Recensione Battle of the damned

Un classico b-movie in cui Dolph Lundgren affronta orde di zombie

Recensione Battle of the damned
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In una cittadina asiatica luogo di studi scientifici si è diffusa un'improvvisa epidemia che trasforma gli essere umani in creature prive di ragione simili agli zombie. L'uomo a capo della compagnia di ricerca affida al maggiore Max Gatling un incarico pericoloso: l'ex militare, ora mercenario, dovrà infatti recarsi nella zona infetta per portare in salvo la figlia dell'uomo. Appena rintracciata la ragazza Gatling scopre però che non è l'unica sopravvissuta, e che un piccolo gruppo di scampati al contagio fa ora capo al carismatico Wade, figura che sembra nascondere diversi segreti. E nel frattempo un gruppo di robot dalle capacità distruttive enormi si aggira in città sterminando gli infetti... un ennesimo pericolo da affrontare o una nuova risorsa per Gatling?E dopo Jean-Claude Van Damme contro gli alieni nel fallimentare U.F.O, ora anche per Dolph Lundgren è il turno di confrontarsi con delle figure archetipe classiche dell'horror come gli zombie (poco importa che qui i contagiati siano mutati da un virus, le caratteristiche sono tali e quali a quelle dei morti viventi di ultima generazione). A dirigere questa operazione, che tira in mezzo anche dei futuristici robot da combattimento, troviamo Christopher Hatton, colui che aveva già diretto uno degli (s)cult più famosi degli ultimi anni, quel Robotropolis datato 2011 che rivaleggiava con le peggiori produzioni Asylum.

La battaglia dei dannati

Prendete 1997: Fuga da New York, 28 giorni dopo e Io, robot e frullateli insieme: pressapoco per trama e situazioni uscirà un risultato simile a questo Battle of the damned, un b-movie in piena regola che ricicla, malamente, situazione e idee dai classici dell'horror / sci-fi, proponendo come stella assoluta il sempre più granitico Dolph Lundgren, ormai abituato a girare film di bassa qualità in serie, se si esclude l'exploit ne I mercenari del compare Stallone. Sin dai primi minuti, in cui osserviamo il prode gigante biondo far man bassa, insieme alla sua squadra, di mutanti assetati di sangue, si comprende il leitmotiv del film: scontri a mani nude, all'arma bianca o con pistole e fucili di ogni sorta, che rendono comunque ancora giustizia all'attore svedese che pur non disponendo dell'agilità di qualche anno fa, si difende ancora più che bene dal punto di vista fisico. Una violenza risicata, con qualche scena più estrema che però non esplode mai nel puro splatter, e un'ambientazione di discreto livello riescono in parte a far dimenticare i difetti congeniti della sceneggiatura che, dopo il primo quarto d'ora, vede l'arrivo di una strampalata banda di personaggi, guidati da un insolito leader e in cui troviamo figure assai stereotipate, dalla classica "bella senza cervello" sino al soldato asiatico che crede di essere un antico guerriero. Uniche figure con un minimo di caratterizzazione più approfondita sono perciò quelle della figlia da salvare e del di lei fidanzato, anch'esso nascondente un segreto che sarà svelato nell'epilogo. Nell'ultima mezzora la trama cerca di variare inserendo anche la presenza di robot da battaglia (nelle scene di combattimento realizzati con effetti speciali davvero approssimativi) che si riveleranno un'arma a doppio taglio per Gatling e soci. Nonostante tutti gli evidenti difetti Battle of the damned è comunque un b-movie in piena regola che fortunatamente non arriva ai livelli degli infausti z-movie, grazie anche ad alcuni, riusciti, momenti autoironici e a battute da "duro e puro" divertenti messi in bocca ad un Lundgren più convinto del solito.

Battle of the damned B-movie citazionista con tanta carne al fuoco: zombie, robot belligeri e una ragazza da salvare per il granitico Lundgren, qui in un ruolo spesso autoironico. Effetti speciali improbabili, sceneggiatura e caratterizzazioni approssimative finiranno ben presto in secondo piano per chi è ghiotto di questo genere di produzioni, che non avrà di che lamentarsi, conscio che la qualità risiede ben altrove.

4.5

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