Catherine Recensione: diario di un'adolescente del Medioevo

Bella Ramsey è la protagonista di un period drama insolito, capriccioso e giocoso, proprio come la sua protagonista ideata dalla penna di Lena Dunham.

Catherine Recensione: diario di un'adolescente del Medioevo
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La scrittura di Lena Dunham ha uno stile diretto e contraddistinto. La si riconosce facilmente dietro alle stoccate contro il patriarcato e la liberazione degli stereotipi e delle gabbie femminili di cui si è saputa privare con la serie generazionale Girls. Un manifesto immancabilmente collegato alla visione femminile all'interno della contemporaneità in cui la storia veniva narrata, che ha visto crescere e sviluppare lo sguardo di Dunham sul mondo così come quello dei fan e dei personaggi. Le tematiche care alla penna dell'autrice sono rimaste anche col proseguimento di una carriera che ha preso il via col prodotto seriale della HBO e che l'ha vista muoversi e spostarsi tra la stesura di storie e le comparsate nella recitazione (sapete la storia di Lena Dunham e il bacio a Brad Pitt in C'era una volta a Hollywood?), dividendo il proprio estro nei vari aspetti artistici e produttivi dell'audiovisivo.

Al suo secondo film del 2022, dopo il rilascio di Sharp Stick presentato al Sundance, Lena Dunham passa prima dal Toronto International Film Festival per arrivare poi col suo Catherine tra le uscite delle pellicole di ottobre 2022 di Amazon Prime Video. Anche qui trovandosi di fronte alla sfrontatezza di una giovane protagonista (Bella Ramsey) costretta alle regole imposte da Dio e dagli uomini nei confronti della mente, del corpo e dell'esistenza delle donne. Un'adolescente alle prese col suo primo ciclo e i presunti doveri che comporta, tra il rispetto dei voleri verso la propria famiglia e il suo fregarsene totalmente.

Una "Lady" e il suo posto nel mondo

Lo spirito audace di un'opera come Catherine esalta la peculiarità della sua protagonista, che nell'essere la tipica eroina di una novella Medievale, aspirante sposa che rifiuta il matrimonio e rinnega i buoni costumi del suo titolo, ne risulta al contempo del tutto estranea. Certamente il film affronta il sentiero di consapevolezza del ruolo a cui vengono incatenate le donne e altrettanto consciamente ne cerca il più radicale dei distacchi.

Nel delineare il percorso di auto-apprendimento della giovane, infatti, il racconto attraversa una via e delle evoluzioni giocosamente articolate. Insolite nel tratteggiamento retto e invariabile delle storie legate alle figure femminili in cerca di riscatto e risoluzione, facendo della pellicola espressione del carattere capriccioso e insolente della sua protagonista.

In Catherine il senso di insolito di fronte a cui ci pone il personaggio omonimo si allarga alla rifinitura dei dettagli e dei rapporti che abbelliscono la narrazione, la quale non segue per alcun motivo i canonici flussi di un'opera in cui la sua eroina vuole solamente ribellarsi ai propri cari e all'intero establishment, ma restituisce la confusione dell'essere così giovani e dover ancora capire come si sopravvive alla vita. Di quale possa essere il nostro posto nel mondo, quello che la madre della ragazza si augura sia "quello adatto" per i suoi figli: non imposto da altri, dal rango, dalle doti, bensì spazio sulla terra a cui si sente di appartenere e in cui poter essere se stessi.

Crescita, salvezza e famiglia

Un cielo in cui la nostra Catherine (detta anche Birdy, cita il titolo originale) tenta continuamente di volare, nascondendo ai genitori il suo essere diventata a tutti gli effetti una donna, mostrandosi indisposta verso i corteggiatori pronti a chiedere la sua mano, ma osservando e parlando anche con le persone che la circondano e imparando dalle situazioni in cui si trova coinvolta.

Un avvicinarsi agli altri per scoprire di più della propria interiorità, capendo di poter essere tanto salvatori di sé o di chi si ha accanto quanto, addirittura, poter essere salvati - seppur a tempo determinato. Un arzigogolarsi di umori e lezioni che l'adolescente apprende innamorandosi e perdendo l'amore, affondando le radici nelle vere amicizie e scontrandosi con un'immagine patriarcale che Lena Dunham riempie di conflittualità e beneficio del dubbio, entrando in contrasto con l'idea severa e noncurante del padre medievale. Un Andrew Scott marito di Billy Piper e padre della protagonista, la versatile Bella Ramsey, che nei duetti con la giovanissima collega mette in mostra lo scrutarsi e studiarsi di un genitore con la propria figlia. Un rapporto che diventa sottotesto fondamentale per la crescita e lo sguardo sul mondo di Catherine, inusuale anche questo e in riga con il resto delle capriole nella sceneggiatura e nella recitazione dell'opera.

Con una giovane ancora impossibilitata nello spiccare il volo eppure assai più in alto di tante sue coetanee nell'assimilazione di quei codici di comportamento e delle buone maniere così da poter stravolgere il tutto, Catherine si sprigiona come la personalità della sua protagonista. Un riflesso di arguzia e impetuosità, per il diario di una giovane adolescente del Medioevo che si appresta a diventare una meravigliosa, splendida, pazza e scherzosa donna.

Catherine-film Lena Dunham continua a esplorare con la sua penna il mondo dei personaggi femminili e lo fa stavolta con un'adolescente nel Medioevo pronta a diventare donna. Un ritratto giocoso e arzigogolato di una giovane decisa a non rinunciare alla sua libertà, per una storia capricciosa nella scrittura e nella recitazione come il carattere della sua protagonista, una bravissima Bella Ramsey, la quale esplora anche un peculiare rapporto padre-figlia con il personaggio di Andrew Scott.

7

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