Recensione Blood Cells

Uno dei film sviluppati grazie al progetto Biennale College tratta i problemi della crisi economica in modo originale

Recensione Blood Cells
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Dopo una lunga fase di preparazione, iniziata già nel 2012, ancor prima di decidere di partecipare al progetto Biennale College di cui è risultato uno dei tre vincitori della seconda edizione insieme a H. e all'italiano Short Skin, il film Blood Cells è arrivato sul grande schermo con il suo racconto profondamente umano, pur essendo legato in modo indissolubile ai luoghi sfiorati dal viaggio, geografico e metaforico, compiuto dal protagonista.
Il forte legame con il territorio e lo stile originale che caratterizza la regia e la sceneggiatura creata da Joseph Bull e Luke Seomore fanno emergere le conoscenze acquisite nelle loro precedenti esperienze nel mondo dei documentari e allo stesso tempo la creatività alla base del lungometraggio, la cui fonte d'ispirazione sono fatti realmente accaduti sui quali è stata poi costruita la trama del film. Si sono inoltre rivelati essenziali, per la buona riuscita del progetto, anche la presenza di un attore di talento come Barry Ward e l'affascinante colonna sonora composta dallo stesso Seomore.

Un viaggio soprattutto interiore

Adam (Barry Ward), dopo la distruzione della fattoria di famiglia avvenuta nel 2001 a causa di un'epidemia che ha colpito il bestiame e a un incidente drammatico, ha trascorso gli ultimi anni vivendo un'esistenza nomade, accettando lavori temporanei e stringendo amicizie mai profonde e durature. Quando suo fratello Aiden gli annuncia di stare per diventare padre e gli chiede di tornare a casa, l'uomo inizia un viaggio destinato a riportarlo alle sue origini e a far emergere un segreto del suo passato.

Una narrazione visivamente affascinante

Il fascino di Blood Cells è contenuto nell'originale approccio a quanto narrato, mai del tutto esplicito ma intrecciato con bravura con la reale situazione sociale e con il significato metaforico dei luoghi in cui i personaggi interagiscono, mentre l'introspezione del personaggio di Adam, che rimane nel suo silenzio ad affrontare i suoi pensieri e i cambiamenti causati dagli incontri che compie durante il suo cammino, viene gestita con sensibilità e intelligenza.
La bellezza della fotografia curata da David Procter, inoltre, non dimostra in nessun modo il budget limitato a disposizione della produzione, al contrario contribuisce significativamente a far elevare il lungometraggio al livello di opere che hanno potuto contare su una somma a disposizione della realizzazione del progetto ben più sostanziosa.
I produttori e registi Joseph Bull e Luke Seomore hanno infatti saputo costruire un lungometraggio carico di intensità, aspetto emotivo enfatizzato anche grazie alle musiche che sottolineano con efficacia i passaggi più suggestivi della trama.
Blood Cells è riuscito ad aumentare anche il realismo di quanto mostrato grazie alla scelta di lasciare spazio all'improvvisazione da parte del cast e ha saputo costruire un'atmosfera densa di avvenimenti, in cui i personaggi si muovono negli spazi scelti per le riprese con i propri pensieri ed esperienze di vita, portando sulle proprie spalle un peso esistenziale evidente e rispecchiando bene a livello esteriore i conflitti interiori in atto, creando così un apprezzabile parallelismo tra il significato reale e quello metaforico degli eventi.

Barry Ward conferma la sua bravura

L'interpretazione di Barry Ward, apprezzato protagonista anche di Jimmy's Hall, l'opera più recente diretta da Ken Loach e presentata all'ultima edizione del Festival di Cannes, è ben calibrata sugli elementi alla base della sceneggiatura e la sua espressività si manifesta in modo deciso soprattutto nelle interazioni con le persone protagoniste delle tappe compiute durante il suo ritorno a casa, come ad esempio lo spirituale Debo (Jimmy Akingbola), o Hayley (Hayley Squires).
Con un ritmo cadenzato e quasi solenne, l'opera britannica si sviluppa in modo convincente sostenuta da un susseguirsi di eventi che hanno la capacità di aggiungere, tassello dopo tassello, nuovi pezzi di un puzzle estremamente complesso dal punto di vista narrativo.
L'atmosfera ricca di riferimenti socio-cultural e la capacità del film di addentrarsi nella quotidianità dei cittadini più emarginati contraddistingue questo progetto britannico che, pur possedendo un'identità molto legata alla nazione in cui è stato realizzato, riesce a risultare originale e, soprattutto, universale.

Blood Cells Blood Cells è un film molto affascinante in cui a situazioni reali sono stati uniti elementi metaforici di grande impatto visivo, come l'utilizzo particolare del fuoco, con intelligenza e originalità. La sicurezza dimostrata dai registi, l'ottima fotografia e le interpretazioni convincenti del cast permettono al lungometraggio di catturare l'attenzione ed emozionare con una storia che si avvicina a problemi come la crisi economica mondiale attraverso esperienze e sentimenti individuali.

7

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