Close, la recensione del film originale Netflix

Un'esperta guardia del corpo deve proteggere una giovane ereditiera coinvolta in un losco intrigo finanziario.

Close, la recensione del film originale Netflix
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Sam, bodyguard ed esperta dell'antiterrorismo spesso impiegata come guardia di sicurezza in missioni in Medio Oriente, è da poco tornata dal suo ultimo incarico quando viene contattata dall'amico e collega Conall per un nuovo lavoro: la donna dovrà prendersi cura, dietro un cospicuo pagamento, della giovane Zoe. La ragazza, da poco orfana di padre, è una ricca ereditiera in burrascosi rapporti con la matrigna, prossima a concludere un importante accordo commerciale proprio nei Paesi Arabi inerente un grosso giacimento di petrolio.
In Close, quello che sembra un compito di routine si complica quando le due donne, arrivate nella tecnologica villa in terra straniera della famiglia di Zoe, vengono attaccate da un gruppo di individui armati e finiscono, a loro insaputa, nelle grinfie di corrotti agenti della polizia locale. Ora devono fare affidamento l'una sull'altra per ritornare vive a casa e scoprire, nel frattempo, chi si celi dietro il tentativo di rapimento/omicidio.

Girl power

Un action/thriller tutto al femminile è raro di questi tempi, Close invece vede maestranze in rosa sia dietro che davanti la macchina da presa. Ispirato alla figura realmente esistente di Jacquie Davis, bodyguard che vanta tra i propri clienti celebrità del calibro di J. K. Rowling e Nicole Kidman nonché membri della famiglia reale britannica, il film è diretto dalla regista inglese Vicky Jewson (che in carriera conta il romantico Lady Godiva (2008) e un altro titolo a tema, l'inedito Born of War del 2014) e vede come assoluta protagonista Noomi Rapace, prima e iconica Lisbeth Salander cinematografica, diventata negli ultimi anni tra le più apprezzate eroine muscolari della scena contemporanea - nonostante il fisico asciutto e minuto.
L'approccio da un'ottica femminista è però solo sulla carta, visto che l'operazione avrebbe potuto mettere in campo colleghi dell'altro sesso senza che il cuore pulsante del racconto cambiasse di una virgola. Il rapporto crescente tra Sam e la giovane Zoe, per quanto discretamente sfumato, non aggiunge nulla di nuovo all'enfasi melodrammatica di un insieme alquanto canonico nel suo impianto base, così come la potenziale villain di Indira Varma (l'Ellaria Sand di Game of Thrones) ricalca caratteri già visti.

Una strada già percorsa

Close (disponibile nel catalogo Netflix come originale) segue una formula archetipica nella gestione dei personaggi e delle situazioni di pericolo nelle quali sono coinvolti, non lasciando campo a sorprese di sorta, con presunti colpi di scena spunti sul nascere e un epilogo conciliante alquanto tipico. Le coreografie d'azione, siano queste combattimenti a mani nude o sparatorie con armi da fuoco, si rivelano però efficaci dal punto di vista del puro intrattenimento di genere e la performance della Rapace è senza dubbio tra i lati più positivi dei novanta minuti di visione. Anche l'ambientazione mediorientale, con le donne non aventi pari diritti, complica ulteriormente la missione della protagonista la quale, nonostante inaspettate perdite e drammi passati che ancora la tormentano, si rivela determinata e pronta a tutto pur di garantire la sicurezza della sua protetta.
Tolta una suggestiva sequenza subacquea, con tanto di pesci in branchi che circondano la resa dei conti con uno dei principali avversari, la messa in scena è ordinaria e senza guizzi ma mantiene una solidità tale da non far sfigurare l'insieme rispetto a prodotti a tema ben più reclamizzati.

Close Noomi Rapace è la tosta e assoluta protagonista di questa produzione di genere tutta al femminile, ispirata alla figura realmente esistente della bodyguard Jacquie Davis. Close è un action/thriller senza troppi sussulti stilistici o di messa in scena ma che, grazie a una solida regia, intrattiene il pubblico di riferimento con relativa semplicità. L'ambientazione mediorientale e la buona gestione delle dinamiche d'azione traghettano i novanta minuti di visione verso il prevedile epilogo, con una tensione che senza mai eccellere tiene comunque salda la presa sullo spettatore.

6

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