Come True recensione: quando i sogni diventano horror

Nel film scritto e diretto da Anthony Scott Burns, la protagonista è al centro di un test sperimentale durante il quale i suoi incubi prendono vita.

Come True recensione: quando i sogni diventano horror
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Dormire può essere un'arma a doppio taglio, capace di trascinarci in sogni dove si realizzano magicamente i nostri desideri o in incubi dove le nostre peggiori paure vengono a galla, a volte sotto forma di creature mostruose o altri babau di vario tipo. Non è un caso che il cinema horror abbia così sempre sguazzato a proprio piacimento nella fase onirica, basti pensare all'iconica saga di Nightmare - sapete che è in vendita la casa di Nightmare? - e che le ore nelle quali non siamo svegli continuino ad affascinare registi più o meno affermati.

Tra gli esponenti più recenti di questo particolare sottofilone troviamo Come True, produzione canadese del 2020 scritta e diretta da Anthony Scott Burns, al suo secondo lungometraggio dopo l'esordio con Our House (2018). Burns vanta una certa esperienza nel genere, avendo collaborato in veste di regista della seconda unità in produzioni più altisonanti come Nell'Erba Alta (perdetevi pure nella nostra recensione di Nell'Erba Alta) e The Prodigy - Il figlio del male, e cerca qui di offrire una sua particolare visione sul tema, trovando alcuni spunti interessanti non sempre supportati da scelte narrative all'altezza.

Come True: tra sogno e realtà

Ma andiamo con ordine e vediamo per l'appunto la trama di Come True, che vede protagonista la giovane Sarah, una diciottenne scappata di casa per via di una relazione a dir poco complicata con la madre e che ora vive per strada. Sarah dorme all'aperto o trova ospitalità in casa di amiche, mentre cerca di riappropriarsi della propria vita. La ragazza, che è vittima di inquietanti incubi, un giorno decide di entrare a far parte di un esperimento nel quale insieme ad altri coetanei viene sottoposta a dei test durante la fase REM del sonno.

Il compito dei dottori a capo del progetto è per lei misterioso, ma Sarah non si fa problemi nella speranza di curare la propria patologia. E dopo la prima notte si sveglia effettivamente riposata, ignara di quello che l'aspetta. Nel proseguire delle "sedute", infatti, i suoi incubi peggiorano e viene colta da spaventosi attacchi di panico: una misteriosa figura sembra perseguitarla all'interno dei suoi sogni, ma non tutto è quello che sembra e l'entrata in scena del dottor Riff, che le svela un'inquietante verità, complica ulteriormente le cose...

Alla ricerca di risposte

Il colpo di scena finale, tanto affascinante quanto parzialmente furbo nel suo essere così esplicitamente ad effetto, è il vero punto chiave con cui decidere se apprezzare o meno la precedente ora e mezza di visione. Questo perché Come True è un film giocato per l'appunto su un senso di costante attesa e la soddisfazione derivante dall'epilogo può effettivamente influenzare il reale gradimento da parte dello spettatore.

Proprio nella sua anima volatile, a tratti effimera, Come True si rivela quindi un film non semplice, dove i tasselli vengono disseminati con parsimonia e si cerca di creare un senso di progressiva inquietudine nel percorso emotivo vissuto dalla spaesata protagonista, gettata come agnello tra i leoni in un contesto dove si suggeriscono diverse verità. Il tema del sogno e di queste creature umanoidi che popolerebbero i sonni di molti è ricco di una certa malia, ma si ha come l'impressione che certi spunti siano più gratuiti che realmente necessari al poi cruciale, sopracitato, sviluppo di trama.

L'atmosfera rarefatta, che fa virtù della sua anima low-budget, e la fotografia cupa ben si adattano all'insieme, rischiando al contempo di allontanare quel pubblico che cercava una messa in scena più moderna e accattivante: qui tutto è al servizio del racconto e lo stesso cast si presta con efficacia ai ruoli di semplici pedine di un gioco più grande di loro. In particolar modo spicca proprio Julia Sarah Stone, capace di dar vita ad un figura tormentata e oppressa, alla ricerca di risposte che coincidano con il significato stesso dell'esistenza. Un significato più amaro del previsto...

Come True Tra soggettive striscianti e un senso di inquietante mistero che aleggia da ogni inquadratura, Anthony Scott Burns convince in fase registica mentre si rivela più divisivo nelle vesti di sceneggiatore, giacché ogni spettatore potrà trovare nel colpo di scena finale un motivo di forza o un altro di debolezza, a seconda della propria impressione. Come True dissemina indizi e suggestioni, per preparare a quella rivelazione che si fa foriera di diverse interpretazioni su quanto visto in precedenza, che rimane comunque interessante per ciò che concerne la messa in scena e le interpretazioni del cast. Per un film che, proprio come negli spunti alla base dell'incipit narrativo, può rivelarsi un sogno per alcuni e un incubo per altri.

6

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