Recensione Cut Down Kite - Volantín cortao

Il Cile racconta una storia di due ragazzi liberi e fragili come aquiloni

Recensione Cut Down Kite - Volantín cortao
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Paulina ha 21 anni e lavora come tirocinante presso un istituto che si occupa di riabilitare adolescenti finiti sulla via della criminalità. Ligia al suo dovere ma ancora non troppo convinta della strada da seguire, Paulina inizierà a mettere in discussione i propri credo e la propria vita quando incontrerà Manuel, sedicenne adito a furti e piccola delinquenza. Due mondi che sembrano distanti ma che in realtà scopriranno di essere terribilmente vicini. Dallo scambio di qualche sguardo a qualche fugace parola, il rapporto tra Paulina e Manuel sarà infatti soggetto a una crescente intesa che saprà (camminando per le - difficili - strade e tra la gente di Santiago) liberare Paulina al suo volo o (forse) spezzare per sempre le sue ali. Punti di vista diversi di due mondi agli antipodi si specchiano nell'opera prima dei giovani cileni Diego Ayala e Anibal Jofré, che tentano con Volantin Cortao di fotografare il Cile delle diversità, delle diverse classi sociali e dei diversi modi di vivere che (quando comunicanti) possono creare incertezze e forti frizioni sociali. E in questo senso Volantin Cortao prova a inquadrare la differenza non solo nella sua contingenza ma anche (e soprattutto) alle sue origini, mettendo a confronto la (fin troppo) premurosa, quasi soffocante, famiglia di Paulina con la (quasi) totale mancanza di punti di riferimento adulti del mondo di Manuel; due realtà destinate a tracciare quei percorsi differenti messi qui in discussione.

Fragili aquiloni nella società delle aquile

Aquiloni, spezzati, ma forse (invero) anche liberati. È da questa toccante metafora (direttamente legata a quel gioco di aquiloni comune anche in Cile e protagonista del bestseller di Hosseini) che Ayala e Jofré muovono il loro racconto, indicando il centro nella storia nei volti dei due giovani (Paulina e Manuel) ugualmente spaesati e ‘spezzati' nella loro possibilità di scelta di un futuro, dalle loro rispettive condizioni sociali. Camera a mano e inquadrature che spesso ritraggono le ‘spalle' della storia quasi a volerne indicare uno stato di inesorabile anticipo rispetto all'occhio narrante, Volantin Cortao insegue per tutto il film una sorta di neorealismo narrativo, concentrato sui volti e sui ‘passi' dei protagonisti verso le loro scelte. Una prospettiva che rende l'opera subito molto reale (e coinvolgente), traducendo l'immediatezza filmica in una facile empatia da parte dello spettatore. Una naturalezza e una sincerità interpretativa (quella dei due giovani protagonisti Loreto Velasquez e René Miranda) che non riescono loro malgrado a convogliare il film in un'opera del tutto compiuta. E dunque accade che, come se mancando di una sua maturità narrativa, Volantin Cortao s'interrompesse proprio sul punto di nascere davvero; questo perché la giustapposizione delle scene riesce sì a creare le premesse di una storia, ma non a essere la storia stessa. Una mancanza, quella di un corpo narrativo solido ed esaustivo, che si percepisce soprattutto verso l'epilogo, quando una serie inconsulta di eventi ribalterà le premesse del film alludendo a un ‘drastico' ma forse non definitivo cambiamento di rotta. Ed è proprio lì, nel momento cruciale del film e a margine della catarsi, che la storia di Volantin Cortao sembra essere ancora in germe, rappresentare qualcosa che ancora deve essere. Un vero peccato, in effetti, perché se solo il film fosse riuscito ad avere maggiore attenzione e connessione verso lo sguardo d'insieme, il risultato sarebbe stato di gran lunga più completo, oltre che straordinariamente sincero (come di fatto già è).

Cut Down Kite Dal Cile un’opera fresca, giovane, che parla di società e difficoltà di integrazione, comunicazione e crescita attraverso la storia di due ragazzi provenienti da due mondi 'distanti' eppure istintivamente vicini. Pur mancando di una sua maturità narrativa, il film di Diego Ayala e Anibal Jofré mostra una sensibilità umana e artistica non comune, materiale che se meglio organizzato potrebbe dare vita a future opere davvero degne di nota.

6.5

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