Ben X: recensione del film di Nic Balthazar

Ben è un ragazzo autistico che riesce a trovare una propria dimensione solo nel mondo virtuale.

Ben X: recensione del film di Nic Balthazar
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”Sono al livello ottanta. Se non sapete cosa vuol dire, è un livello molto alto.”

Ben X è un guerriero invincibile. A cavallo del suo destriero si muove tra lande sterminate e dense di pericoli senza alcuna paura. Nulla può scalfirlo, è un cavaliere temuto e rispettato, un uomo integro e di grandi principi e la sua fedele compagna, un'altra utente di questo mondo virtuale, lo segue in ogni sua avventura, dandogli sostegno ed amore in ogni momento.
Ben X, però, è anche il nickname di Ben, un giovane autistico che riesce a trovare se stesso solo in un mondo virtuale dove la cognitività e le relazioni umani sono differenti, dal punto di vista di un uomo normale addirittura distorte. Ben vive vive ogni giorno un incubo fuori dalla sua camera da letto: incapaci di accettare la sua diversità, i suoi compagni maltrattano costantemente e pesantemente il ragazzo che, chiuso nella propria diversità, non trova la forza di reagire e ne soffre senza riuscire ad esprimere il proprio diagio. Uno scherzo di troppo, misto all'indifferenza e alla crudeltà di coetanei e docenti, porteranno Ben ad una decisione tanto drastica da coinvolgere/sconvolgere la vita quotidiana di famiglia, compagni e spettatori.
Già, gli spettatori.

Un altro mondo

Ci sono dei film, tipici magari di zone in cui non spicca una particolare produttività in ambito cinematografico, che verrebbe quasi da definire “pacchetti regalo”. Quei film che non passeranno alla storia né verranno ricordati per meriti particolari, ma che, in qualche modo, ci lasciano addosso qualcosa che difficilmente potremo dimenticare, magari senza neppure rendercene conto.
Ben X racconta un problema difficile, molto difficile: prima dell'autismo, prima del bullismo e prima ancora della perdita generazionale, il film vuole esporre l'alienazione in una delle sue mille forme. Non importa se nelle intenzioni del regista Nic Balthazar ci fosse quasi esclusivamente quella di affrontare il tema dei giovani autistici e dei bulli: il messaggio arrivato agli spettatori è ben più importante: “gli autistici non hanno problemi a stare con gli altri, sono gli altri che non accettano la loro diversità”.
Semplice, chiaro e conciso.
Una sorta di risposta universale a qualunque problema di estraniazione, diversità o qualsivoglia autismo. Ben è un giovane che soffre difficoltà contemporanee, un ragazzo troppo intelligente che non riesce a comprendere la normalità degli altri, normalità cui cerca disperatamente di far parte e che, minuto dopo minuto, lo incolpa della sua diversità. L'alienazione quindi, attorno a cui tutto il film ruota, abbraccia tanto l'ambito psichiatrico quando quello virtuale: il rapporto tra la diversità di Ben e il mondo alternativo di cui riesce a far parte permette di comprendere come, all'interno di differenti contesti, un “malato” - come viene dispregiativamente definita la categoria - riesca a convivere serenamente con le persone che ogni giorno, alla fermata del bus, non riesce a capire. Bisogna riconoscere però che, tecnicamente parlando, la troppa carne al fuoco messa dal regista e sceneggiatore Balthazar non esce del tutto ben cotta: gli espedienti appaiono spesso esagerati e leggermente fuori luogo. Alcuni particolari poco credibili, purtroppo, tolgono forza alla narrazione piuttosto che rinforzarla, lasciando lo spettatore (che quando può evita il problema) a pensare “sarà pure un dramma, ma qui esagerano”.
Perchè la storia di Ben X è chiaramente il pretesto per raccontare un problema reale, relativamente diffuso tra persone di ogni età, esasperato nella speranza di dare forza alle immagini che però circoscrivono i singoli aneddoti a se stessi, non potendo gli stessi rientrare nel contesto “quotidiano”.
Da sottolineare, invece, la prestazione eccezionale, sorprendente ed emozionante dell'attore protagonista Greg Timmermans, promessa del cinema internazionale, un attore che sicuramente sfonderà oltre che grazie alle doti recitative, anche ad un volto caratteristico che sfonda lo schermo. Un'opera che in sostanza riesce nel suo intento: parlare di una serie di problemi ben distinti. Prescindendo da pretesti più o meno riusciti, Ben X prende ed emoziona, proprio come i suoi produttori devono avere voluto.

Ben X Ben X è un buon film. Forse non del tutto riuscito cinematograficamente parlando (e in fondo, in quali altri termini dovremmo parlarne?) ma, supponendo l'evidente interesse del regista a presentare una serie di problemi reali possiamo tranquillamente dire che riesce nel suo intento: Ben X è un film che insegna.

6.5

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