Blood Diamond: il film con Leonardo DiCaprio arriva in DVD

Quando le vite valgono un diamante: l'action 'impegnato' firmato da Edward Zwik e con protagonista Leonardo DiCaprio arriva in DVD.

Blood Diamond: il film con Leonardo DiCaprio arriva in DVD
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"Cosa potrebbe succedermi se parlo di diamanti insanguinati?" Bella domanda. Una frase ad effetto, la tipica entrata in scena. E sono pronto a svolgere, ancora una volta, il mio onesto compitino.
Ehi, aspettate! Ma questo tema è complesso, delicato...importante. Vuoi vedere che forse posso tirarci fuori qualcosa di speciale? Per prima cosa mi serve un esperto...un documentarista, tale Sorious Samura. I più colti tra voi, all'udire questo nome, avranno già capito: si parla della Sierra Leone, durante la guerra civile del 1999. E si parla del traffico di diamanti, vera piaga di quella terra: un traffico le cui fila sono tirate da molto lontano, e le cui conseguenze si ergono, come irriducibili scogli, di fronte all'accanirsi, all'infrangersi delle speranze delle popolazioni indigene.
Ve l'avevo detto che il tema era scottante. Scottante, ma maledettamente invitante. E talmente comodo che potrei, senza sforzo alcuno, cucirci sopra un bell'action movie, di quelli che se ne vedono tanti, che ormai non hanno più nulla da dire.
Salve a voi, il mio nome è Edward Zwick: forse vi ricorderete di me per film come "L'ultimo "Balla coi Lupi" Samurai", o "Vento di Passioni", entrambi inni alla crescita interiore che avvenga tramite il contatto tra culture differenti. O potremmo anche, e sarebbe appropriato, citare qui il più dinamico "Attacco al Potere", dal medesimo sapore multietnico: perché il mio intento, oggi, con Blood Diamond, è quello di proporre un film che sia in grado di sublimare azione e retorica. Un film in cui la critica e la più tagliente denuncia convergano a incontrare il dinamismo, la spettacolarità ed il puro intrattenimento. Miro troppo in alto? Forse. Intanto provvediamo a sollevare un adeguato polverone mediatico negli ambienti giusti, che non fa mai male...e siamo pronti a incominciare.

