Corpse Party: Book of Shadows, la recensione dell'horror tratto dal videogioco

Ayumi scopre come poter tornare indietro nel tempo e invia l'amica Naomi nella speranza di salvare i compagni uccisi dallo spirito vendicativo di Sachiko.

Corpse Party: Book of Shadows, la recensione dell'horror tratto dal videogioco
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Un gruppo di studenti della Byakudan Senior High School pronuncia il rito di invocazione conosciuto come Sachiko Ever After, scatenando ben presto una carneficina. Nel frattempo Ayumi Shinozaki, sopravvissuta ai fatti del precedente film, scopre di poter tornare indietro nel tempo, ha dunque un'occasione per cambiare i tragici eventi del passato nei quali la maggior parte dei suoi compagni ha perso la vita. In Corpse Party: Book of Shadows la ragazza riporta così l'amica Naomi, anch'essa superstite, al momento in cui questa si trovava nell'infermeria della scuola.
Riuscirà la viaggiatrice temporale a cambiare il corso del destino e ad affrontare una volta per tutte lo spirito senza pace di Sachiko? Un antico tomo che reca l'inquietante nome di Libro delle tenebre potrebbe essere l'unica opportunità per fermare la scia di sangue dell'anima dannata.

Ancora una volta

Del primo Corpse Party (2015) avevamo parlato qualche tempo fa su queste stesse pagine, oggi ci occupiamo invece del secondo live-action della popolare saga videoludica che, oltre al dittico sul grande schermo in questione, ha originato anche diverse serie di manga e anime.
Ci troviamo davanti a un sequel vero e proprio che vede per protagonisti gran parte dei membri del cast originario, del resto non poteva essere altrimenti vista la scelta narrativa (alquanto inusuale per un j-horror) di tornare indietro nel tempo nel tentativo di cambiare in meglio i tragici eventi del primo capitolo. Una soluzione inizialmente straniante visto che il senso di deja-vu, con tanto di flashback girati in bianco e nero su quanto accaduto realmente in precedenza, diventa assai alto e l'impressione di assistere a un collage di vecchie e nuove scene si fa ben presto palese.
Compresa la formula però, Corpse Party: Book of Shadows comincia a ingranare la marcia rivelandosi parzialmente più riuscito del prototipo, con uno stile registico affascinante che lascia nuovamente spazio a una sana violenza splatter, tra intestini aperti, teste mozzate e bulbi oculari estratti a rendere più truce il ripetuto massacro degli studenti da parte dell'entità sovrannaturale.
Il regista Masafumi Yamada ha lavorato sulle sporcizie del predecessore dando vita a un'opera lineare ma non priva di momenti di fascino, con jump-scare anticipati dall'uso dell'opprimente colonna sonora e discreti effetti speciali per la rappresentazione delle creature demoniache, con inquietanti ombre dagli occhi rossi che si muovono per i corridoi e ammassi mostruosi di cadaveri a formare uniche e striscianti entità di notevole impatto.

Corpse Party: Book of Shadows Al netto di un plot "furbo", che utilizza l'espediente dei viaggi temporali per riportare in vita situazioni e personaggi del precedente capitolo, il secondo live-action per il grande schermo tratto dall'omonimo videogame si rivela superiore all'originale sia nelle scelte stilistiche che nella macabra violenza splatter, con effetti speciali disturbanti al punto giusto. Corpse Party: Book of Shadows si attiene alle linee guida del j-horror seguendo la disperata ricerca di salvezza di un gruppo di studenti all'interno delle mura scolastiche, favorendo la "carica emoglobinica" a una comunque discreta atmosfera di genere.

6

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