Colette, la recensione del film con Keira Knightley

Il regista Wash Westmoreland firma un decoroso ma impersonale biopic su Gabrielle Colette, tra le maggiori scrittrici francesi del XX secolo.

Colette, la recensione del film con Keira Knightley
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Gabrielle Colette, giovane e bella ragazza di campagna, si trasferisce a Parigi dopo il matrimonio con il noto scrittore Henry Gauthier-Villars, inizialmente però fatica ad abituarsi a una vita così sfarzosa e dominata da logiche di puro interesse.
Quando poi scopre che il marito la tradisce con un'altra donna, decide di tornare a casa ma Henry riesce infine a convincerla a restare. Colette col tempo si abitua alle regole non scritte dell'alta società e trova ulteriore slancio quando il compagno le chiede di fargli da ghost-writer per pubblicare un romanzo dai toni romantici.
La protagonista accetta di buon grado, nonostante il suo nome rimarrà nascosto agli occhi dell'opinione pubblica, e dopo qualche incomprensione tra la coppia il primo libro sull'immaginario personaggio di Claudine viene dato alle stampe, riscuotendo un immediato e straordinario successo. Un'opera che Colette sente profondamente sua, ricolma di esperienze autobiografiche, e che con lo scorrere del tempo, tra reciproci e consapevoli tradimenti, creerà una sorta di incolmabile barriera tra i due coniugi.

Pagine da scrivere

La vera Gabrielle Colette è una sorta di mito nazionale d'Oltralpe, una delle figure simbolo della prima metà del XX secolo, tanto da ottenere la candidatura al Premio Nobel per la letteratura.
La sua storia, che rischiava di essere celata a tutti in una società in cui il patriarcato era lo status quo, rivive in questo biopic con protagonista Keira Knightley e arriva all'attenzione del grande pubblico internazionale, oggi più che mai desideroso di assaporare storie di donne forti e determinate, pronte a scavalcare quel muro di pregiudizi e a ottenere il proprio, giusto, posto nel mondo.
Realizzato nel 2018, periodo per l'appunto quanto mai in linea con la rinascita del "moderno" girl-power, Colette è in realtà una produzione non del tutto riuscita, che dietro l'eleganza formale di costumi e ricostruzioni scenografiche nasconde un approccio scolastico alla vicenda e ai personaggi, mai realmente in grado di suscitare quel fuoco della passione che la sceneggiatura pur conteneva nei suoi molteplici passaggi chiave.

Apparenza e sostanza

Ci troviamo quindi davanti a un film esteticamente impeccabile ma fin troppo tiepido a livello di atmosfere e contenuti, che operano anch'essi su vari livelli di retorica e mai in grado di scatenare le necessarie emozioni a tema: con un guazzabuglio sentimentale via via sempre più intricato, dove dinamiche da coppia aperta si alternano a pagine di denuncia su come l'omosessualità fosse vista in tale periodo storico, Colette aveva diverse frecce al proprio arco ma solo alcune sono andate poi a segno.
Si ha come l'impressione che a tratti la narrazione corra eccessivamente, impedendo di assistere alla progressiva e corretta evoluzione dei personaggi che, da un momento all'altro, si trovano alle prese con scelte drastiche figlie di un ritmo e di un montaggio poco equilibrato e organico.
Dopo aver firmato la biografia su grande schermo del mito del cinema Errol Flynn in The Last of Robin Hood (2013), il regista inglese Wash Westmoreland si avvicina qui alle contemporanee atmosfere da period-drama senza la necessaria personalità.
Nonostante suddetti limiti, la visione possiede anche degli indubbi punti di forza. Oltre alla già citata cura estetica nella ricostruzione d'epoca e alla suadente colonna sonora firmata da Thomas Adès, l'interpretazione di Keira Knightley illumina la scena in molteplici occasioni, mettendola alla prova con un ruolo maturo e complesso dal quale esce fieramente a testa alta, in un eterogeneo cast altrettanto in palla.

Colette Alla fine dei conti risulta un biopic canonico e con così tanto, stratificato, materiale a disposizione il sapore è quello di un'occasione sprecata. Colette è una visione sì godibile, soprattutto per via delle solide performance della protagonista Keira Knightley e del resto del cast e di una ricostruzione storica elegante al punto giusto, ma la vita dell'omonima scrittrice francese, diventata leggenda Oltralpe, avrebbe meritato un approccio più passionale e meno didascalico. Amori proibiti, tradimenti e colpi di scena in una Parigi dell'alta società finiscono ben presto per cedere al peso di un formalismo retorico fortemente attuale e gli auspicati sussulti nell'intreccio relazionale tra la coppia, non soltanto marito e moglie ma anche autori di una fortunata serie di romanzi dei quali soltanto lui prende il merito, procedono su step obbligati. Un limite dovuto in parte alla fedeltà agli eventi realmente accaduti, ma che avrebbe potuto essere aggirato con qualche guizzo stilistico e visionario in più. Il film andrà in onda lunedì 8 marzo alle 21.20 su RAI2 in prima visione tv.

6

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