Recensione Breaking Dance

John Swetnam, già sceneggiatore di Step Up All In, dirige un cast di esordienti nell'ennesimo film sulla street dance dalle belle coreografie e dalla trama sempliciotta, questa volta ambientato nel mondo degli youtuber.

Recensione Breaking Dance
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Il sogno di Casey (Sophia Aguiar), bella e talentuosa ragazza che lavora come commessa in un megastore di elettronica, è quello di sfondare come ballerina e coreografa. Mentre è ancora indecisa tra l'inseguire i suoi desideri e l'affrontare la realtà e la prospettiva di una carriera "vera" passa tutto il suo tempo libero a preparare e realizzare coreografie con i suoi amici del cuore JJ, Tara, Michelle e Drew, per poi filmarle e pubblicarle su YouTube, nella speranza di venire notati dal pubblico e, magari, da qualche produttore disposto a investire su di loro. I loro video sono belli e appassionanti, ma farsi strada nella giungla della Rete è difficile, quasi impossibile: eppure ecco sbucare dal nulla il simpatico Quinn, che si propone di far loro da agente presso una nuova agenzia di produzione. Le prospettive sono ottime, ma ben presto Casey sarà sopraffatta dall'effimera popolarità che momentaneamente "premia" tanti youtuber, allontanandola dagli affetti più cari. E sarà il tempo di scegliere cosa mostrare, davvero, al pubblico: la stellina "costruita ad arte" o la vera ballerina che insegue il sogno della vita?

L'occasione di una vita

Puntualmente, ogni anno, esce almeno un film dedicato alla danza moderna o, meglio, alle aspirazioni di una giovane fanciulla il cui unico desiderio è vivere ballando. Il genere, definitivamente sdoganato agli inizi degli anni '80 da titoli come Saranno famosi e Flashdance e proseguito (mischiandosi spesso al musical) per tutto il ventennio successivo, ha visto una vera e propria rinascita negli anni 2000 con il già citato filone della street dance in cui uno o più personaggi partono da zero per arrivare al successo grazie ad una qualche incredibile competizione. Tra gli apripista l'Honey con Jessica Alba e l'interminabile sequela dei vari Step Up, di cui Breaking Dance (Breaking Through, in originale) è l'ennesimo epigono, dal quale, tra l'altro, mutua anche lo sceneggiatore del (finora) ultimo capitolo, Step Up All In: John Swetnam, ora anche regista. Squadra che vince non si cambia, come si suol dire, però c'è anche da ammettere che la formula, sempre uguale a se stessa, ha un po' stufato chi non è appassionato del genere, e quest'ultimo rappresentante non ha la grinta necessaria e le qualità per restare a galla. Se, difatti, tecnicamente il film non si presenta male (soprattutto fotografia e interpreti, tutti volti freschi in cerca di un'occasione e bravi sia in camera che come ballerini), Swetnam realizza un lavoro dal sapore quasi amatoriale, sia a livello di riprese (poco "ferma" e apparentemente indecisa la direzione e le inquadrature, mischiando troppe soluzioni diverse nella ricerca di un qualcosa che ricordasse il mondo di YouTube) che di sceneggiatura, poco più che abbozzata, con una storia banale e all'acqua di rose, senza veri momenti di tensione e, anzi, con diversi risvolti che finiscono "a tarallucci e vino" nonostante gli appigli iniziali.
È pur vero che difficilmente si cerca la finezza psicologica in questo genere di pellicole, ma del resto neanche l'apparato spettacolare delle coreografie riesce a stupire o proporre nulla di nuovo: sì, i "video" di Casey & friends sono indubbiamente piacevoli da vedere, ma si basano, in buona sostanza, solo sull'hip hop, senza "contaminazioni" di altro genere (che spesso hanno ravvivato altri titoli simili) e sono anche in numero esiguo.

Breaking Dance John Legend, nome importantissimo della scena musicale americana, viene sbandierato ovunque tra i produttori di questo Breaking Dance -nuovo film ispirato al mondo della danza moderna- ma crediamo non dovrebbe essere granché felice di esserne in qualche modo associato: per i fan del genere è comunque un prodotto passabile, ma risulta banale anche nella sua nicchia di pubblico, in più punti raffazzonato e, alla fine, con poche scene di ballo effettivamente presenti... di solito si chiude con una esplosiva “battaglia” a suon di passi di danza: qui abbiamo un'esibizione in solitaria certamente godibile ma che sembra più un gustoso antipasto che un Gran Finale. Peccato perché qualche spunto interessante c'era (tra cui l'attualissimo contesto degli YouTuber) ma, alla fine, il gioco non vale la candela, e il film tutto sommato sta già tutto nel trailer: il resto è solo un contorno piuttosto acerbo. Meglio vedere qualche video di street dance su YouTube.

5

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