Tutta la bellezza e il dolore: recensione del Leone d'Oro a Venezia

Laura Poitras dirige un documentario raffinato e straziante sulla dipendenza da ossicodone negli Stati Uniti, vincendo il Leone d'Oro a Venezia.

Tutta la bellezza e il dolore: recensione del Leone d'Oro a Venezia
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Chi ha visto Dr. House si ricorda benissimo uno degli elementi più importanti di tutta la serie: il flacone arancione di Vicodin. E la conseguente dipendenza che le pillole per calmare il suo dolore gli hanno provocato. Provate ad espandere questo elemento agli Stati Uniti interi. Provate a immaginare migliaia di persone che prendono antidolorifici regolarmente prescritti dal loro medico. Ecco, ora aggiungete un piccolo, tragico, pezzo: quegli antidolorifici erano oppiodi che causavano dipendenza. Da qui parte Tutta la bellezza e il dolore, l'incredibile documentario di Laura Poitras, al cinema il 12-13-14 febbraio grazie a I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection (trovate qui tutti gli altri film in a febbraio 2023).

Film che ha già vinto il Leone d'Oro al Festival di Venezia e veleggia verso l'Oscar come grandissimo favorito nella sua categoria (e qua avete anche tutte le nomination agli Oscar 2023). Il racconto dell'attacco alla famiglia Sackler, proprietaria della Purdue Pharma, che ha pagato una cifra ingente per aver fuorviato il pubblico sulla pericolosità dell'OxyContin, farmaco antidolorifico che ha mietuto valanghe di vittime, sia in maniera diretta, sia in maniera indiretta. Ma allora dov'è tutta la bellezza? Cosa c'è oltre al sangue versato (il "all the bloodshed" del titolo originale)? C'è proprio la protesta della fotografa Nan Goldin, da cui tutto parte.

Tutta la bellezza e il dolore degli Stati Uniti

Nan Goldin è una delle incarnazioni della controcultura americana. Una fotografa di fama internazionale che ha raccontato con i suoi scatti incredibilmente cinematografici i cambiamenti culturali statunitensi: mondo LGBT, liberazione sessuale, la tragedia dell'AIDS e l'uso di droghe.

Una persona che racchiude già in sé tutta la bellezza e il sangue versato. Una capacità di fare il dito medio al mondo e sticking it to the man, come direbbero in School of Rock, che l'ha portata a fondare PAIN (Prescription Addiction Intervention Now), proprio per lottare contro la dipendenza da OxyContin e la famiglia Sackler. Perché lei ne è stata dipendente. Ma qual è la bellezza invece della regia di Laura Poitras? Unire indissolubilmente vita e arte di Nan Golding, partendo dalla protesta interna al MET, il museo newyorkese, dove la famiglia Sackler ha una sala dedicata avendo donato varie opere. E non solo al MET, dal Guggenheim fino alla National Gallery di Londra passando per il Louvre, la protesta si allarga visto che tutte queste istituzioni ricevono fondi dai Sackler. E Nan, da dentro, avendo retrospettive nei musei, vuole rendere partecipe il mondo di tutto quel sangue versato.

Diapositive di vita e morte

Laura Poitras prende lo spettatore e lo mette seduto di fronte a un proiettore. Da lì parte e finisce tutto. Ci sono le foto di Nan Goldin, le diapositive della sua adolescenza, i video dei genitori, il dolore insito nella sua famiglia. Ci sono le proteste, le indagini, gli articoli di giornale e le battaglie legali.

Flaconi e prescrizioni lanciati nei musei, scritte rosse contro i Sackler, la New York underground tra gli anni '70 e '80, la lotta per i diritti LGBT e quelli delle donne. C'è trasparenza e onestà. Ovunque, in ogni parola di Goldin e in ogni immagine di Poitras, nei lividi e nei sopravvissuti, nelle mamme che urlano perché il figlio è passato dall'OxyContin all'eroina fino a morirne. Ovunque, tranne nella famiglia Sackler. Tutta la bellezza e il dolore contrappone con delicata spietatezza l'onestà del lavoro di Nan Goldin e degli attivisti alle bugie della famiglia Sackler e di Purdue Pharma. Alternando il racconto del lavoro come prostituta di Goldin allo spot pubblicitario in cui si diceva che l'OxyContin non creasse dipendenza. Bellezza e sangue versato, appunto. Una narrazione volutamente frammentaria che emana dalla vita di Goldin filtrata dall'occhio di Poitras, che apparentemente scompare ma in realtà sta decidendo l'ordine delle diapositive. E nessuno si addormenta, si stanca o si annoia, come nelle più tragiche serate dai vicini che ti facevano vedere le foto della vacanza. Bisogna guardare e ascoltare, senza appello, come i Sackler a un certo punto saranno costretti a fare. Perché dalla bellezza a volte non nasce niente, mentre dal sangue versato nascono film come questo.

tutta la bellezza e il dolore - all the beauty and the bloodshed Una lotta che parte da lontano, un attivismo insito nella propria vita, un'esperienza brutale che fa nascere fiori dal sangue versato. Tutta la bellezza e il dolore racconta la vita della fotografa e attivista Nan Goldin, dai suoi esordi fino alla lotta contro la famiglia Sackler, proprietaria di Purdue Pharma, che ha messo sul mercato l'OxyContin, farmaco antidolorifico che negli Stati Uniti ha portato alla dipendenza e alla morte migliaia e migliaia di persone. Una lotta che la regista Laura Poitras mette in scena attraverso l'arte, la fotografia, i musei, portandosi a casa il Leone d'Oro a Venezia e la candidatura all'Oscar. E gli occhi del mondo intero.

8.5

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