David Cronenberg torna in grande stile al cinema, al suo cinema, quello più viscerale e contorto, per raccontare la sua idea di umanità, di rapporto con il pianeta, di futuro. Crimes of the Future arriva in sala dal 24 agosto a 8 anni di distanza dall'ultima fatica del maestro: non è un film per tutti, e probabilmente non metterà d'accordo tutti gli spettatori. Ciononostante, come tutte le gemme grezze, ci sembra che Crimes of the Future abbia tanto da raccontare, e che sotto la sua scocca dura nasconda un nucleo stratificato e pulsante (nel frattempo non perdetevi 5 cose da sapere su Crimes of the Future e gli altri film al cinema ad agosto 2022)
La chirurgia è il nuovo sesso
In un futuro non troppo lontano l'umanità ha raggiunto un nuovo grado di evoluzione, arrivando a perdere quasi del tutto la sensibilità corporea ed il senso del dolore. Questa nuova civiltà sorge sulle ceneri della vecchia: i nuovi valori scalzano quelli vecchi, e l'incapacità di provare dolore ha trasformato e cambiato le abitudini e i vizi del genere umano.
In questo frangente attività come la chirurgia diventano la nuova frontiera dell'intrattenimento e della ricerca del piacere: tagliarsi, modificarsi e asportare o menomare parti del proprio corpo diventa il modo, per artisti e gente comune, di riscoprire un rapporto ormai totalmente asettico con il proprio fisico. La chirurgia è il nuovo sesso?, si chiedono più volte i protagonisti di Crimes of the Future. La risposta arriva da Caprice e Saul (Lea Seydoux e Viggo Mortensen), due artisti della chirurgia che sfruttano questa nuova frontiera del piacere corporale in modi piuttosto peculiari: Saul è affetto da una rarissima mutazione che gli permette di produrre nuovi organi all'interno del proprio corpo. Trattandosi di veri e propri tumori, che prendono il sopravvento sugli altri componenti del suo organismo, Saul ha bisogno di rimuoverli per sopravvivere: ed ecco che l'asportazione diventa occasione per approntare delle vere e proprie performance artistiche, durante le quali l'atto chirurgico diventa un amplesso collettivo in cui tutti - chi taglia, chi si fa tagliare e chi assiste - si uniscono ad un piacere condiviso in cui sembrava impossibile poter ritornare.
Nel frattempo, però, Saul e Caprice si ritrovano coinvolti in un intrigo: entrano in contatto con una fazione di dissidenti che intende mostrare al mondo la propria mutazione genetica, che li rende in grado di assimilare e digerire la plastica. Un'altra nuova frontiera per il genere umano, che rischia di cambiare nuovamente, e di sovvertire, il rapporto tra uomo e ambiente.
Il ritorno del maestro
Crimes of the Future è un film viscerale ed intenso, un ritorno sentito ed importante di David Cronenberg ad un body horror disturbante. Certo, non tutti gli ingranaggi di questo intricato tessuto narrativo sono perfettamente oliati: specie nella seconda metà del film, e nel suo epilogo, il maestro non riesce forse a chiudere l'ordito nel migliore dei modi, perdendosi in parte in tanti racconti che avrebbero forse meritato più spazio. Ciononostante, i temi trattati in Crimes of the Future sono tanti e le riflessioni di Cronenberg sul suo cinema rapportato all'uomo, alla tecnologia e all'ambiente sono preziose.

Il messaggio ecologista di Cronenberg, che dissemina la scenografia di plastica, gomma ed elementi scenici e visivi tanto artigianali quanto disturbanti, lascia poi spazio ad una parabola sul guardare e sul guardarsi come atto di piacere, di cinema, di peccato sessuale. Lo fa con un body horror, il suo, spiazzante e raggelante, tanto estraneo al punto che la repulsione fa il giro e si trasforma in intimità. Questo grazie agli effetti totalmente artigianali, alla capacità del maestro di mescolare i corpi come ingredienti di una miscela proibita e affascinante, alle nudità conturbanti che si strusciano nel sangue, tra gli organi e gli umori, tra la plastica e il cemento.
Attori di uno spettacolo degradante ma fascinoso, i volti dei protagonisti sono tutti funzionali al racconto, valori aggiunti e gemme preziose di un'opera piena di significato: dalla "musa" Viggo Mortensen, perfetto ed inquietante, alla statuaria bellezza-inquietudine di Lea Seydoux, fino ad una Kristen Stewart sorprendente ed intensa. Crimes of the Future è il grande ritorno di David Cronenberg ai suoi temi più cari e importanti: e se pure, in alcuni frangenti, il risultato finale non replica del tutto i suoi gloriosi fasti passati, ci rendiamo conto di quanto comunque il cinema di genere ne avesse disperatamente bisogno.