Coffee & Kareem, la recensione del film Netflix

Ed Helms è il protagonista di un'action comedy senza arte né parte, tra dinamiche da buddy-movie e sussulti demenziali.

Coffee & Kareem, la recensione del film Netflix
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L'imbranato poliziotto bianco James Coffee ha da poco una relazione con l'afroamericana Vanessa, madre del dodicenne Kareem, studente irrequieto e appassionato di musica hip-hop. Il ragazzino non vede di buon occhio la figura del nuovo patrigno e inizialmente i rapporti tra i due sono ricchi di accesi contrasti. Quando un noto rapper sfugge alle autorità, in seguito a un blitz delle forze dell'ordine gestito dall'arcigna detective Watts (che stava indagando su un grosso traffico di droga), James e Kareem finiscono paradossalmente nell'occhio del ciclone e si trovano alle prese proprio con il fuggitivo.
I due faranno squadra per tentare di assicurare il criminale alla giustizia ma dovranno proteggere sia l'ignara Vanessa che affrontare numerose insidie di agenti corrotti all'interno del dipartimento.

Una notte da pecore

Ed Helms non è mai riuscito a scrollarsi di dosso quell'aplomb da finto tontolone, o forse non ha mai voluto. Tanta fortuna gli ha dato nella saga di Una notte da leoni, infatti la sua recente carriera sul grande schermo è costellata per la quasi totalità di produzioni pseudo-demenziali dalla qualità mediocre. Il suo ultimo lavoro davanti alla macchina da presa, sbarcato direttamente nel catalogo di Netflix come Original, non smentisce l'andazzo e si rivela una commedia action di bassa lega che tenta di innestare le dinamiche tipiche del buddy-movie in un rapporto in divenire tra patrigno e figliastro, sparando a vuoto tutte le poche cartucce contenute nell'elementare sceneggiatura. Sia lo script che la relativa messa in scena di Coffee & Kareem denotano infatti una sostanziale mancanza di idee. Nel corso dei novanta (scarsi) minuti di visione si assiste a una sequela di gag ripetitive e monotematiche che giocano con il cattivo gusto e citano a più riprese film e serie tv a tema.

Ispirazione al grado zero

Da riferimenti a titoli cinematografici e seriali come Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans (2009) o CSI, passando per una lunga sfilza di attori (Nicolas Cage, Tyler Perry, Gary Sinise, Wesley Snipes e altri) nominati a casaccio per riempire il vuoto dei dialoghi, Coffee & Kareem si dimostra un'operazione derivativa e priva di personalità, mai tagliente al punto giusto. L'approccio comico è reso più ostico dalla scarsa caratterizzazione dei due principali protagonisti, odiosi in diverse occasioni. Le dinamiche action sono caotiche, tra inseguimenti su provvidenziali rotonde e sparatorie confusionarie (la resa dei conti finale supera ogni più nefasta immaginazione) che puntano sulla forzata espressività del cast, alle prese con boccacce e urla gratuite nel tentativo di scatenare improbabili risate.
Solo una manciata di sequenze riesce a colpire davvero, troppo poco in un film costruito interamente sul succedersi di situazioni assurde e improbabili e su un cattivo gusto che non lascia mai il segno, tra scontate allusioni sessuali e cenni al razzismo nei confronti della popolazione afroamericana in chiave farsesca.

Il regista Michael Dowse, che aveva fatto ben sperare con la gradevole commedia romantica What If (2013) e lo scorso anno aveva firmato lo scorretto Stuber - Autista d'assalto (2019), è qui schiavo di una formula studiata a tavolino e fallace nel suo semplicismo spiccio, con il cast che affonda anch'esso nel marasma generale.

Coffee & Kareem Un film banale e irritante in più occasioni, che mette a dura prova la pazienza e l'intelligenza del pubblico. Coffee & Kareem è un'action-comedy al grado zero d'ispirazione, un confuso susseguirsi di sketch e battute che flirtano col cattivo gusto e abusate dinamiche da buddy-movie. Un poliziotto bianco e il potenziale figliastro afroamericano si trovano costretti a collaborare per catturare un rapper (spacciatore di droga in fuga), dando il via a una serie di situazioni sempre più improbabili che denotano una carenza di idee disarmante. Mai efficace nei suoi esasperati sussulti demenziali, ricco di uno stanco e gratuito citazionismo e popolato da personaggi, principali e secondari, mai interessanti o sfumati, l'opera si trascina per inerzia tra gag e battute nel quale a divertirsi è solo il mal assortito cast.

4.5

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