1999. La guerra civile strazia il territorio e gli ultimi brandelli di tranquillità vengono strappati dalle ossa sporgenti di quella carcassa ormai decomposta che è la Sierra Leone. Il Fronte Rivoluzionario Unito (RUF) si batte contro il governo, le genti nel mezzo. Il punto? I diamanti. I contrabbandieri tentano di esportarli dal paese, per farli giungere nelle tasche di compagnie come la Van De Kaap, multinazionale che si preoccupa di mantenere alto il prezzo delle pietre acquistandole e togliendole dal mercato. Il RUF dal canto suo accumula i preziosi allo scopo di procurarsi le armi per poter continuare la sua guerra armata. L'occidente vede, e tace. Salomon Vandy (Djimon Hounsou), un pescatore Mende, tuttavia, a chinare la testa non ci sta, non dopo che il RUF fa irruzione nel suo pacifico villaggio, massacrando civili, rapendo i bambini e separandolo dalla moglie. Così, finito a lavorare nelle cave di diamanti, schiavo dello stesso RUF, e trovandosi in mano una pietra rosa dalle dimensioni straordinarie, e dall'indubbio enorme valore, la scelta è per lui facile e immediata quanto rischiosa: occulta il diamante, con l'intenzione di usarlo come merce di scambio per rivedere la sua famiglia. Scoperto dal comandante dei ribelli, ma catturato a seguito di un'irruzione dei soldati del governo, la sua strada si incrocia, in carcere, con quella di Danny Archer (Leonardo DiCaprio), un cinico contrabbandiere dal fare sciolto, che non si fa scappare l'occasione per offrirsi di aiutare lo sventurato pescatore, in cambio della metà del ricavato proveniente dal diamante. Prima riluttante, Salomon si rende presto conto che, nello scenario di guerriglia urbana e di tensione generale, con enormi campi di rifugiati che si formano in tutto il paese, la possibilità di rifiutare la compagnia dello sgradito personaggio non è più un'opzione. Danny dal canto suo, per onorare la sua parte dell'accordo, si serve dei mezzi di una bella giornalista americana, Maddy Bowen (Jennifer Connelly), la quale è alla caparbia ricerca di una testimonianza che la aiuti ad inchiodare la società Van De Kaap, le cui dichiarazioni sostengono l'impossibilità di accertare la provenienza delle pietre. E per convincere l'avvenente reporter, il contrabbandiere senza scrupoli vende la propria testimonianza, le sue conoscenze ed esperienze che, inequivocabilmente, inchiodano la società londinese. Inizia così il viaggio del terzetto, che dovrà presto destreggiarsi tra baby-soldati rieducati in seguito a manipolazioni mentali, guerriglieri inferociti, militari al seguito del colonnello Coetzee (Arnold Vosloo), una vecchia conoscenza di Danny. Ma soprattutto è il confronto coi compagni a portare i nostri alla crescita, a una maggiore comprensione dei propri motivi, e soprattutto a una rivisitazione degli stessi. Danny si riscoprirà non così cinico, Solomon imparerà a fidarsi e ad affidarsi, Mandy scenderà a compromessi, e saprà riappropriarsi del ruolo di protagonista della sua vita. Sullo sfondo di un'Africa semplicemente vera, scomposta quanto suggestiva, i nostri percorreranno una strada che ha termine dove tutto è iniziato, e dove ognuno, in un modo o nell'altro, dovrà fare i conti con ciò che è diventato.

Coniugare critica, retorica e intrattenimento. Un progetto non semplice, una strada che non tutti i registi intraprenderebbero. Con Blood Diamond ci troviamo di fronte a un sicuramente encomiabile tentativo. Ma, a volersi esprimere in modo tarantiniano, il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte..."," e il nostro Zwick, purtroppo, cade in quella che probabilmente è la peggiore delle insidie: il nobile proposito di una denuncia graffiante, di una trasposizione sconcertante che tocchi le coscienze, rimane, ahinoi, un proposito. E il film, similmente, è un tentativo che non si concretizza. Quello che dovrebbe essere il fulcro dell'opera, la trattazione di realtà disumane, e di un sostanziale "distogliere gli occhi" da parte dell'occidente, se non addirittura di una volontà interessata nel mantenere lo status quo, rimane, in ultima analisi, un semplice sfondo per un'avventura. Così, da punti di forza dell'opera, questi alti obiettivi divengono motivo di frustrazione in coloro che, vedendo il film, non riescono a riscontrare un mantenimento delle sue iniziali promesse. D'altro canto, non si può non riconoscere che, pur nella mancanza di reale profondità, l'ultima fatica del regista americano si presenti confezionata con perizia e realizzata con abilità. Il montaggio, con quel retrogusto documentaristico, sa essere d'effetto, seppur a volte indugi, prolisso nel presentarsi, in una retorica d'immagini che tende a stonare, dato il contrasto evidente col carattere irrequieto dell'opera. A tratti, poi, diventa addirittura fastidioso, per l'utilizzo frenetico delle inquadrature, degne di un Bad Boys più che di un film con i propositi di Blood Diamond. La scenografia e la fotografia sanno mantenersi su ottimi livelli, e non potrebbe essere altrimenti, col materiale, fortemente autentico, a disposizione: il film è stato girato interamente tra Sudafrica, Sierra Leone e Mozambico. Ma motivo di vanto, prima ancora della buon realizzazione tecnica, sono le performance degli attori protagonisti. Sì, perché se da una parte i personaggi interpretati (il cinico sotto sotto nobile, la giornalista con grandi ideali, il povero che non vuole altro che vivere in pace con la famiglia) non si discostano per nulla dai canoni classici (linea seguita, a voler essere sinceri, da tutto il film), è anche vero che DiCaprio, Hounsou e la Connelly danzano con disinvoltura nei ruoli, riuscendo nel tentativo di caratterizzarli in modo interessante. Tanto che, all'affermazione dello stesso DiCaprio, che si è detto un po' imbarazzato nell'interpretare il ruolo del "bianco che bistratta i neri" in Sierra Leone, possiamo rispondere con tranquillità che la cosa non traspare per nulla. E la candidatura all'Oscar come miglior attore protagonista parrebbe confermare. Hounsou dal canto suo, col procedere del film e con l'aumentare delle scene che lo vedono protagonista, dimostra di essere la vera rivelazione del film. Una grande espressività e il volto particolare aiutano, senza nulla togliere all'abilità dell'attore. Brava anche la Connelly, seppure non arrivi ai livelli dei colleghi. Certo il ruolo forse eccessivamente banalotto non l'ha agevolata nel tentativo. Insignificante, purtroppo, l'interpretazione di Arnold Vosloo, che ci annoia con la sua poca espressività, proponendo il solito mentore-cattivone. Meglio David Harewood, nel ruolo di Capitano Poison.
Insomma, al di là del mancato obiettivo di risultare un film di denuncia, il lavoro di Edward Zwick si attesta comunque su buoni livelli, per un action-movie. Unico vero inciampo è la sceneggiatura: a tratti di una banalità disarmante, lineare come poche, scade addirittura nel ridicolo quando si è costretti a sentire le motivazioni del perfetto contrabbandiere, che trarrebbero le loro origini in un'infanzia infelice, o quelle del reporter idealista che vuole fare la solita differenza. Nulla, poi, come un finale esageratamente quanto ingiustificatamente buonista, per concludere il tutto con un'ultima sbavatura.

