Darkland, la recensione del film di Fenar Ahmad

Un rispettato chirurgo di origini irachene si trasforma in uno spietato vendicatore per farla pagare agli assassini del fratello minore.

Darkland, la recensione del film di Fenar Ahmad
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Zaid è un rispettato chirurgo di origini irachene, da ormai trent'anni residente insieme alla famiglia in Danimarca. L'uomo è prossimo ad avere un figlio, con la compagna incinta di qualche mese, e la sua carriera professionale va a gonfie vele. Lo stesso non si può dire per il fratello minore, Yasin, di appena vent'anni, invischiato nei giri dello spaccio.
Proprio il consanguineo partecipa a una rapina che non va a buon fine e si trova a dover saldare un ingente debito a un boss locale, che ora è pronto a fargliela pagare cara. In Darkland il ragazzo cerca così aiuto e protezione da Zaid, il quale però (impegnato a una cena con ospiti e colleghi) lo caccia in malo modo rifiutando le sue richieste.

Qualche giorno dopo Yasin viene ricoverato d'urgenza in ospedale per delle gravi ferite provocate da un violento pestaggio e, quando rimane in coma senza possibilità di riprendersi, Zaid decide di staccare la spina. La morte del fratello lo ha però scosso nel profondo, impedendogli di ritrovare la serenità passata per via dei sensi di colpa e insinuando in lui un sentimento di vendetta che, complice anche la gioventù passata in bande locali, lo porta a farsi giustizia da solo quando le indagini della polizia, disinteressata al caso, brancolano nel buio.

Straniero in terra straniera

Il regista Fenar Ahmad è nato in Repubblica Ceca da genitori iracheni, salvo poi trasferirsi in Danimarca e ottenere la cittadinanza scandinava: un percorso etnico variegato le cui influenze si riflettono anche nel suo secondo lavoro per il grande schermo, ambientato proprio nella terra d'adozione che vede al centro della vicenda un chirurgo integrato di origini mediorientali.
Darkland è un classico revenge-movie che segue la migliore tradizione del genere, secco e brutale al punto giusto nel raccontare il tortuoso percorso di vendetta intrapreso dal protagonista, la cui vita apparentemente perfetta va in frantumi dopo il brutale omicidio del fratello, invischiato in giri loschi.

Sin dal prologo, in cui la skyline cittadina intravista dalle riprese aeree vede un lento avvicinamento alla macchina dello sfortunato fratello, il contesto ambientale diventa un tutt'uno con i passaggi clou del racconto, sia per ciò che concerne le scene in esterna che quelle in spazi chiusi: ascensori, infiniti piani di scale, stanze d'ospedale creano un'atmosfera sfuggente e tensiva al contempo, prossima a deflagrare nei toni sempre più drammatici che prenderanno gli eventi.

Highway to hell

Pur al netto di qualche forzatura narrativa e alla caratterizzazione senza mezze misure del vendicatore, le cui gesta coinvolgono anche figure innocenti (elemento questo che va a indagare sulla complessa etica della giustizia privata), le due ore di visione possiedono una sanguigna brutalità che trova adeguato supporto da dinamiche action sobrie e dirette, prive di inutili virtuosismi ma bensì catalizzate sul risultato.

Il protagonista, vestito di nero, con il grasso in faccia a nasconderne i lineamenti e una moto altrettanto dark, è la perfetta incarnazione del prototipo e le numerose scene notturne in cui questo è coinvolto sono il consono palcoscenico per la sua personalissima missione.
Anche l'epilogo pone ulteriori spunti di riflessione e lo sguardo finale, prima dei titoli di coda, con cui l'attore Dar Salim (ottima e solida interpretazione, la sua) si rivolge al pubblico in un rapido ma incisivo tentativo di sfondare la quarta parete, sembra chiedere "Voi al posto mio che avreste fatto?" e "Ne è valsa la pena?", lasciando proprio allo spettatore l'ardua sentenza.

Darkland Un rispettato chirurgo di origini irachene, residente fin da piccolo in Danimarca, vede tutte le sue certezze andare in frantumi alla morte del fratello minore, brutalmente ucciso da un giro malavitoso nel quale era invischiato. Tra paranoie sparse e un senso di impotenza che sembra complicare la sua vita coniugale e professionale, il protagonista comprende come solo la vendetta possa ricondurlo alla pace interiore, ma il percorso per farsi giustizia da solo sarà arduo e costellato di perdite. In Darkland la classica struttura da revenge-movie è rispettata in pieno, con una predilezione per atmosfere noir che caratterizzano anche il suggestivo contesto ambientale, in interni o esterni che sia. Le solide interpretazioni del cast, protagonista in primis, e l'efficace regia ,che va al sodo con una lodevole durezza d'intenti, rendono le due ore di visione avvincenti al punto giusto per il relativo pubblico di riferimento, con un paio di spunti di riflessione che cercano risposte nell'amaro epilogo. Il film andrà in onda venerdì 19 aprile alle 21.10 su RAI4 in prima visione assoluta.

7

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