Recensione Big wedding - Second opinion

I veterani Robert De Niro, Diane Keaton e Susan Sarandon sono i capofila del super-cast di una commedia corale all'americana

Recensione Big wedding - Second opinion
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Il matrimonio: il rituale sociale per eccellenza, momento di incontro di una pluralità di nuclei familiari impegnati a celebrare un’unione non necessariamente semplice o indolore. Non c’è da stupirsi, pertanto, che la cerimonia delle nozze abbia rappresentato - in pratica da sempre - uno dei terreni privilegiati della commedia, e in particolare la commedia americana: un esempio su tutti, l’intramontabile capolavoro di George Cukor Scandalo a Filadelfia, capostipite di un filone che passa per titoli fortunatissimi quali Quattro matrimoni e un funerale, Il matrimonio del mio migliore amico, ma anche i più recenti Tre uomini e una pecora e Indovina chi sposa Sally (senza scomodare un’opera raffinatissima e di tagliente ironia come Un matrimonio di Robert Altman). Il matrimonio, del resto, offre un invidiabile compendio di ingredienti paradigmatici del genere comico-brillante, oltre alla possibilità di riunire un variegato gruppo di personaggi entro un microcosmo circoscritto in cui tensioni, gelosie ed isterismi sono pronti ad esplodere in qualunque istante.

Il grande matrimonio

È esattamente quanto avviene anche in Big wedding, trasposizione hollywoodiana di una rocambolesca commedia francese del 2006, Mon frère se marie, affidata allo sceneggiatore e regista Justin Zackham, al suo secondo lungometraggio. Un lungometraggio il cui principale vanto è quello di aver riunito nel medesimo cast tre miti indiscussi del cinema americano: Robert De Niro, Diane Keaton e Susan Sarandon, ai quali va aggiunta anche la breve ma illustre presenza di Robin Williams nei panni del bigotto padre Moinighan, il celebrante di turno. A costituire il nucleo narrativo del film è proprio il “triangolo” fra Don ed Ellie Griffin (De Niro e Keaton), divorziati da ormai quindici anni, e Bebe McBride (Sarandon), nuova compagna di Don, il quale pure in età avanzata continua a subire gli influssi di Bacco e Venere. A far riavvicinare i due ex coniugi saranno le nozze del loro figlio adottivo Alejandro (l’inglesino Ben Barnes, qui con presunte origini colombiane!) con Missy O’Connor (Amanda Seyfried, in pratica nello stesso personaggio di Mamma mia!), complicate dall’arrivo improvviso dellla madre biologica del ragazzo, Madonna Soto (Patricia Rae): una signora rigorosamente cattolica ed ultra-conservatrice, a causa della quale Don ed Ellie saranno costretti, con malcelato disagio, a fingere di essere ancora sposati...

La commedia degli equivoci

A partire da questo canovaccio, Zackham imbastisce un canonico intreccio a base di equivoci, di improbabili simulazioni, di situazioni paradossali, di risentimenti da prosciugare e di cuori in attesa della vera passione. Un intreccio che, in poco più di 80 minuti di durata, riesce a inglobare anche i subplot legati ai due fratelli dello sposo: Lyla (Katherine Heigl), donna disillusa reduce da una dolorosa separazione, e Jared (Topher Grace), ginecologo ancora vergine perché ha deciso di attendere il vero amore. E in effetti, il grosso problema di Big wedding è proprio questo: l’incapacità di gestire una molteplicità di personaggi, di sottotrame, di tematiche soltanto sfiorate e mai approfondite, dal momento che il film preferisce ricorrere a tutti i cliché del caso anziché provare ad esprimere la minima traccia di originalità. E benché la pellicola riesca in fondo a tirare qualche sorriso, risulta palese l’incapacità di Zackham di alternare diversi registri: ciò che purtroppo non convince affatto in Big wedding è proprio il mediocre amalgama fra i toni più seri (il rapporto padre / figlia, la sofferenza di una separazione), quelli più nostalgici (il “tuffo nel passato” di Don ed Ellie) e la pura farsa, che non ambisce neppure per un attimo al tentativo di satira sociale, o anche di semplice humor nero, accontentandosi di qualche gag stiracchiata su sesso orale, tradimenti incrociati e sesso tantrico della terza età. E per quanto si possa apprezzare la verve delle inossidabili Keaton e Sarandon, più a loro agio rispetto a uno svogliato De Niro, la banalità del copione e le melensaggini finali rendono Big wedding un film presto dimenticabile, che spreca inutilmente un cast da capogiro.

Big Wedding I veterani Robert De Niro, Diane Keaton e Susan Sarandon sono i capofila del super-cast di una commedia corale costruita attorno agli equivoci, gli imprevisti e i conflitti sentimentali che si scatenano in occasione del matrimonio fra Al e Missy: il risultato, tuttavia, è un film convenzionale e privo di mordente, incapace di amalgamare in maniera efficace i suoi vari elementi.

5.5

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