Recensione Che Guerriglia

Guevara in Bolivia, nella seconda parte della biopic firmato da Soderbergh

Recensione Che Guerriglia
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Seconda Parte

"Signor Colonnello, sono Ernesto Che Guevara, mi spari. Tanto sarò utile da morto, come da vivo"Arriva in Italia la seconda parte del dittico di Steven Soderbergh dedicato a una delle figure più controverse del ‘900: Ernesto Guevara de la Serna, meglio noto come il Che. Rivoluzionario, teorico marxista, generale, guerrigliero, Guevara ha attraversato trent'anni di storia dell'America Latina (e del mondo), prima a Cuba e poi in Bolivia, sulle orme del Libertador Simon Bolivar. Soderbergh, dopo averci raccontato il trionfo della rivoluzione castrista e la cacciata del corrotto governo filo americano da La Havana, fa un salto in avanti di sette anni e ci mostra un Che diverso rispetto al primo film, più maturo e cupo, ormai inscindibile dalla sua missione umana e politica. Dopo aver rinunciato ad ogni incarico nel governo dell'amico Fidel, Guevara decide di portare il verbo della rivoluzione anche nel resto del continente, convinto che i tempi siano maturi per un'insurrezione generale contro lo strapotere nordamericano. Dopo essere stato in Congo e Venezuela, deciderà di occuparsi della Bolivia, governata da una giunta militare corrotta e incapace, al soldo della Cia e di Kissinger. Ma la situazione qui è molto diversa rispetto a Cuba; prima di tutto gli americani hanno capito gli errori commessi sull'isola e non hanno intenzione di mollare la presa altrettanto facilmente, in secondo luogo Guevara ormai è un personaggio pubblico e ha gli occhi di mezzo mondo puntati addosso. Come conciliare tutto questo con le necessità della Guerriglia?

Sulla Guerriglia

"In quel giorno d'ottobre, in terra boliviana era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara..."(Francesco Guccini, Stagioni)In Guerrilla Soderbergh, costruisce la vicenda boliviana di Che Guevara esattamente come, nella prima parte, aveva raccontato la rivoluzione cubana. I due film si possono quasi sovrapporre, tanto sono simili nello svolgimento, e, purtroppo nei difetti. Se ne "l'Argentino" le lungaggini delle peregrinazioni nella Sierra Maestra avevano un senso perché culminavano nella scena madre della presa di Santa Clara, in Guerrilla diventano un riempitivo noioso, dato che le situazioni sono sempre le stesse, con i nuovi personaggi che replicano esattamente i profili psicologici di quelli visti nel primo film, però con meno profondità. I protagonisti della rivoluzione cubana, anche storicamente, avevano uno spessore umano infinitamente superiore a quello del raffazzonato gruppo di guerriglieri che Guevara riesce a raccogliere intorno a se in Bolivia. Il film, così, fin dai primissimi minuti, comincia a contorcersi su se stesso, ricadendo tutto sulle spalle del sempre bravissimo Benicio del Toro. Guerrilla è un monologo di due ore, un ritratto denso e forse troppo impietoso di un uomo che è arrivato a confondere il suo egotismo con il bene dell'umanità. Rispetto al Che Argentino, il Che di Guerrilla è un uomo molto diverso, chiuso in se stesso, con delle convinzioni incrollabili, sicuro che il modello cubano possa essere esportato in tutto il mondo. Non a caso, per mostrarci ancora di più questo nuovo "integralismo" del character, Soderbergh ha eliminato tutte le digressioni che occupavano buona parte della prima tranche sostituendole con scorci di vita vissuta nel campo base, o guadando fiumi o con alcune drammatiche sequenze che ritraggono Guevara alle prese con i suoi sempre più frequenti attacchi d'asma. Il mito costruito nel primo episodio viene distrutto pezzo per pezzo, in un crescendo di ingenuità militari, errori politici e puri e semplici sbagli. Fin dai primi minuti del film si percepisce quest'aria diversa, più triste, quasi da tragedia greca, tutto sembra puntare alla disfatta e Guevara sembra accorgersene quasi subito, ma sceglie di continuare, nonostante tutto e tutti. "Lei non crede in niente, Comandante?", "No, io credo nell'uomo", dice il Che una volta catturato, e sarà proprio questa sua incrollabile fiducia a condurlo alla sconfitta finale. Ma, sembra volerci dire Soderbergh, la fiducia nell'uomo non basta se mancano le condizioni oggettive per il trionfo. Una morale amara, ma che si specchia alla perfezione nei nostri tempi privi di sogni e ideali.

Guerriglia cinematografica

Soderbergh ha avuto coraggio, e una discreta dose di pazzia. Per questo film sia lui che Benicio del Toro hanno messo in gioco una gran parte di loro stessi, credendo in un progetto che nessun produttore avrebbe mai finanziato. Il risultato è però monco: se da una parte si resta ammirati dalla regia quasi documentaristica e dalla performance straordinaria del protagonista, dall'altra è difficile digerire un film di quasi quattro ore così lento e ponderoso. Probabilmente però siamo davanti al ritratto più sincero e fedele che Hollywood abbia mai tributato a Ernesto Guevara, privo di eroismi gratuiti e senza processi postumi. Soderbergh ci racconta la grande vita di un uomo che ha fatto delle scelte, giuste o sbagliate, e lascia che sia il pubblico a decidere cosa pensare. E per un cineasta americano, nato e cresciuto nello studio system è un cambio di prospettiva non da poco."Addio, è il capolinea So che non ritornerai A Quebrada de lo Yuro Ti aspettavano i macellai Ti hanno mostrato ai giornalisti Hanno detto "Eccolo, è lui" Regna l'ombra su Valle Grande Addio, dormi tranquillo Perché non finisce qui L'avventura è ripartita Resta intatta l'ultima idea E da qualche parte del mondo C'è qualcuno come te Che prepara un nuovo viaggio" (Modena City Ramblers, Transamerika)

Che - L'argentino Guerrilla, da solo, è un film monco, lento e poco incisivo, quasi insufficiente. Visto insieme alla sua prima parte, però, acquisisce un’unitarietà espressiva che manca ai due episodi singoli. Il nostro consiglio è di considerare Che come un film unico, cercando per quanto possibile di guardarlo tutto di seguito, non considerando le due pellicole come l’una il seguito dell’altra, ma come due componenti di uno stesso edificio, entrambe fondamentali e non scindibili.

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