Cenerentola Pop, la recensione del film Netflix

Una moderna rivisitazione della fiaba classica, dove la giovane protagonista sogna di fare la DJ e si innamora di un cantante pop.

Cenerentola Pop, la recensione del film Netflix
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Cintia Dorella è una romantica diciassettenne che vive con gli adorati genitori in una splendida casa. Il mondo le crolla addosso quando durante una festa viene scoperto il tradimento del padre nei confronti della moglie, con l'uomo che convola a nozze con la subdola Patricia, madre di due coetanee e compagne di classe di Cintia, le frivole Graziele e Gisele.
La protagonista da quel momento smette di credere nell'amore e si concentra esclusivamente sul suo grande sogno, quello di diventare un'affermata DJ. La sua prima esibizione dietro la console le "affibbia" il nome d'arte di Cinderella e alla seconda performance la ragazza fa colpo sull'affascinante cantante Freddy Prince. Quest'ultimo ignora la sua identità, in quanto Cintia portava una maschera, e l'unico indizio che ha per rintracciarla è una scarpa da ginnastica abbandonata nel camerino.

Una Cenerentola a prova di adolescenti

Tra versioni animate e live-action la fiaba di Cenerentola ha vissuto più e più vite sia sul piccolo che sul grande schermo, riutilizzando il plot alla base dell'iconica storia sia tramite un approccio classico che in connotazioni moderne rivolte al pubblico di adolescenti.
Cenerentola Pop appartiene proprio a quest'ultima categoria e cerca nelle intenzioni di rinvigorire le dinamiche base della narrazione in un contesto musicale a prova di giovanissimi: sonorità elettroniche e ballate romantiche di stampo pop sono infatti un elemento dominante dei novanta minuti di visione.
Battente bandiera brasiliana, questa nuova incarnazione - disponibile in esclusiva nel catalogo di Netflix - pecca purtroppo di diverse ingenuità e lo stanco e inerte reiterarsi delle scaramucce tra la giovane protagonista e l'odiosa matrigna finisce ben presto per portare alla noia, con il lieto fine già ampiamente scritto che segue senza troppe sorprese quello dell'opera originaria.

Vecchio e nuovo

Il regista Bruno Garotti, già autore di un altro recente e mediocre originale Netflix quale la commedia Ricchi d'amore (2020), non trova il giusto equilibrio tra il lato sentimentale e quello comico e a lungo andare il film fatica a seguire le proprie linee guida, con evidenti forzature in fase di sceneggiatura e un insistito ammiccare al target principale di riferimento, con i social network e un'emotività di facile consumo a caratterizzare le fasi salienti del racconto.
Cenerentola Pop ripropone tutti i passaggi e le figure chiave della storia in ottica contemporanea, dall'istrionica zia che prende il posto della Fata Madrina all'immancabile "scarpetta" con la quale riconoscere la predestinata, e accentua in maniera eccessivamente negativa figure come quella del padre, cieco e sordo alle richieste d'aiuto della figlia.
Figlia che trova almeno una discreta dose di verve nella performance di Maisa Silva, attrice e cantante che sia per aspetto fisico che per espressività può ricordare la ben più famosa collega Selena Gomez.

Cenerentola Pop L'iconica fiaba romantica ha vissuto e rivissuto decine di volte sia sul piccolo che sul grande schermo e ora anche Netflix può dire di avere la sua versione. Non che ci sia molto di cui vantarsi, visto che ci troviamo di fronte a una moderna reinterpretazione rivolta a un pubblico di (pre)adolescenti senza troppe pretese. Cenerentola Pop aggiorna infatti l'amabile narrazione in un contesto giovanilistico privo di ambizioni e virtù, dove la musica - elettronica e pop - gioca un ruolo fondamentale ai fini dei forzati eventi, tutti ricalcati sulle dinamiche base che chiunque conosce. Dalla perfida matrigna alla scarpetta rivelatrice, le situazioni sono qui aggiornate in una chiave frivola e poco appassionante, a cominciare da un lato romantico che si spegne lentamente tra luoghi comuni e improbabili colpi di scena.

4.5

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