Recensione C'é chi dice no

La commedia contro le raccomandazioni

Recensione C'é chi dice no
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Per la romana Paola Cortellesi, che abbiamo imparato ad amare soprattutto nell'ambito del piccolo schermo, dove è stata spesso al fianco della Gialappa's Band, l'annata 2010-2011 sembra essere stata non poco importante dal punto di vista cinematografico.
Infatti, mentre Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, interpretato dopo il brizziano Maschi contro femmine e nel quale veste i panni di una novella escort, ancora domina il botteghino tricolore, la troviamo in un'altra pellicola il cui titolo proviene direttamente da un noto successo musicale, questa volta rientrante nella discografia di Vasco Rossi.
Ed è sotto la regia del Giambattista Avellino cui si devono Il 7 e l'8 e La matassa che la troviamo nel ruolo della dottoressa di Firenze Irma, la quale, soppiantata in ospedale dalla nuova fidanzata del primario e stanca di sottostare alle ingiustizie dettate dalle raccomandazioni, decide di ribellarsi al sistema affiancata da due ex compagni di scuola: Max alias Luca Argentero, giornalista di talento costretto a scrivere sulle più improbabili riviste e scalzato dalla figlia di un famoso scrittore, e Samuele, specie di genio del diritto penale con le fattezze di Paolo Ruffini, il quale, in procinto di vincere un concorso per ricercatore, si vede il posto soffiato dal genero inconcludente di un barone universitario.

Nessuno li può giudicare

Quindi, con i tre che, impegnati a prendere di mira ognuno il raccomandato dell'altro, in modo che nessuno possa risalire a loro, mettono in pratica piccole vendette e molestie quotidiane che quasi ricordano le zingarate alla Amici miei, tra automobili spinte nella piscina ed acidi, ciò che prende progressivamente forma è una commedia dallo sviluppo non distante da quello di molti prodotti (apprezzabili) a stelle e strisce per teen-ager volti al liberatorio riscatto, tanto che viene la voglia di pensare ad una "rivincita dei nerds alla toscana".
E, mentre assistiamo alla nascita del movimento dei "Pirati del merito", in mezzo a nepotismi e favoritismi assortiti, e prendono inoltre parte alla vicenda due agenti di polizia con i volti di Max Mazzotta ed Edoardo Gabbriellini, si sorride a sufficienza e la giusta dose d'intrattenimento non manca, grazie anche ad una tutt'altro che disprezzabile prova del cast, al cui interno troviamo perfino i veterani e bravi Claudio Bigagli e Roberto Citran.
Peccato, però, che, pur godendo dinanzi ad affermazioni del calibro di "Non c'è differenza tra raccomandati e segnalati, per noi siete tutti stronzi uguale" o a sequenze come quella in cui i tre protagonisti rispondono a dovere durante una cena con i vecchi compagni di scuola figli di papà ed antipatici, lo spettatore in possesso di un minimo d'intelligenza, preso ad apprendere che il furto del merito è anche il furto della vita, non possa fare a meno di avvertire un certo retrogusto di presa per i fondelli, consapevole del fatto che l'attacco alle raccomandazioni gli stia arrivando direttamente dal mondo dello spettacolo, il quale ne è stracolmo e sembra ormai camparci sopra.
Con la risultante che, pur chiedendoci anche noi, come Giorgio Albertazzi nel corso del film, dove andrà a finire questo paese, difficilmente potremo prendere sul serio - nonostante il non positivissimo epilogo, quindi meno furbo e volto a spingere alla riflessione - una pellicola del genere, soprattutto se consideriamo che è sfornata dalla squallida e falsa Italia d'inizio XXI secolo, dove è divenuto più facile credere all'esistenza dei draghi e delle fatine che dei personaggi onesti e "puliti" qui rappresentati da Argentero & co.

C'è chi Dice No Una commedia italiana che si scaglia contro le raccomandazioni? Carina, simpatica, gradevole e ben interpretata, ma anche tremendamente ipocrita. D’altra parte, la domanda sorge spontanea: come possiamo apprendere una lezione morale da un universo come quello dello spettacolo, nel quale i cognomi sono sempre gli stessi e la famosa consegna del curriculum è stata da ormai troppo tempo sostituita con la frase: “Ti segnalo una persona da mettere a lavorare”?

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