Recensione Captain Phillips - Attacco in mare aperto

Il dirottamento della nave mercantile Maersk Alabama secondo Paul Greengrass

Recensione Captain Phillips - Attacco in mare aperto
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In mezzo all'infinità di fatti di cronaca destinati ad accompagnare l'inizio del terzo millennio, uno di quelli che hanno fatto piuttosto discutere è stato il dirottamento della nave mercantile Maersk Alabama, avvenuto tra l'8 e il 12 Aprile del 2009 per mano di quattro pirati somali.
Dirottamento che, conclusosi con l'uccisione di tre del quartetto di responsabili, la cattura dell'ultimo superstite e la liberazione del capitano Richard Phillips, ha fatto discutere soprattutto perché è stato il primo di una nave da carico statunitense in duecento anni di storia navale.
Aspetto che deve aver catturato l'attenzione del Kevin Spacey de I soliti sospetti (1995) e Superman returns (2006), tanto da spingerlo a figurare in qualità di produttore esecutivo di questa operazione su celluloide che si propone di raccontare al grande pubblico la ricostruzione di quanto accaduto.
Operazione che vede al timone di regia il britannico classe 1966 Paul Greengrass - autore di The Bourne supremacy (2004) e The Bourne ultimatum - Il ritorno dello sciacallo (2007) e che prende il via dalle pagine di A Captain's duty: Somali pirates, Navy SEALs, and dangerous days at sea, autobiografia di Phillips, scritta in collaborazione con Stefan Talty.

Trappola in alto Maersk

Il Phillips che, comandante della Alabama, ha sullo schermo le fattezze del due volte vincitore del premio Oscar Tom"Forrest Gump"Hanks, posto al centro di oltre due ore e dieci minuti di visione volte a rappresentare l'analisi a più livelli del sequestro da parte della banda di pirati somali.
Oltre due ore e dieci di visione che, su sceneggiatura del Billy Ray occupatosi degli script di Flightplan - Mistero in volo (2005) di Robert Schwentke e Hunger games (2012) di Gary Ross, aprono il 28 Marzo del 2009 per concentrarsi in maniera particolare sulla relazione tra il protagonista e la propria controparte somala, il dirottatore Muse alias Barkhad Abdi, delineando, allo stesso tempo, un ritratto in salsa thriller relativo alla miriade di effetti collaterali della globalizzazione.
Del resto, al largo della costa Somala, quindi su una rotta di collisione incontrovertibile, entrambi i personaggi finiscono per ritrovarsi a dover pagare il prezzo alle potenze economiche che sfuggono al loro controllo.

Tom e i pirati

Quindi, un'operazione non nuova per Greengrass, il quale, oltre a essersi occupato con Bloody Sunday (2002) dell'incidente del 1972 a Londonderry, in Irlanda del Nord, dove, durante una manifestazione per i diritti civili, tredici dimostranti disarmati vennero uccisi dai soldati britannici, ha già avuto modo di affrontare un altro dirottamento su grande schermo tramite l'ottimo United 93 (2006), incentrato sulla tragedia che vide protagonista il volo del titolo nel corso del tragico 11 Settembre 2001.
Spostandoci, allora, dall'aria all'acqua, è impossibile non effettuare un paragone con la pellicola in questione, che, sebbene resoconto di una tragedia avvenuta di cui tutti eravamo a conoscenza degli esiti negativi, ci portava comunque a sperare, di continuo, che i passeggeri dell'aereo escogitassero qualcosa per potersi mettere in salvo, man mano che la tensione non calava di un solo secondo.
Cosa che non avviene in questo caso, in quanto, al contrario, pur essendo lo spettatore consapevole del fatto che l'episodio realmente accaduto si sia concluso in maniera positiva, al fine di rendere più interessante e sorprendente l'elaborato arriva quasi a desiderare che a Phillips accada qualcosa che non è avvenuta nel vero episodio.
Una volta dedicatosi alla presentazione dei diversi personaggi, invece, Greengrass, come di consueto, sfrutta il suo sempre azzeccato connubio di montaggio frenetico e inquadrature veloci nel momento dell'assalto all'imbarcazione, per poi limitarsi a inscenare in maniera discreta, tra pistole puntate alla testa e caos sempre pronto a esplodere, l'attesa nei confronti della liberazione del protagonista, rischiando anche di annoiare, a tratti, lo spettatore.
Non da bocciare, ma, senza alcun dubbio, non rientrante tra i lavori più emozionanti firmati da colui che seppe conseguire lodevoli risultati di suspence anche nel Green zone (2010) interpretato da Matt Damon.

Captain Phillips - Attacco in mare aperto Regista della terza e quarta avventura cinematografica dell’agente segreto Jason Bourne, il britannico Paul Greengrass prende il due volte premio Oscar Tom Hanks per porlo nei panni del capitano Richard Phillips, uscito fortunatamente vivo dal dirottamento della nave mercantile Maersk Alabama, avvenuto tra l’8 e il 12 Aprile del 2009 per mano di quattro pirati somali. Come nel suo tesissimo United 93 (2006), quindi, si trova ad affrontare su celluloide il resoconto di un fatto di cronaca realmente avvenuto... questa volta, però, nonostante i numerosi momenti di tensione e movimento, la suspense sembra venire meno e ci si limita a documentare in finzione quanto avvenuto, non sempre riuscendo a coinvolgere nella giusta maniera lo spettatore.

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