Recensione Basilicata coast to coast

Recensione del primo lungometraggio diretto dall'attore Rocco Papaleo

Recensione Basilicata coast to coast
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"Il mio intento è fare un film sul sud da cui provengo, così come lo guardavo da giovane, con la sua capacità di fare ed inseguire sogni, la voglia e la possibilità di cercare un cambiamento, la leggerezza poetica di cui è capace".
A parlare è l'attore lucano Rocco Papaleo, classe 1958, il quale, con un curriculum comprendente oltre quaranta interpretazioni al servizio di nomi del calibro di Bruno Corbucci (la serie televisiva Classe di ferro), Paolo Virzì (Ferie d'agosto), Carlo Vanzina (Il pranzo della domenica) e Leonardo Pieraccioni (Ti amo in tutte le lingue del mondo), passa ora dietro la macchina da presa portando sullo schermo una sceneggiatura scritta insieme all'amico e collega Valter Lupo, già al suo fianco nell'allestimento degli spettacoli per il teatro-canzone.
Infatti, è proprio il Festival del teatro-canzone di Scanzano Jonico che, affiancati dalla collaboratrice di un giornalino parrocchiale cui concede anima e corpo Giovanna Mezzogiorno, tentano di raggiungere a piedi i quattro musicisti protagonisti del film: il rozzo ma popolare Rocco Santamaria, con le fattezze di Alessandro Gassman, Salvatore Chiarelli, con il volto del Paolo Briguglia de I cento passi, Nicola Palmieri e il muto Franco Cardillo, rispettivamente interpretati dallo stesso Papaleo e dal musicista Max Gazzé, qui alla sua prima e tutt'altro che disprezzabile prova d'attore, soprattutto se teniamo in considerazione il non facile personaggio.

Rocco e i suoi fardelli

Ma sono presenti anche la Claudia Potenza vista in Feisbum-Il film e la Michela Andreozzi delle fiction tv La squadra e 7 vite all'interno del cast di quella che, definita commedia corale, picaresca, canterina, malinconica e stralunata, apre in maniera esilarante, senza perdere tempo, con l'affermazione: "La Basilicata esiste, è un po' come il concetto di Dio: ci credi o non ci credi".
In effetti, il viaggio denso di imprevisti e di incontri inaspettati parte bene, sfoggiando un discreto ritmo narrativo che ben si sposa alle gag esilaranti e ai dialoghi sagaci sfoggiati dai bravi protagonisti, capaci in diverse occasioni di spingere lo spettatore a sprofondare in una sana risata.
Man mano che i fotogrammi avanzano, però, tra amare constatazioni di vita e diversi momenti in cui i quattro hanno modo di esibirsi con i loro piacevoli pezzi musicali, diventa facilmente intuibile un certo infiacchimento generale dovuto con ogni probabilità all'indeciso taglio registico dell'ancora inesperta mano di Papaleo.
Attenzione, l'insieme, immerso nei bellissimi paesaggi della Basilicata e durante il quale si trova anche il tempo di citare verbalmente Cristo si è fermato a Eboli e di fare un brindisi a Carlo Levi e a Gian Maria Volonté, non è affatto pessimo, ma l'impressione è che, ad un certo punto, la sua tendenza ad essere costituito dai racconti personali di ognuno dei personaggi tenda ad occultarne il lato comico-leggero, amalgamandovi in maniera poco omogenea quello maggiormente orientato verso i sentimenti.
Quindi, una prima prova registica non eccelsa ma che lascia ben sperare per il futuro dietro la macchina da presa di Papaleo, il quale afferma: "Mi piacerebbe che questa storia si proponesse come specchio in cui i miei conterranei possano guardarsi e scoprirsi diversi da come una certa filmografia, che per altro apprezzo tantissimo, giustamente ci dipinge; sento che la gente ha bisogno di essere stimolata dalla poesia per uscire da una depressione che l'attanaglia e ne inibisce le potenzialità".

Basilicata coast to coast Da anni attivo nell’ambito del teatro-canzone, l’attore lucano Rocco Papaleo esordisce dietro la macchina da presa con una commedia musicale on the road in cui a farla da padrone sono gli splendidi paesaggi naturali di una Basilicata che sembra quasi uscita dalle scenografie di un western americano. Gli attori - tra cui un non disprezzabile Max Gazzé alla sua prima esperienza sul grande schermo - sono bravi, la colonna sonora - comprendente pezzi dei jazzisti Roberto Gatto e Rita Marcotulli - niente male e non mancano le occasioni per ridere. A non convincere, però, è proprio un indeciso taglio registico che riduce ad un’operazione senza infamia senza lode quello che si sarebbe potuto trasformare in un esplosivo ed originale debutto dietro la camera. Rimaniamo comunque fiduciosi nei confronti di una seconda opera a firma del buon Rocco.

6

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