanto per la totale mancanza di contenuti extra nel disco edito da Sony Pictures Home Entertainment, tra le poche label tricolori capaci di proporre inediti a basso costo che possono tranquillamente reggere il confronto con i tanti blockbuster da grande schermo. Proprio come nel caso del film di Loop.

Death games Seppur senza l’ombra di contenuti speciali, Sony Pictures Home Entertainment lancia su dvd italiano questa produzione realizzata direttamente per il mercato dell’home video che, con Samuel L. Jackson e Kellan”Twilight”Lutz protagonisti, segna l’esordio alla regia per l’effettista Jonah Loop. Un movimentato e coinvolgente attacco al perverso meccanismo dei reality show che, ricordando di sicuro diverse fanta-produzioni più grosse d’inizio XXI secolo, sfoggia comunque un look che gli avrebbe tranquillamente consentito di essere sfruttato sul grande schermo. Con inaspettate dosi di splatter e violenza.

6

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