Chernobyl 1986, la recensione del film originale Netflix

Approda sul servizio di streaming online il film russo diretto e interpretato da Danila Kozlovsky dedicato al disastro di Pripyat.

Chernobyl 1986, la recensione del film originale Netflix
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Ci sono opere cinematografiche e televisive che grazie alla loro indiscutibile qualità riescono a imprimersi con decisione nei ricordi degli spettatori. Uno dei più recenti esempi è sicuramente la splendida Chernobyl di HBO, mini-serie tv scritta da Craig Mazin e diretta da Johan Renck vincitrice anche di 3 Emmy Awards nel 2019, prima dello scoppio della Pandemia di Coronavirus. Un'opera portentosa per regia, struttura, scrittura e interpretazioni, in grado di farsi dramma e orrore allo stesso tempo, scavando a fondo tanto nelle dinamiche dell'incidente della Centrale Nucleare di Pripyat quanto nelle tragiche conseguenze umane e sociali di quell'infausto evento.

Un progetto in grado di lasciare un segno tangibile e indelebile del suo passaggio, in buona sostanza, a differenza di questo Chernobyl 1986 diretto e interpretato Danila Kozlovsky, film russo messo in cantiere appena dopo il successo del prodotto HBO che proprio come i titoli rip-off di serie C della Asylum tentano una strada d'emulazione che in verità non riescono minimamente a percorrere in scopo o portata.

I pompieri di Chernobyl

Evitando già in partenza i toni cupi e rarefatti della serie americana, disinteressandosi cioè di un approfondimento funzionale e attivo dei meccanismi e degli errori che hanno portato al disastro nucleare, anche per non toccare uno dei nervi più malandati e scoperti dell'ex-URSS (il film è prodotto grazia al sostegno della Russian Cinema Fund) e dunque peccando già a monte di superficialità, Chernobyl 1986 è prima di tutto una storia di famiglia, di sacrificio e abnegazione.

Protagonisti principali della vicenda sono infatti il pompiere di Pripyat Alexey Karpushin (Kozlovsky) e la moglie e parrucchiera Olga Savostina (Okshana Akinshina), la cui relazione è proprio il fulcro principale del racconto, l'incipit romantico con cui parte una storia d'amore che proprio come suggerisce il titolo originale dell'opera (Chernobyl: Abyss) comincerà improvvisamente a inabissarsi nei meandri della drammatica esplosione del Reattore N° 4.
L'intenzione di Kozlovsky è quella di provare a identificare il dramma umano della popolazione di Pripyat durante quei tragici giorni, senza però tentare una strada cinematograficamente solida od originale, che possa dirsi riuscita o anche solo accattivante. È in tutto e per tutto una dilatazione revisionata in chiave produttiva mediocre della vera storia del pompiere Vasilij Ignatenko e della moglie Ljudmila, personaggi già descritti con molta più enfasi e doloroso contenuto nella Chernobyl di Mazin.

Al netto di interpretazioni anche abbastanza riuscite da parte del cast principale, il problema sostanziale del film è che resta piatto e approssimativo tanto nel dramma quanto nei momenti di alta tensione, eccetto forse quello più atteso da tutti (l'esplosione) e che il titolo lascia invece vivere all'improvviso al pubblico attraverso gli occhi di tre bambini, filtrando il tutto con una telecamera.

Le scene "d'azione" che vedono al centro della scena i pompieri o le conseguenze effettive e fisiche delle radiazioni non sono mai efficaci e inquietanti come invece dovrebbero, anzi vengono ammorbidite da una regia che non sa valorizzare la profondità e le emozioni di quei momenti (pur riuscendo in qualche bella inquadratura).

Non ci fosse stata Chernobyl di HBO in circolazione, il film di Kozlovsky sarebbe comunque rimasto insufficiente per una questione di mancanza di veridicità di visione e per un generale vuoto qualitativo che si fa vivo e vibrante soprattutto durante le fasi post-incidente, quando il film comincia ad arrotolarsi su se stesso senza una chiara direzione da prendere - se non quella più semplice e scontata. Si arriva così al classico finale strappalacrime che però non bagna nessuna guancia, poiché troppo posticcio e a suo modo fastidiosamente buonista nei confronti di un regime che è stato causa principale di uno dei più grandi danni artificiali della storia dell'umanità.

Chernobyl 1986 Chernobyl 1986 di e con Danila Kozlovsky è un disaster movie prodotto dalla Russian Film Commission che si rivela essere una sorta di rip-off in stile Asylum della premiatissima miniserie HBO di Craig Mazin. Il film approfondisce poco o nulla del disastro in sé e per sé, interessandosi invece al lato drammatico e umano post-esplosione, alla conseguenze sociali e familiari di un evento critico come quello dello scoppio del Reattore N° 4. Purtroppo pecca in ogni suo aspetto di una certa superficialità di fondo, lasciandosi guardare con un certo disinteresse e riuscendo a colpire solo per qualche bella inquadratura e per delle interpretazioni tutto sommato riuscite. Il resto è decisamente dimenticabile e sottotono.

4.5

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