Nel dicembre del 1980 Mark David Chapman arriva a New York con l'obiettivo di uccidere John Lennon. Nei giorni precedenti all'omicidio l'uomo si mette in attesa, come tanti altri fan del leggendario membro dei Beatles, davanti al Dakota, il palazzo dove il musicista viveva con la compagna Yoko Ono, per farsi autografare l'ultimo album.
Qui ha modo di conoscere un'altra ragazza, Jude, con la quale tenta un approccio, castrato sul nascere dai suoi strani comportamenti fatti di veri e propri momenti di follia. In Chapter 27, dalle bugie nelle discussioni coi tassisti al crescente senso di paranoia che inizia ad assillarlo nelle notti precedenti all'esecuzione del crimine, Chapman rivela un'instabilità mentale sempre maggiore e una morbosa ossessione per il romanzo Il giovane Holden, classico tra i classici della letteratura americana, nel quale finisce per identificarsi con il giovane protagonista.
Imagine

Uno tra i film più controversi dello scorso decennio, capace di suscitare polemiche fin dall'annuncio della sua realizzazione. E non è difficile capirne il motivo, visto lo spinoso argomento biografico dal quale Chapter 27 prende ispirazione, ossia quello relativo all'insensato omicidio di John Lennon avvenuto l'8 dicembre 1980 al di fuori del palazzo newyorchese dove questi alloggiava con la storica compagna Yoko Ono. La sceneggiatura dell'esordiente regista tedesco J.P. Schaefer, la cui carriera inizia e finisce proprio con questo film (forse anche per via del boicottaggio mediatico successivo all'uscita e del relativo insuccesso ai botteghini, con tanto di mancata distribuzione nella sale nostrane), è infatti tratta da Let Me Take You Down: Inside the Mind of Mark David Chapman, libro di interviste raccolte dal giornalista Jack Jones in quei fatidici tre giorni nella Grande Mela, ignaro poi di quanto sarebbe realmente accaduto, e segue il punto di vista dell'assassino nelle fasi cruciali che precedono l'omicidio a sangue freddo del cantante.
I fan, la stessa Yoko Ono e il figlio Sean hanno accusato l'operazione di mancanza di sensibilità e di aver concesso un inutile spazio alla figura del killer, qui tratteggiato come un uomo dagli evidenti disturbi mentali che vengono sempre più alla luce con lo scorrere dei minuti (e del cui destino siamo, come prevedibile, informati al giungere dei titoli di coda).
Questione di attese

Il disturbato protagonista può contare sulla solida e sofferta performance di Jared Leto, ingrassato di ben 30 kg per interpretare il ruolo e assolutamente irriconoscibile nella sua estrema trasformazione fisica, la quale non a caso ha comportato diversi problemi di salute all'attore premio Oscar - nonché frontman dei 30 Seconds to Mars. Il suo Chapman è l'assoluto mattatore degli ottanta minuti di visione, con una totale assenza di figure secondarie, se si esclude il pur breve minutaggio dedicato alla giovane fan di Lennon con il volto di Lindsey Lohan. Una scelta inusuale che nelle intenzioni serviva a concentrare l'intero insieme sulla instabile psiche di Chapman ma che si rivela fallace nel continuo reiterarsi di voice-over (vera e propria costante narrativa) e di situazioni simili e allungate forzatamente, fino all'evento chiave nel finale mostrato volutamente fuori campo.
Il titolo Chapter 27 è riferito a un immaginario capitolo de Il giovane Holden (Catcher in the Rye in originale) di J. D. Salinger, il romanzo "di formazione" per eccellenza della cultura a stelle e strisce, che ne ha in realtà ventisei. Il vero problema della pellicola però, pur interessante sotto certi aspetti, risiede in uno sguardo d'insieme troppo limitato che finisce per stritolare i sussulti emotivi e tensivi della storia, diretta senza particolari sussulti verso un epilogo dall'amara conclusione già scritta.