Breaking In, la recensione del thriller di James McTeigue

Gabrielle Union interpreta una madre pronta a tutto pur di salvare i suoi figli, presi in ostaggio in casa da un gruppo di spietati criminali.

Breaking In, la recensione del thriller di James McTeigue
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In seguito alla violenta morte del padre Isaac, investito da un'auto e poi barbaramente giustiziato dall'individuo alla guida del mezzo, Shaun Russell si reca insieme ai figli Jasmine e Glover nella casa di proprietà dell'uomo, al fine di avviarne le procedure di vendita.
La dimora è una vera e propria fortezza, disseminata di videocamere e con un avanzato sistema di sicurezza, tale da renderla uno dei posti potenzialmente più sicuri d'America. All'oscuro dell'allegra famigliola, tra quelle vaste stanze si aggirano già da prima del loro arrivo quattro criminali, guidati dal leader Eddie, che prendono in ostaggio i ragazzi.
Shaun riesce a fuggire ed esce vincitrice dallo scontro con uno dei sequestratori, scoprendo come questi siano alla ricerca di una cassaforte contenuta tra quelle quattro mura: il genitore della protagonista infatti era invischiato in loschi giri criminali e il suo stesso decesso è stato subdolamente premeditato.
Ora Shaun dovrà cercare di mediare con la banda nella speranza di salvare i suoi figli, ma con il passare delle ore la situazione diventa sempre più ingarbugliata e pericolosa.

Una vendetta di routine

La carriera di James McTeigue prospettava ben altro: dopo l'esordio con V per Vendetta (2005) - adattamento non perfetto ma comunque cult del classico di Alan Moore - e il discreto Ninja Assassin (2009), il regista australiano si è un po' perso tra titoli minori e progetti non realizzati.
A livello di incassi Breaking In, datato 2018, sembra averlo riportato a una parziale ribalta, dato che ha guadagnato a livello globale oltre cinquanta milioni di dollari (la quasi totalità in patria) a dispetto di un budget di soltanto sei. Ma per ciò che concerne la qualità della messa in scena siamo lontani anni luce dai suoi primi lavori e non soltanto per colpa di una sceneggiatura vista e rivista.
Il film è un canonico home-invasion in cui la famiglia presa in ostaggio è composta esclusivamente da personaggi afro-americani, con i cattivi di etnia caucasica o latina - al bad boy messicano è affidato il ruolo di psicopatico della situazione - che si trovano alle prese con la determinazione e il coraggio di una madre, pronta a tutto pur di salvare l'amata prole.

Dentro o fuori

L'ambientazione apparentemente inespugnabile, una sorta di Panic Room (2002) in grande stile e ampliata all'intero spazio domestico, dovrebbe offrire una maggiore tensione nelle dinamiche che legano buoni e cattivi, ma l'infinita serie di forzature e casualità che fanno capolino qua e là per indirizzare la storia sui giusti binari - e consentire di arrivare al minutaggio minimo di un'ora e venti - rende il tutto poco credibile.
La stessa affezione dello spettatore nei confronti dei protagonisti rischia di venir meno, giacché sin dai primi minuti si sa già come andranno a finire le cose e a parte qualche raro sussulto più violento il percorso segue le prevedibili linee guida, epilogo ovviamente incluso.
Il mistero di dove si celi l'agognata cassaforte, gli improvvisati litigi e dubbi morali in atto, con opposte reazioni, nel trio di bandidos e la resa dei conti finale si affidano saldamente ai cliché del filone, senza un minimo di personalità a cercare di rinvigorire il tutto.
Gabrielle Union, anche produttrice, ci mette impegno e carattere nel ruolo di risoluta genitrice, ma se può salvare i suoi figli lo stesso non può con la pellicola, davvero troppo derivativa.

Breaking In Una famiglia, composta da una madre, dalla figlia adolescente e da un fratellino più piccolo, si trasferisce per qualche giorno nella casa del nonno, recentemente passato a miglior vita, con l'intento di venderla il prima possibile. Peccato che l'anziano, invischiato in loschi affari, abbia nascosto all'interno della dimora una cassaforte il cui contenuto fa gola a tre spietati rapinatori, pronti a tutto pur di mettervi le mani sopra. Come la trama suggerisce Breaking In segue le classiche dinamiche da home invasion fin troppo alla lettera, senza eccessivi colpi di scena e con diverse forzature che negano qualsiasi verosimiglianza alla disperata lotta di questa donna, costretta a improvvisarsi eroina per condurre in salvo la prole. James McTeigue, da anni impegnato soprattutto sul piccolo schermo, gira col pilota automatico mentre Gabrielle Union si impegna quanto basta ma il film, nonostante l'exploit ai botteghini in patria, è ben lontano dalla sufficienza. Il film andrà in onda giovedì 18 marzo alle 23.35 su ITALIA1 in prima visione tv.

4.5

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