Recensione Badguy

Un uomo costringe la donna che ama alla prostituzione, sarà capolavoro

Recensione Badguy
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Il cinema orientale impazza nelle cineteche di tutto il mondo.
C'è chi grida alla rivoluzione, chi alla riscoperta e chi guarda senza eccessivi entusiasmi un cinema così lontano dal nostro. Tra i tanti autori simbolo delle proprie nazioni, ce n'è uno decisamente particolare nato tra le pianure costiere della corea del sud, considerato uno dei più importanti autori contemporanei dalla critica cinematografica: Kim Ki-Duk.
Nonostante critiche mosse da molti riguardo una sua eccessiva lentezza nell'esposizione (con cui anche autori del passato come Bergman o Antonioni dovettero fare i conti), il regista coreano rimane uno dei punti riferimento massimi di un certo cinema d'autore moderno ed atipico.
Bad guy è forse la sua opera più controversa e senza ombra di dubbio uno dei suoi migliori film: disturbante, sconvolgente ed appassionante allo stesso tempo. Un'opera complessa meritevole della più attenta delle visioni.

La prigionia della mente

Han-ki è un mercante di donne. Gestisce un giro di prostituzione atto a costringere vittime ignare a prostituirsi contro la loro volontà. Un giorno, passeggiando nel parco, l'uomo vede per la prima volta la splendida Sun-hwa, una giovane studentessa di buona famiglia spensierata e nel pieno della sua innocenza, e se ne innamora. Dopo l'istintivo rifiuto della ragazza, Han-ki decide di costringerla - tramite un inganno - a prostituirsi cercando di abbassarla al suo livello. Sun-hwa si trova così vittima di un circolo senza fine che la vedrà derubata di tutta la propria dignità, il tutto mentre Han-ki tira le redini del macabro gioco e tesse il suo piano per ottenere l'amore incondizionato della donna. La sofferenza farà presto largo alla rassegnazione e il destino prenderà la più impensabile delle pieghe, lasciando così i due uniti indissolubilmente da un legame fatto di lacrime amare e spenti sorrisi.

L'incubo

Parlare di un film complesso ed appassionante come Bad guy è un lavoro tanto arduo quanto piacevole. Kim Ki-Duk, insolitamente macabro e Jodoroskiano, dipinge, da buon pittore, un surreale affresco della sofferenza e della martorizzazione che anima a corpo sono costretti a subire nell'amore. Il protagonista costringe una ragazza perbene ad annullare totalmente se stessa, spingendola in un baratro dove il male sembra non avere fine e dove lui, distruggendo il corpo di lei tramite il sesso perpetrato dai clienti, si eleva rispetto a loro non consumando alcun rapporto.
Tutto diventa così un atroce ed insostenibile gioco degli orrori in cui il vero spettatore è lo stesso Han-ki che, da dietro un finto specchio, osserva la ragazza. E' proprio lo specchio quindi che diventa la chiave di tutto: Sun-Hwa vi riflette se stessa ma dietro lo specchio c'è il suo carnefice, il legame diviene indissolubile, l'uomo diviene il suo punto di riferimento.
Pazzesco, per giunta, il modo in cui il regista decide di chiudere il film lasciando chi lo guarda a bocca aperta, dandogli quasi l'impressione che le cose non siamo come in realtà sola, una feroce e silenziosa critica all'intero rapporto sentimentale.
Concettualmente stimolante come nessun altro film di Kim ki-duk (eccezione fatta, forse, per l'arco) Bad guy è un film diverso, senza ombra di dubbio un vero capolavoro, forse appettibile a pochi data, innanzitutto, la lacerante ed inevitabile immedesimazione nelle vesti della sventurata protagonista. Una telecamera attenta ma estranea, spesso poco incisiva e ponderatissima, unito all'altissima qualità recitativa degli attori fanno di questo film qualcosa di davvero memorabile.

Dettagli tecnici DVD

Il dvd, edito da Rarovideo, è parte della serie “eccentriche visioni”, rubrica curata dal sempre amato Enrico Ghezzi ed atta a distribuire ed affrontare al meglio film più “eccentrici”, appunto.
Edizione curatissima, un libretto esplicativo ed interessantissimo di ventiquattro pagine atte a rendere più interessante la fase analitica di approccio a film e dei piacevoli contenuti speciali all'interno dello stesso dvd.
Gli extra, appunto, comprendono analisi critica e concettuale dell'autore e del film stesso a cura del docente universitario di cinema e fotografia Andrea Bellavita, lanciato qui in un'interessante discorso sull'importanza della mutilazione del corpo nel cinema di Kim Ki-duk. Il comparto video, così come quello audio, svolgono il loro buon lavoro senza mai subire ribassi, permettendo la giusta visione di un così magnifico capolavoro.

Badguy Un capolavoro, forse poco digeribile ma indubbiamente di altissima qualità. In alcuni frangenti sembra quasii che l'autore di perda in un lentissimo ensamble di concetti 'metacinematografici' per poi riprendersi e lasciare lo spettatore scovolto da una bravura tanto grande quanto inusuale. Un plauso ad un vero maestro del cinema, a prescindere da contenuti e continente.

9

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