Recensione BloodRayne II: Deliverance

Il secondo episodio della trilogia vampiresca diretta da Uwe Boll

Recensione BloodRayne II: Deliverance
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L'assassino, si sa, torna sempre sul luogo del delitto. E così l'"odiatissimo" regista tedesco Uwe Boll, da sempre propenso al trash della peggior specie (seppur con qualche fortunata eccezione, vedasi Postal) possibilmente tratto da note saghe videoludiche torna nel 2007 al franchise di Bloodrayne con BloodRayne 2: Deliverance, secondo capitolo della trilogia (almeno per ora) conclusasi quattro anni più tardi. Rispetto al precedente episodio non è più la bella Kristinna Loken a vestire i succinti panni della sexy protagonista, bensì l'altrettanto sensuale modella / attrice Natassia Malthe (DOA: Dead Or Alive, Elektra). Cambia anche l'ambientazione: dalle atmosfere medievali dello scorso film questa volta Boll decide di trasportare l'avventura di Rayne nel selvaggio west, recuperando dal mito della frontiera anche l'iconico personaggio di Billy the Kid.

Blood & Guns

Nella tranquilla cittadina di Deliverance la quiete viene scossa dall'improvviso arrivo di Billy the Kid, noto bandito ma anche famelico vampiro, che rapisce tutti i bambini del luogo per potersene cibare. Lo scopo del succhiasangue è quello di creare un'armata di vampiri con la quale conquistare il mondo. Ma Billy non ha fatto i conti con Rayne, una splendida e letale dhampyr, metà umana e metà vampiro, che ha ottenuto pregi e vantaggi di entrambe le razze. Con l'aiuto di due pistoleri e di un prete fuori dai canoni, la bella Rayne cercherà di salvare la cittadina e i bambini rapiti e contemporaneamente ottenere la sua vendetta su Billy the Kid.Spudorato b/z-movie ad ambientazione western, Bloodrayne 2: Deliverance risente di moltissimi limiti da sempre presenti nella filmografia di Uwe Boll: sceneggiatura ai limiti del nulla, involontario senso del ridicolo e una caratterizzazione quanto meno approssimativa dei personaggi. Ma ciò nonostante questo secondo capitolo si rivela incredibilmente superiore al precedente (non che ci volesse molto, a dire il vero) proprio per la sua carica umoristica e la sua verve citazionista che ripercorre alcuni dei luoghi sacri della frontiera, non disdegnando nemmeno una riuscita colonna sonora. Ed è proprio la componente di genere che risalta negli ultimi minuti, con alcune sequenze autoironicamente ispirate che fanno il verso ai classici e riescono a strappare qualche sorriso. La componente orrorifica è ovviamente ridotta al minimo anche per lo scarso utilizzo degli effetti speciali dovuti ad un budget contenuto, e le improbabili libertà di sceneggiatura (Billy the Kid vampiro è un evento più unico che raro) appesantiscono a tratti la visione soprattutto nella prima parte. Registicamente Boll, da sempre poco adatto a gestire i toni pseudo-drammatici (che comunque, fortunatamente, qui latitano), offre una prova quasi discreta, risollevandosi comunque in una componente action più concreta del suo solito. Natassia Malthe, accompagnata da un cast di semi-sconosciuti in cui spicca solo il feticcio del regista Michael Paré (Strade di fuoco, Far Cry), se la cava senza infamia e senza lode mostrando comunque una corrompente sensualità.

BloodRayne II: Deliverance Uscito direttamente per l'home video, Bloodrayne 2: Deliverance, pur ricolmo di difetti, è forse una delle opere meno peggiori del regista tedesco Uwe Boll. Un western horror dalla sceneggiatura imbarazzante che però utilizza discretamente l'ambientazione di frontiera e propone anche qualche sequenza paradossalmente convincente.

5

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