La Tana, la recensione del cortometraggio che precede Soul

La Tana è il nuovo cortometraggio Pixar che avrebbe dovuto precedere Soul al cinema: è ora disponibile su Disney+.

La Tana, la recensione del cortometraggio che precede Soul
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Avrebbe dovuto precedere Soul al cinema, ma alla fine Burrow è stato distribuito su Disney+, proprio come accaduto al nuovo film della Pixar, disponibile dal 25 dicembre sulla piattaforma di streaming dell'azienda di Burbank. Così come il film di Pete Docter, quindi, il nuovo progetto dei Pixar SparkShorts, già disponibili su Disney+, andrà ad arricchire l'offerta natalizia. Oltre a poterlo vedere in anteprima, abbiamo avuto l'occasione di farci spiegare dalla regista le tematiche che si nascondono dietro al progetto, della durata di poco più di 5 minuti.

Il progetto per i giovani talenti

Facciamo una piccola premessa su cosa sono gli SparkShorts: siamo dinanzi a un programma sperimentale dei Pixar Animation Studios, nato con l'obiettivo di agire da fucina o comunque da test prima del lancio sul grande mercato.
Un modo per preparare le nuove leve a proporsi al grande pubblico: giovani registi possono quindi candidarsi con la propria idea per poter realizzare qualcosa di unico, che poi verrà trasformato in un cortometraggio che servirà da vero e proprio banco di prova.
Lo scopo è quello di sperimentare, di provare diverse tecniche, di lanciare sul mercato quelli che un domani potrebbero diventare i nuovi John Lasseter. Per questo motivo con Burrow ci siamo trovati dinanzi a tutti gli effetti a un titolo sperimentale, dal punto di vista dell'animazione più che della narrazione.

Il ritorno alla tradizione

Il cortometraggio diretto da Madeline Sharafian e prodotto da Mike Capbarat abbraccia l'animazione tradizionale e dice addio alla CGI e alle tecniche moderne.
Se poche settimane fa abbiamo assaporato il nuovo capitolo del franchise di Frozen che ci ha portato a scoprire la nascita e la genesi di Olaf spingendo forte sull'acceleratore della grafica moderna, con Pixar compiamo un triplo salto all'indietro, a quell'aspetto nostalgico al quale non possiamo restare impassibili.
La Pixar, d'altronde, con l'animazione tradizionale ha davvero ben poco da dividere, se non per il cortometraggio proposto prima di Ratatouille, Il tuo amico topo, e Kitbull, un altro prodotto inserito all'interno degli SparkShorts: per l'azienda che per prima ha realizzato un lungometraggio animato in CGI, d'altronde, aspettarsi l'animazione tradizionale è abbastanza dicotomico.

La storia di Burrow ci mette dinanzi a una giovane coniglietta, protagonista del cortometraggio: il suo sogno è quello di poter scavare la tana più bella di sempre, sebbene non sia molto pratica.
Nonostante l'arrivo di alcuni comprimari che provano ad aiutarla, a partire da una talpa che è sicuramente maestra di buche, la protagonista preferisce continuare a provarci da sola, finendo sempre più nei guai.
Nei suoi cinque minuti di tentativi, quello che imparerà lei e anche noi è che a volte chiedere aiuto non costa davvero niente e non c'è motivo di vergognarsi ad alzare la mano quando se ne ha bisogno.

Una storia autobiografica

Quello che colpisce di più è sicuramente l'aspetto tecnico e artistico di Burrow, un cortometraggio che racconta sì una storia puerile, che potrebbe sembrare quasi un libro animato per bambini, ma che si esalta nel suo aspetto visivo.
A differenza degli altri SparkShorts, quindi, non ci troviamo dinanzi a nulla di avventuroso o pregno di azione, ma a qualcosa che vuole raccontare una storia leggera, pronta a trasmettere dei valori a un pubblico molto giovane. Non siamo al cospetto di una rivoluzione artistica, è chiaro, ma ci viene data la possibilità di ricordarci quanto fascino avesse l'animazione tradizionale.

Lo sviluppo, come ci ha raccontato la Sharafian, è durato appena sei mesi, davvero poco per un progetto di animazione, ma sicuramente aiutato dal fatto che il minutaggio è di appena cinque minuti.
Dietro al personaggio della coniglietta, tra l'altro, c'è tanto della regista, che da bambina veniva soprannominata "coniglio" per i suoi denti, ma come ispirazione per il musetto dell'animale è stato utilizzato il riferimento di Kermit la Rana.
Inoltre, la regista ci ha tenuto a soddisfare un'altra sua grande passione, ossia Mozart: la colonna sonora è basata interamente su opere del compositore e musicista austriaco. Verrebbe quasi da dire che Burrow avrebbe meritato di durare molto più di quei cinque minuti.

Pixar Burrow è un cortometraggio molto più puerile di quello che Disney+ ci ha proposto con le origini di Olaf: siamo dinanzi a un prodotto anche più artigianale, realizzato non a caso con un'animazione tradizionale, in 2D, ma soprattutto all'interno di un progetto che nasce con l'intento di fomentare nuovi artisti e lanciare sul mercato registi altrettanto giovani. D'altronde Madeline Sharafian è classe '93 e ha alle spalle già collaborazioni importanti in Pixar, tra cui Onward. Sicuramente il suo gusto e la sua sensibilità per le opere tradizionali e in grado di trasmettere un messaggio non banale la porteranno lontano.

6.5