Recensione cj7

Stephen Chow, un bambino e un alieno.

Recensione cj7
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Da Holly e Benji al Calabrone Verde

Stephen Chow ci regala pellicole molto singolari: Shaolin Soccer e Kung Fusion sono emblemi di una mente molto incline a leggere il cinema come intrattenimento piuttosto che come arte.
Con Cj7 è ormai inutile negare "il debito" d'ispirazione che Chow ha nei confronti dei manga giapponesi: Capitan Tsubasa (Holly e Benji), i Pokemon e Doraemon sono solo alcuni dei barili di idee dai quali il regista ha "pescato".
Ma non si tratta certamente di una colpa. Il largo uso di effetti speciali (unico modo per dare vita alle mirabolanti azioni ideate per i film di Chow) si amalgama con l'intento di far sorridere lo spettatore e non di stupire.
Queste pellicole hanno lanciato la sua carriera anche oltre oceano, tanto che nel 2010 dirigerà il nuovo adattamento cinematografico del "Calabrone Verde" (famoso serial tv degli anni 60) e interpreterà Kato (ruolo che fu di Bruce Lee) al fianco di Seth Rogen, nei panni del calabrone.
Cj7, a differenza di Shaolin Soccer e Kung Fusion, è stato distribuito direttamente in dvd, e forse questo è un bene.
Le altre pellicole infatti, per una maggior commercializzazione, sono state doppiate da calciatori e comici vari ed eventuali (e quindi son diventate assolutamente ridicole) e, come se non bastasse, infarciti coi dialetti di tutta Italia.
Il prodotto si rivolge chiaramente ad un pubblico giovane, ma la distribuzione, non vedendo possibilità di guadagno facile (pur potendo sfruttare il nome di Chow), ha deciso di far uscire Cj7 direttamente inversione dvd e Blu Ray.

Incontri di un certo tipo

Dicky (Jiao Xu) è un bimbo di Honk Kong. E' molto povero, vive in una baracca ed è costretto a cercarsi i giocattoli in una discarica, però frequenta una costosissima scuola privata.
Ti (Stephen Chow), il padre di Dicky, lavora tutto il giorno in un cantiere per riuscire a far studiare il figlio in quel prestigioso istituto, perchè, dopo la morte della moglie, le cose non sono andate per il meglio per la famiglia.
Dicky viene preso in giro dai suoi compagni, picchiato e isolato solo perchè è povero, e, come conseguenza, si sente molto solo e schiacciato sotto il peso del suo status sociale.
Una notte, mentre cerca giocattoli nella discarica comunale, trova una strana sfera verdognola gommosa e, convinto che si tratti semplicemente di una palla, la porta a casa.
Il globo, sotto gli occhi increduli del ragazzo, si plasma fino a diventare Cj7, uno strano alieno verde capace di riparare oggetti e persone tramite un raggio.
Dicky fa subito amicizia con lo strano essere, molto più simile ad un animaletto che ad una creatura senziente, e decide di portarlo a scuola per potersi vantare con i compagni..

Dallo spazio Profondo, su un disco volante

Il film è banale, ma non ha colpe in tal senso: è ingenuo e cerca di piacere facendo leva sulle emozioni semplici e sugli effetti speciali divertenti.
Stephen Chow utilizza quasi lo stesso cast visto nei suoi precedenti prodotti dimostrandoci che il cinema è prima di tutto "una grande famiglia".
Anche per questo la computer grafica, a differenza delle volte scorse, più che "coprire" il film ne è parte integrante (finale escluso) cosa che per il regista è molto straniante.
Il piccolo Cj7, è chiaramente un sunto dei più famosi cartoni animati orientali, così come le dinamiche scolastiche illustrate dal film, dai bulli agli insegnanti passando per "le cotte" trai i piccoli studenti.
Il doppiaggio questa volta è accettabile, non eccelso per carità, ma almeno non presenta vocette strane o dialetti fuori luogo.
La versione in dvd, pur essendo solo in formato disco singolo, regala molti contenuti speciali e si distanzia dai soliti puntando, proprio come per la pellicola, sulle risate più che sui documentari.
Così, oltre ai dietro le quinte e alla documentazione sugli effetti di computer grafica, compaiono anche simpatici speciali "come diventare un bullo" e "come fare un lecca-lecca" .
Il "clima"che si respira è frizzante e coerente, sia per il behind the stage sia per la realizzazione. Il prodotto finale, Cj7 non ha niente di profondo o di innovativo, ma è un ottimo kid movie che racconta una storia semplice e ricca di valori familiari.

cj7 La valutazione di questo prodotto varia a seconda del target alla quale si associa: se si considera la sfera di pubblico adulta è assolutamente fuori questione il suo acquisto, dato che il film è banale e, anche se strappa qualche sorriso, scontato. Se, invece, ci si rivolge al pubblico più giovane e in particolare ai bambini diventa una pellicola molto adatta e godibile, da acquistare per il proprio figlio.

6

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