Chupa Recensione: su Netflix una storia d'amicizia fra 'diversi'

Chupa è il film del momento. Disponibile su Netflix, racconta la tenera amicizia tra un bambino e un cucciolo di chupacabra.

Chupa Recensione: su Netflix una storia d'amicizia fra 'diversi'
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Dal 7 aprile è disponibile su Netflix (per tutte le pellicole originali e non, vi suggeriamo di dare un'occhiata ai film Netflix di aprile 2023) un nuovo titolo d'avventura per ragazzi il cui titolo ha lasciato il pubblico un po' interdetto. I più burloni hanno riso di gusto, ma Chupa - questo è il nome dell'opera - è sicuramente capace di far sciogliere il cuore anche della persona più impermeabile alle storie strappalacrime. Al centro della trama una creatura mitologica, il chupacabra, protagonista di macabre leggende diffuse sia nel territorio statunitense che in quello dell'America Latina. Il nome dell'animale, letteralmente, significa succhiacapre, poiché per sopravvivere si nutre del sangue di capre, facendo stragi nelle fattorie. Tuttavia, il film lo ha reso quasi un animaletto da compagnia. Dolce e tenero, non si fatica a definirlo un peluche vivente, ma c'è una precisa ragione dietro questa scelta.

Chupa è una pellicola indirizzata principalmente ai ragazzi ed ha per protagonista un bambino di nome Alejandro che vive un'avventura di cui, in quel preciso momento della sua vita, aveva bisogno. L'amicizia che nascerà per caso tra lui e Chupa (nomignolo che dà alla creatura) è ciò che gli serviva e dalla quale imparerà ad accettare e amare la sua diversità. Dietro Chupa, in realtà, si nasconde un nome altisonante del cinema mondiale: Jonás Cuarón, figlio del ben più famoso regista Alfonso. Padre e figlio hanno già collaborato insieme alla sceneggiatura di Gravity. Poi nel 2015 esce Desierto, che gli dona una certa notorietà a livello internazionale e di cui è sia sceneggiatore che regista. Chupa è la prova della sua versatilità. È passato dalla fantascienza, al thriller e infine al film per famiglie attingendo dal folklore popolare tipico della sua terra natìa.

Un'amicizia fra "diversi"

Alejandro è un bambino di origini messicane che vive negli Stati Uniti con la madre, mentre il padre è morto da poco per via di un cancro. Alejandro soffre molto la mancanza della figura paterna e come se non bastasse a scuola viene bullizzato proprio per le sue origini che lo fanno sentire diverso dagli altri. Per far sì che il bambino accetti le sue radici, la madre organizza un viaggio in Messico, così da fargli passare del tempo con il nonno, che in gioventù era un famoso wrestler, e i cugini. Anche se controvoglia, Alejandro accetta e si ritrova in un paese a cui non sente di appartenere.

Non sa la lingua, odia il cibo messicano e non vede l'ora che la vacanza finisca. Questo soggiorno in terra straniera prende una piega inaspettata quando incontra un cucciolo di chupacabra che, affettuosamente, decide di chiamare Chupa. Scappato ai bracconieri che lo cercano per farne un trofeo di caccia e provare l'esistenza della sua specie, Chupa stringerà un forte legame con tutta la famiglia di Alejandro, ma in particolar modo proprio con lui. L'obiettivo è quello di far ricongiungere Chupa alla sua famiglia prima che i cattivi lo catturino.

Non è difficile capire perché tra Alejandro e Chupa si instauri un'amicizia così profonda. È probabile che il bambino soffra già di per sé l'essere di origini messicane e a scuola questo è motivo di bullismo e prese in giro da parte dei compagni di scuola che lo chiamano sfigato.

Non viene mostrato molto di questa parte della sua vita, ma le poche scene iniziali bastano a capire il suo malessere. Inoltre, l'aver perso da poco il padre non lo aiuta, soprattutto perché ha interiorizzato il dolore senza sfogarsi. Il viaggio in Messico per conoscere quella parte di famiglia che ha sempre rifiutato è un ricongiungimento con una parte di sé dapprima rifiutata e poi accolta come tassello mancante della sua crescita. Nella piccola creatura che incontra, Alejandro vede una proiezione di sé stesso e nonostante leggenda vuole che il chupacabra sia un animale pericoloso e violento, lui non ha paura ad avvicinarlo. Anche Chupa, dal canto suo, è un figlio smarrito che ha perso la sua famiglia a causa dei cattivi che gli danno la caccia. Gli antagonisti del film lo vedono solo come l'ennesimo modo per far soldi e modo, seppur velato, di "liberare" il mondo da un pericolo mortale. Alejandro, suo nonno e i suoi cugini vanno al di là delle dicerie, vogliono proteggerlo e farlo ricongiungere alla sua famiglia.

Così come Chupa sta cercando di ritornare a casa, lo stesso discorso vale per Alejandro. La sua però è una casa che deve ancora scoprire e di cui, dopo averla conosciuta, non potrà fare a meno. Nella diversità i due piccoli protagonisti trovano un punto d'incontro dalla quale ripartire.

Il folklore al servizio di tutti

Chupa è un film che mette il folklore popolare al servizio di tutti. Non è neanche la prima volta che cinema e televisione utilizzano questo animale mitologico come espediente attorno a cui costruire una trama. A differenza, però, di altri prodotti audiovisivi che ritraevano o semplicemente parlavano del chupacabra come un animale pericoloso, avido di sangue di capra o altri animali domestici, Cuarón decide di farne una creatura dolce e tenera e lo rappresenta anche in modo insolito rispetto alle voci che lo descrivono come un animale simile al coyote o comunque appartenente alla famiglia dei canidi.

Il piccolo Chupa ha molto del grifone (altra creatura leggendaria), riprendendone il corpo leonino e pure la testa, che invece era d'aquila nell'animale mitologico greco. Ha le ali e la coda dotate di piume di un bel colore blu-azzurro e la computer grafica ha fatto di tutto per rendere il viso del cucciolo emotivamente leggibile. Se un neo bisogna trovare nella realizzazione tecnica è proprio la CGI, che scarseggia nella resa generale delle creature. Una discrepanza che si nota ancor di più se si guarda alla cura stilistica e narrativa del film.

Chupa è un ottimo lungometraggio per famiglie e ai giovanissimi ha molto da insegnare, un po' come fece Spielberg negli anni Ottanta con il suo E.T. Quando il cinema dà valore a sentimenti come l'amicizia ponendola al di sopra di tutte le differenze e gli ostacoli non si può fare altro che apprezzare. Se poi ci si commuove anche - e con questo titolo potrebbe capitare -, vuol dire che ha toccato le giuste corde per far riflettere sull'argomento in modo semplice, ma efficace.

Chupa Chupa ha un target di riferimento ben preciso. Famiglie e ragazzi sono il pubblico prediletto, ma ha le carte in regola per piacere a tutti. La storia d'amicizia tra il piccolo Alejandro e Chupa, un cucciolo di chupacabra, è portatrice di sani valori trasmessi in modo semplice, ma efficace. Curato stilisticamente e narrativamente, pecca nella resa visiva generale delle creature leggendarie protagoniste. Tuttavia, questo è solo un piccolo neo, perché il film riesce perfettamente nel suo obiettivo.

8

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