L'edizione dvd

Un film candidato a ben 5 premi Oscar (ma che non è riuscito ad aggiudicarsi nessuna statuetta, c'è da dire) meriterà bene un'edizione speciale. E infatti, oltre a quella a disco singolo, sempre apprezzata da coloro i quali ignorano sistematicamente qualunque cosa non sia il film in sè, ne è disponibile anche una a doppio disco, peraltro infarcita di un buon numero di contenuti speciali. Oltre al commento del regista e a numerosi trailer, sono presenti anche un documentario e uno speciale tanto sulla realizzazione della pellicola quanto sullo spinoso argomento in questione. Sulla qualità tecnica, nulla da eccepire. La traccia video, in formato 2.40:1, è realizzata senza difetti apprezzabili, e anche le tracce audio (in italiano e inglese, entrambe codificate in Dolby Digital 5.1) fanno il loro bravo dovere, considerato che in questo caso il lavoro per un impianto home cinema non è poco.

Blood Diamond Che dire, le idee potevano esserci. Il cast sicuramente c’è stato. La sceneggiatura deve avere avuto altri impegni quel giorno, ma se non altro dal lato tecnico possiamo ritenerci soddisfatti. Blood Diamond è, di certo, un buon film d’azione. Ma un film d’azione, nulla più. Scene riuscite, forse un po’ crude, fanno partire il film sotto buoni auspici, ma presto l’andazzo risulta chiaro allo spettatore, che sicuramente non starà pensando a Edward Zwick, la prossima volta che si troverà in gioielleria. Resta l’amaro in bocca per quello che un’opera con tali propositi avrebbe potuto essere. Le due proposte in dvd sono ottimamente realizzate dal punto di vista tecnico, e quella a doppio disco è anche discretamente fornita di contenuti speciali. Di sicuro la qualità del dvd è significativamente superiore a quella del film in sè.

7

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