Daughter of the Wolf, la recensione del film con Gina Carano

In quest'action-thriller di produzione canadese, Gina Carano interpreta una combattiva madre in missione per salvare il figlio rapito.

Daughter of the Wolf, la recensione del film con Gina Carano
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Il grande pubblico l'ha definitivamente scoperta per la sua partecipazione a The Mandalorian, serie TV ambientata nell'universo di Star Wars che sbarcherà in Italia a marzo sulla piattaforma di streaming Disney+. Ma gli appassionati del cinema d'azione la conoscono già da anni come una delle poche bad-ass women della scena contemporanea, capace di unire una prorompente fisicità a un'attitudine da dura e pura senza compromessi. D'altronde Gina Carano, attrice trentasettenne, con una quindicina di apparizioni sul piccolo e grande schermo ha lasciato il segno nel moderno genere di serie B.
È comparsa in blockbuster di successo come Fast & Furious 6 (2013) e Deadpool (2016), successive al suo esordio "d'autore" con Steven Soderbergh nel godibile Knockout - Resa dei conti (2011). L'attrice texana nel 2019 ha girato anche questo Daughter of the Wolf, action-thriller dove le sue qualità da moderna eroina senza compromessi vengono ancora una volta alla luce.

L'ora del lupo

La Carano interpreta qui Clair Hamilton, veterana di guerra che ha da poco fatto ritorno a casa per la morte dell'anziano genitore, scomparso in circostanze non del tutto chiare. La donna deve ora prendersi cura del figlio adolescente Charlie, cresciuto dal nonno e con il quale scorrono attriti dovuti ai suoi lunghi periodi di lontananza. Proprio mentre cerca di ricostruire il rapporto con il ragazzo, questi viene rapito allo scopo di chiedere un ingente riscatto: durante il presunto scambio le cose non vanno però come previsto e i membri della banda di sequestratori vengono uccisi uno dopo l'altro da Clair.
Solo uno dei criminali, Larsen, sopravvive, e la protagonista inizia con lui una caccia all'uomo nelle foreste innevate per scoprire dove abbiano nascosto il figlio. Charlie nel frattempo si trova sotto la custodia di altri componenti della banda, capeggiata da un anziano leader soprannominato "Father" (padre), che nasconde precise motivazioni dietro al rapimento.

Una narrazione poco verosimile

Il film è stato girato nei boschi innevati della British Columbia, in Canada, e l'ambientazione gelida e selvaggia è uno degli elementi fondamentali della narrazione stessa, come suggerisce anche il titolo. Nelle fitte foreste proprio la presenza dei lupi gioca un ruolo chiave nello sviluppo di certe dinamiche, epilogo in primis. Ciò che sulla carta si sarebbe potuto trasformare in un affascinante legame dal taglio mistico-ancestrale, finisce invece al centro di sviluppi forzati e improbabili, caratteristica che permea gran parte dei novanta minuti di visione.
La sceneggiatura si rivela ricca di buchi e incongruenze e il cast tenta di colmare con il proprio carisma le falle dei relativi personaggi: se la Carano si presta a un ruolo soprattutto fisico, più sfumata è invece la performance di Brendan Fehr nei panni di Larsen, mentre un attore di razza quale Richard Dreyfuss risente del peso di un villain troppo caricaturale nei suoi eccessi.

La prima metà del film si risolve così in un inseguimento infinito a piedi, con situazioni al limite dell'assurdo tra esplosioni, laghi ghiacciati e crepacci che complicano non poco la vita alla protagonista, mentre la seconda prova a offrire qualche sussulto drammatico in più che giustifichi almeno in parte le mosse delle varie figure coinvolte.
Se dal punto di vista ludico sono presenti un paio di sequenze discretamente realizzate, a mancare a Daughter of the Wolf è un'identità concettuale degna di nota e lo script sembra unicamente indirizzato a offrire rese dei conti e scene action gratuite che trascinano stancamente l'operazione fino ai titoli di coda.

Daughter of the wolf Gina Carano ha il giusto physique du rôle, confermandosi una delle migliori figure femminili del moderno cinema d'azione di genere, e ideale corpo filmico per revenge-story o thriller che strizzano l'occhio ai B-Movie. Daughter of the Wolf,però, pur nel suo tentativo di approcciarsi al filone con una robustezza old-school, non convince pienamente. I demeriti dell'operazione risiedono in particolar modo nella gestione narrativa, con una sequela di forzature e risvolti al limite dell'assurdo nella missione della protagonista, veterana di guerra pronta a tutto pur di salvare il figlio rapito da una banda di criminali con un carismatico e anziano leader. Se una manciata di sequenze action risultano discretamente appaganti per il pubblico di riferimento, è il resto a fare acqua da tutte le parti, con tanto di improbabile legame pseudo-ancestrale tra l'eroina e i lupi selvaggi. Il film andrà in onda domenica 9 febbraio alle 21.10 su RAI4 in prima visione assoluta.

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