Chick Fight, la recensione del film su Prime Video

Un'indecisa action-comedy, sospesa tra ironia demenziale e violente lotte sul ring, ambientata nel mondo degli incontri clandestini tra donne.

Chick Fight, la recensione del film su Prime Video
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Anna Wyncomb non sta attraversando un periodo semplice. La macchina è stata portata via dal carro attrezzi, il padre vedovo da nove mesi le rivela la propria fluidità sessuale e le presenta il suo nuovo compagno e il bar nel quale lavorava, privo di assicurazione, è rimasto vittima di un incendio.
Al verde e senza molte aspettative di fronte a sé, Anna viene convinta da una sua amica poliziotta a partecipare a degli incontri clandestini in un locale di fight club tutto al femminile. La protagonista scopre così che l'amata madre era una campionessa di questa violenta disciplina e decide di tentare la sorte sul ring, nella speranza di racimolare qualche soldo.
Dopo aver assunto come allenatore lo stravagante Jack Murphy, uomo di mezz'età con il vizio dell'alcool, Anna inizia un lungo periodo di addestramento per essere pronta ad affrontare le sue avversarie. La situazione si complica quando a sfidarla è l'ambiziosa e subdola Olivia, campionessa ancora imbattuta, e si innamora del suo fidanzato, l'affascinante dottor Roy.

Botte e risate

Il girl-power negli ultimi anni è stato manifestato in ogni salsa e colore, tanto che bene o male tutti i generi cinematografici sono stati esplorati al fine di sottolineare l'importanza dell'emancipazione femminile nel nuovo millennio.
Il mondo della lotta tra membri del fu gentil sesso era stato recentemente al centro della serie televisiva Netflix Glow, cancellata per il dispiacere dei fan dopo la terza stagione, e ora si ripresenta in forma di action-comedy a sfondo demenziale, ambientando il tutto tra i ring pieni di sangue e sudore di un vero e proprio fight club al femminile.
Si cerca di dare anche una sorta di pseudo motivazione sociale riguardo le scelte di queste atlete improvvisate, come se l'affrontare le proprie paure e i propri problemi attraverso un incontro sul quadrato fosse la panacea per tutti i mali.
Donne di ogni estrazione e ceto sociale prendono parte a questi furiosi combattimenti, tra vistosi effetti visivi pieni di rallenty, schizzi di sangue e corpi che cadono a terra in un roboante fragore sonoro. Il prezioso uso delle controfigure è senza dubbio servito per le sequenze marziali più tecniche e complicate, ma questo pesante intervento della tecnologia toglie fascino e verosimiglianza alle fasi di pura azione.

Un mix sgangherato

Certo Chick Fight, nuova esclusiva del catalogo Amazon, non si prende mai sul serio già a partire da una sceneggiatura che cerca di miscelare senza un effettivo equilibrio l'anima più rozza e primitiva del racconto con uno smaccato humor di grana grossa, tra gag e battute che vanno a segno solo nella metà delle occasioni.
Passi l'eccessivo riferimento ai variegati gusti sessuali, tra padri che decidono di partecipare a orge e poliziotte sovrappeso in grado di conquistare affascinanti donzelle, ma l'anima comica non è mai in grado di adattarsi al resto del contesto. Il regista Paul Leyden, alla sua seconda prova dietro la macchina da presa, realizza un film che risulta essere una creatura sospesa, alla costante ricerca di una propria identità.
Le stesse scelte di casting appaiono più ambigue che realmente riuscite. Alec Baldwin è ormai abbonato su grande schermo a vestire ruoli da comprimario-macchietta ed è forse il minore dei mali: a convincere poco sono la protagonista Malin Akerman, poco credibile nel suo percorso di "formazione guerriera" e schiava di cliché tipici, e la villain di Bella Thorne, troppo caricata e baldanzosa nella sua figura di sexy e impossibile, ma poi non così imbattibile.

Chick Fight Un fight club tutto al femminile in cui donne di ogni estrazione sociale se le danno di santa ragione in incontri illegali. L'esplosione del girl-power su grande e piccolo schermo degli ultimi anni ha dato il via a prodotti di qualità ma anche ad altrettante operazioni gratuite e per nulla necessarie, come nel caso di questo Chick Fight. Con protagonisti maschili non sarebbe cambiato assolutamente nulla, dato che il film è un’improbabile accozzaglia di umorismo demenziale tipico di un certo cinema americano - tra continui riferimenti a pratiche sessuali di ogni tipo e genere - e scene d'azione sul ring che, pur ben realizzate grazie all'ottimo lavoro delle controfigure e al marcato uso di soluzioni ad hoc atte a sottolineare la violenza dei colpi dati e presi, stonano con tutto il resto. Si ride a sprazzi e si possono saltuariamente apprezzare alcune delle suddette dinamiche action, ma nel complesso ci troviamo di fronte a un titolo senza capo né coda.

5

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