Recensione Daddy sitter

Robin Williams e John Travolta nella classica commedia all-family

Recensione Daddy sitter
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Puntuale come ogni anno ecco arrivare l'ennesima commedia all-family a base di bambini. Niente di nuovo sotto il sole verrebbe da dire, ma quanto meno Daddy Sitter (titolo italiano, in inglese, che snatura l'originale Old Dogs...i misteri delle traduzione paiono infiniti per i distributori italiani) , diretto da Walt Becker, il regista di Svalvolati on the road, può vantare la presenza di due pezzi grossi come John Travolta e Robin Williams, non nuovi al genere potendo vantare un passato glorioso nel quale basterebbe citare, tematicamente parlando, la saga di Senti chi parla e Mrs. Doubtfire. Credenziali che, se non affidate a mani incapaci, dovrebbero garantire almeno un minimo di divertimento, visto le leggendarie doti comiche di Williams (un pò in appanno a dire il vero nell'ultimo decennio) e il gustoso approccio ai ruoli ironici che ha saputo mostrare il febbricitante sabatale, da Get Shorty in poi. Due glorie (vecchie ma non troppo) che sembra si siano divertite parecchio a girare questo film, che Travolta ha visto come un'occasione per distrarsi (e allo stesso tempo ricordare con tenerezza) dal pesante lutto che ha colpito la sua famiglia, con la morte del figlio Jett a inizio 2009 per la sindrome di Kawasaki, e non è un caso la presenza della moglie Kelly Preston e della figlia Ella Bleu nel cast. I risultati però non sono stati quelli sperati, e a conferma di ciò è arrivata anche la nomination nella cinquina di peggior film dell'anno dei Razzies Awards.

Old dogs, old ideas...

Dan (Robin Williams) e Charlie (John Travolta) sono migliori amici da una vita, sempre trascorsa insieme tra mille avventure. I due lavorano in un importante agenzia di cui sono proprietari, e hanno davanti a loro l'occasione di coronare il sogno di una vita: un cruciale accordo con una ditta giapponese con sede a Tokyo è infatti alle porte. Quando tutto sembra andare per il verso giusto, la vita di Dan viene improvvisamente scossa: dal suo passato, esattamente sette anni prima, ricompare Vicky (Kelly Preston) una sua vecchia fiamma che gli rivela di essere padre di due gemelli, un bambino e una bambina, nati dopo la notte d'amore di quella notte. La donna si è rivolta dopo cosi tanto tempo proprio all'ignaro padre dei suoi figli poichè l'attendono due settimane di carcere e chiede all'ex compagno se può badare alla prole durante questo breve periodo. Inizialmente spiazzato dall'evolversi degli eventi, Dan accetta l'incarico e con l'aiuto di Charlie, decide di occuparsi dei bambini. Ma non è facile per due irriverenti scapoli, per di più alle prese con l'impegno lavorativo più importante della loro carriere, tenere a bada i pargoli, che li metteranno loro malgrado più volte nei guai. E alla fine la coppia di amici si troverà davanti a una scelta...Come già detto prima, niente di nuovo sotto il sole. La storia è quanto di più banale possa esser partorito da uno sceneggiatore in crisi di idee, già vista e rivista decine di volte dal fotocopiato cinema americano di genere. Tutto, dai risvolti morali sino alla prevedibilità di certe situazioni, è telefonato e ricca di clichè fin troppo abusati. Per la serie uomo avvisato mezzo salvato, chi è in cerca di novità del mezzo cinematografico come mezzo d'espressione artistica, si tenga ben lontano dal film di Becker. Altresì chi ha poche pretese, magari un genitore in cerca di divertimento per i propri figli, potrebbe trascorrere un'ora e mezzo piacevolmente, con una baby comedy che più classica non si può, ma che ha degli (due) assi nella manica. Naturalmente stiamo parlando della coppia protagonista, ed è proprio nel riuscito connubio tra Travolta e Williams che la pellicola colma in parte le sue enormi lacune. Interpreti di due personaggi assai diversi, ma in stretta simbiosi, i due attori sono il vero valore aggiunto e garantiscono con le loro espressioni e la loro fisicità qualche gustosa risata. Il buon John appare in strabiliante forma, caratterizzando ottimamente un personaggio esuberante e "provolone", in perfetto contrasto con quello dell'ex old-Peter Pan, che si ritrova a seguire l'amico come fosse una vera e proprio guida di vita, salvo poi scoprire un carattere del tutto nuovo causa lo svolgersi degli eventi. Daddy sitter è incostante, si passa da alcune gag prive di brillantezza ad altre ricche di un irresistibile humour, che si manifesta anche esasperato nei volti dei protagonisti. Dimenticabili invece  le prove dei bambini (è almeno "simpatica" la figlia di Travolta), nel mercato puberale a stelle e strisce si è visto ad oggi molto di meglio. Non mancano camei eccellenti, e tra gli altri è impossibile non citare Matt Dillon nei panni di un "indomito" capo boyscout in un intramezzo da giovane marmotta che si rivela tra i più riusciti del film. Se vi basta questo, allora potrete ritenervi mediamente soddisfatti e i soldi per il biglietto non saranno totalmente rimpianti: per il resto, non dite che non vi avevamo avvertito.

Daddy sitter Daddy sitter è un film che veleggia tra simpatia e banalità, e che senza la presenza di John Travolta e Robin Williams avrebbe pochi motivi per consigliarne la visione. Certo non mancano situazioni spassose, ma sembra di assistere a un collage di scene già fin troppo usate dal cinema di genere. La morale di fondo e l'inevitabile happy end inoltre cominciano a stancare, anche se di certo il pubblico cui è rivolto li esigeva. Ridateci Mary Poppins...

5

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