Bleeding Steel, la recensione dello sci-fi con Jackie Chan su Prime Video

Un poliziotto di mezz'età deve proteggere la figlia adolescente, nel mirino di un crudele villain alla ricerca di una rivoluzionaria cura rigenerativa.

Bleeding Steel, la recensione dello sci-fi con Jackie Chan su Prime Video
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Solo una manciata di anni fa ha ricevuto l'Oscar onorario alla carriera, ennesimo traguardo di una vita professionale indimenticabile durante la quale, dopo aver conquistato il pubblico cinese e la folta platea di appassionati di arti marziali, è diventato un volto conosciuto e amato in tutto il mondo, idolo per grandi e piccini. Jackie Chan, oggi sessantaseienne, non ha mai smesso di bazzicare il grande schermo anche se negli ultimi tempi ha preso parte a produzioni non sempre riuscite.
In Bleeding Steel - Eroe di acciaio il funambolo cinese si è approcciato al filone dell'action sci-fi, in un film che cerca di guardare alle contaminazioni supereroistiche e a un immaginario tecnologico figlio dei moderni blockbuster, ricco come vedremo più di ombre che di luci.

Una figlia da salvare

La storia vede per protagonista Lin Dong, agente speciale della polizia di Hong Kong, che si trova impegnato in una rischiosa missione proprio mentre la figlia Xixi, una bambina malata di leucemia, è sotto i ferri per un delicato intervento.
Lin deve proteggere un testimone chiave, il dottor James, che ha sviluppato una sostanza chimica in grado di garantire incredibili capacità rigenerative.
Il team di sicurezza è vittima di un'imboscata da parte di uomini che indossano delle armature corazzate, alla cui guida vi è un individuo dalle apparenze deformi noto come Andre.
Nella successiva sparatoria Lin ha la meglio, pur rimanendo gravemente ferito, ma il villain sopravvive finendo in condizioni ancora peggiori.
Il racconto si sposta in avanti di tredici anni, con i protagonisti che si trovano in Australia. Xixi è ora un'adolescente, scampata a morte certa proprio grazie alle innovative cure progettate dal dottor James, ma ha perso i ricordi d'infanzia e non rammenta più chi sia suo padre.

Tempo d'azione

L'inizio è "col botto", con un'avvincente sequenza d'azione in cui Jackie Chan si dimostra ancora in buona forma fisica - tra scivolate nelle pozzanghere e acrobazie con in mano armi da fuoco - ma allo stesso tempo palesa una certa approssimazione nell'entrata in scena della principale nemesi e nell'esposizione delle varie dinamiche narrative.
E questo è un difetto che purtroppo segnerà l'intera visione, giacché per cento minuti si assiste a un confuso calderone che ricicla e mescola senza la necessaria organicità diverse influenze del moderno cinema di genere.

Provaci ancora, Jackie

Disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, Bleeding Steel - Eroe di acciaio si perde progressivamente con lo scorrere dei minuti, tra evidenti forzature e risvolti improbabili anche se contestualizzati al relativo filone d'appartenenza.
Il tentativo di ammiccare a un immaginario di facile presa, con soldati supercorazzati e un villain che sembra uscito dagli ultimi episodi di Star Wars, cozza con le falle di una sceneggiatura latitante, costretta ad affidarsi a una retorica stantia nel tentativo di generare facili emozioni che insiste maldestramente su frequenti flashback per cercare di far quadrare i vari tasselli della vicenda.
Il risultato finale ne risulta compromesso e solo una manciata di sequenze action di discreta fattura permettono di chiudere mezzo occhio sulla grossolanità dell'insieme, ulteriormente sottolineata da un umorismo tipicamente indigeno spesso gratuito e fuori luogo.

L'ambientazione può contare sulla duttilità del setting australiano, con un breve combattimento sulla suggestiva Opera House di Sydney, e su effetti speciali appena discreti, con tanto di astronave ipertecnologica quale base operativa del cattivo, ma i danni principali sono come già detto da ricercare altrove e non certo attorno a Jackie Chan (anche se da parte sua una maggiore attenzione nella scelta dei progetti sarebbe auspicabile).

Bleeding Steel - Eroe di acciaio Le solite "papere" durante lo scorrere dei titoli di coda, presenti da sempre nei film girati da Jackie Chan, chiudono un action sci-fi non certo memorabile, nel quale l'ormai attempato idolo cinese si trova alle prese con un intreccio narrativo poco credibile e confuso. Bleeding Steel - Eroe di acciaio guarda a una certa tipologia di blockbuster hollywoodiani contemporanei, ma l'approccio è fin troppo derivativo e rischia in più occasioni di scadere nel ridicolo involontario, a cominciare da un villain che risulta essere un'infelice macchietta. L'amato funambolo fa quel che può ma il peso dell'età si fa sentire anche per lui, ciò nonostante le sequenze coreografiche o pirotecniche che lo vedono protagonista risultano tra i pochi punti di interesse di un'operazione pasticciata e priva di una propria, precisa identità, nella quale tutto accade senza un'effettiva ragion d'essere.

5

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