Creep 2, la recensione del film horror di Patrick Brice disponibile su Netflix

Un'aspirante giornalista intervista un uomo che si confessa serial killer nel found footage con Mark Duplass e Desiree Akhavan.

Creep 2, la recensione del film horror di Patrick Brice disponibile su Netflix
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Sara è una studentessa del college che per finanziarsi gli studi ha deciso di creare una web-serie incentrata su persone conosciute sul web, ognuna alle prese con diverse stranezze nella propria vita privata. Le visualizzazioni su Youtube non accennano però a salire e la ragazza, pur prossima ad abbandonare per sempre l'idea, decide di accettare un'ultima richiesta, quella di intervistare il misterioso Aaron che le offrirà ben mille dollari affinché lei documenti la sua quotidianità per un giorno intero. Nonostante qualche dubbio Sara accetta e si reca nella baita dell'uomo, isolata nei boschi, dove questi le rivela di essere in realtà un serial killer con oltre quaranta vittime "sulle spalle". La videomaker nonostante qualche reticenza (e non del tutto convinta delle dichiarazioni di Aaron) decide comunque di continuare a filmare scoprendo ben presto i caratteri più nascosti del soggetto protagonista.

Sguardo in camera

Nel 2014 l'allora esordiente Patrick Brice riuscì a rivoluzionare un genere abusato quale il found footage con un piccolo film, capace di scardinare i canovacci classici e offrire una storia inquietante narrante le gesta di un insospettabile serial killer. Tre anni dopo il regista torna sul luogo del delitto, e così il suo protagonista (un sempre ottimo Mark Duplass), per far evolvere la sua creatura centrando ancora una volta l'obiettivo di partenza: Creep 2 (disponibile su Netflix) fa sempre sua una sotterranea inquietudine negli ottanta minuti di visione e questa volta spezia la potenziale monotonia della narrazione con una spumeggiante ironia che rende il tutto sempre fresco ed originale, epilogo incluso (non a caso un terzo capitolo è già stato annunciato). È un bel gioco delle parti quello che si viene a creare tra i due personaggi principali, con Sara pronta a tutto (anche a porre a rischio la propria incolumità) pur di ottenere notorietà e lo psicopatico (riprendente il nome di Aaron, vittima della precedente pellicola) che si mette letteralmente a nudo raccontando, vere o meno che siano, succose rivelazioni sul proprio passato. Tra riprese, sempre effettuate rigorosamente con camera a mano, che scimmiottano gradevolmente i vari ciak dei grandi autori (Francis Ford Coppola viene citato in più occasioni) sino alle sequenze notturne in cui la suspense fa lentamente capolino, l'operazione risulta amaramente credibile sia nei suoi eccessi più violenti che nei momenti più intimi e leggeri, ammantandosi in più di un'occasione anche di lucidi riflessi psicologici che offrono un ritratto verosimile di due solitudini che ben si specchiano nell'era contemporanea.

Creep 2 Un sequel che fa meglio del suo già convincente predecessore è quello realizzato da Patrick Brice, capace ancora una volta di utilizzare il canovaccio del found footage per dar vita ad una verosimile storia di follia contemporanea. Un'aspirante giornalista alle prese con una web-serie accetta di intervistare uno psicopatico serial killer in Creep 2, visione che mantiene i tratti distintivi e tensivi dell'originale aggiungendovi un pizzico di gustosa ironia capace di rendere gli ottanta minuti di visione sempre e comunque accattivanti.

7

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