Codice Magnum, recensione del film con Arnold Schwarzenegger

L'action movie ottantiano con Arnold Schwarzenegger, la nostra recensione.

Codice Magnum, recensione del film con Arnold Schwarzenegger
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Non tutti sanno che le origini di Codice Magnum, il film diretto nel 1986 da John Irvin (I mastini della guerra, Robin Hood - La leggenda) con protagonista Arnold Schwarzennegger, hanno sede proprio in Italia. Il progetto infatti, prodotto da Dino de Laurentiis, è basato su un soggetto scritto da Luciano Vincenzoni e Sergio Donati, storici sceneggiatori dei western di Sergio Leone. Un action movie in piena regola sul tema della vendetta, pensato su misura per la fisicità del suo possente protagonista, che per la dose di violenza è stato vietato ai minori di 18 anni in diversi Paesi (tra cui Spagna, Regno Unito e Corea del Sud), e che ha ottenuto un discreto guadagno ai botteghini, incassando circa il doppio del budget speso per realizzarlo. Un piccolo cult per i fan dello scultoreo attore austriaco, che non di rado viene ritrasmesso sulle reti nazionali.

Revenge

L'agente dell'FBI Mark Kaminsky (Arnold Schwarzenneger) è stato cacciato dall'FBI per i suoi metodi poco ortodossi, e ora lavora come sceriffo in un piccolo paesino. L'occasione per essere reintegrato nel Bureau gli viene offerta quando Harry Shannon (Darren McGavin), un suo ex-collega gli propone l'incarico di infiltrarsi nella famiglia malavitosa più potente di Chicago, comandata da Luigi Patrovita (Sam Wanamaker). Gli uomini del boss hanno ucciso infatti un'intera squadra di agenti, di cui faceva parte anche il figlio di Shannon, ora in cerca di vendetta. Kaminsky, costretto a simulare la propria morte e ad assumere una nuova identità, riesce ad entrare nella banda di Patrovita, trovando un inaspettato aiuto in Monique (Kathryn Harrold), una bella bionda piena di debiti che si innamora di lui.Codice Magnum sprizza anni '80 da ogni fotogramma, proponendosi come film copia-incolla modello di quelli che venivano realizzati in quel periodo, non potendo così certo contare sull'originalità. Tutti gli stilemi classici degli action-movie sono rispettate, in un susseguirsi di sparatorie e scazzottate che danno modo a Schwarzy di mostrare in più occasioni la possanza dei suoi muscoli. La violenza, che ai tempi forse poteva sembrare eccessiva, vista con occhi odierni è davvero innocua e nonostante il sangue sgorghi spesso copioso il sapore retrò aumenta la carica di divertimento con cui si può assistere oggi ad un prodotto del genere. Con alcune sequenze cult, su tutte la carneficina finale e quella in auto nella quale Arnold stermina decine di uomini del boss sotto le note di Satisfaction degli Stones, la pellicola svolge ancor oggi il suo compito di puro intrattenimento, ma al contempo se ne evidenziano i difetti che sono da imputare soprattutto ad una sceneggiatura lacunosa e veramente troppo banale, in cui è facile prevedere qualsiasi possibile evoluzione degli eventi. La vera domanda che sorge spontanea negli ultimi secondi è "Perché Kaminski si è dovuto infiltrare nell'organizzazione malavitosa se poi tanto alla fine riesce a farla fuori solo con l'uso della pura violenza?". La risposta è semplice: il film sarebbe durato 10/15 minuti scarsi. Codice Magnum rimane un titolo figlio del suo tempo, piacevole da rivedere soprattutto per i travestimenti di Schwarzenegger che, credibile come uno stoccafisso nei panni dell'infiltrato, ha ammesso "Per la prima volta in un film ho potuto indossare un guardaroba che valesse più di 10 dollari". Viva la sincerità.

Codice Magnum Per chi è cresciuto negli anni '80 Codice Magnum è un piccolo cult che, nonostante tutti i difetti, ci ricorda un'epoca degli action movie oggi scomparsa, escluse poche eccezioni (Expendables docet). Ciò nonostante, (ri)visto anche con occhio benevolo non si può soprassedere su una sceneggiatura davvero troppo elementare e condraddittoria e su uno Schwarzenegger che è a suo agio solo quando deve menare le mani o uccidere decine di cattivi uno dietro l'altro. Per spegnere ogni tanto il cervello però, quello sì, il film svolge ancora il suo compito.

6

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