Castle Falls recensione: su Sky l'action con Dolph Lundgren e Scott Adkins

L'attore svedese è anche il regista di un action b-movie senza infamia e senza lode, godibile solo per gli appassionati del filone.

Castle Falls recensione: su Sky l'action con Dolph Lundgren e Scott Adkins
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Il Dolph Lundgren attore non ha certo bisogno di presentazioni: il granitico colosso svedese, consacrato al successo di pubblico dall'iconico ruolo di Ivan Drago nella saga di Rocky - qui trovate 10 curiosità su Ivan Drago - , è un'assoluta star del panorama action e la sua carriera nel campo dei b-movie conta una sfilza quasi infinita di titoli più o meno riusciti.

In pochi conoscono però anche la parallela carriera del Nostro da regista, anche per via dei titoli non certo memorabili da lui diretti, quasi tutti confinati al panorama straight-to-video. Attivo dietro la macchina da presa dal lontano 2004, ma inattivo dagli oltre dieci anni di Icarus (2010), Lundgren si è messo nuovamente in gioco da entrambi i lati della camera proprio con Castle Falls, disponibile su Sky e NOW, dove divide il set con un'altra star contemporanea del filone, da molti considerato il vero e proprio erede della generazione anni Ottanta, Scott Adkins. Proprio per Lundgren, Adkins sarebbe perfetto per il ruolo di The Punisher.

Castle Falls: pronti a tutto

Dopo decenni di totale abbandono, l'ospedale di Castle Heights sta per essere demolito e la dinamite è stata piazzata in attesa dell'evento cittadino, che sarà presenziato dal sindaco in persona. Nessuno era a conoscenza del fatto che il leader di una banda criminale, che al momento si trova dietro le sbarre, avesse nascosto oltre tre milioni di dollari - rubati a una gang rivale - all'interno dell'edificio.

Ma ora il fatto è arrivato all'orecchio di diversi individui che, per un motivo o per l'altro, intendono far loro il malloppo. Vi è un'altra spietata gang, armata fino ai denti e pronta a tutto, un ex lottatore di MMA che si è imbattuto nel denaro mentre lavorava lì come operaio addetto alle fasi di demolizione e una guardia carceraria. Quest'ultima ha un motivo ben preciso per passare "dall'altro lato della legge": la figlia infatti è malata di cancro e il denaro serve al più presto possibile per poterle pagare le costose cure necessarie alla sopravvivenza.

Senza mezze misure

Lundgren ha senza dubbio polso quando è il momento di dirigere l'azione pura, e non è un caso che le sequenze più riuscite siano proprio quelle che lo vedono impegnato in prima persona o che vedono protagonista Adkins, con tanto di breve scontro tra i due che farà la felicità di tutti gli appassionati. Lo stesso non si può dire quando il film cerca di raccontare altro oltre il mero impianto ludico alla base e in questo Castle Falls mostra i suoi limiti maggiori. La malattia della figlia, elemento scatenante della trama, è infatti appena abbozzata e in generale l'elemento drammatico è privo del necessario pathos a tema, così come l'intreccio relativo al personaggio di Adkins, un lottatore di MMA al quale manca, parole del suo istruttore, il cosiddetto "killer instinct".

La messa in scena è canonica e senza eccessivi guizzi, con alcune soluzioni registiche che cercano di variare la staticità dell'assunto, ma l'utilizzo così anonimo e gratuito dello split screen e il timer su schermo, a sottolineare la corsa contro il tempo che vede coinvolti i protagonisti, non riescono ad imprimere ulteriore verve all'insieme. Latita quello slancio emozionale che avrebbe potuto rendere il tutto più appassionante e appassionato e, seppur il divertimento a tema non manchi, Castle Falls non possiede quel qualcosa in più per emergere nel panorama quanto mai affollato di produzioni a tema.

Castle Falls Il momento più atteso da tutti gli appassionati è senza dubbio lo scontro tra Dolph Lundgren e Scott Adkins, che puntualmente arriva, salvo poi rimettere le cose nella giusta carreggiata, con i due action hero pronti ad unire le forze contro i cattivi di turno. Castle Falls è un b-movie senza infamia e senza lode, dove l'attore svedese - anche regista e sceneggiatore - dirige col pilota automatico, trovandosi ovviamente a suo agio nel riprendere le coreografie d'azione ma risultando assai meno convincente nel cuore drammatico ed emotivo della storia, mai effettivamente coinvolgente nonostante gli spunti non mancassero.

5.5

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