Bac Nord Recensione, il thriller francese Netflix tratto da una storia vera

Cédric Jimenez dirige un godibile action/thriller che vede per protagonisti tre agenti di polizia alle prese con scelte difficili.

Bac Nord Recensione, il thriller francese Netflix tratto da una storia vera
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Il cinema francese e le forze dell'ordine: un legame da sempre solido nel mondo cinematografico nazionale, sia che i protagonisti siano o meno dalla parte della legge. I polar hanno fatto scuola in tutto il mondo ma negli ultimi tempi oltralpe si prende spunto anche da produzioni ibride, che guardano ai classici ma contemplano quel modernismo del genere action - che in molte occasioni è solito ispirarsi a storie realmente accadute.

È il caso di Bac Nord, la cui sceneggiatura prende spunto da fatti di cronaca che hanno attirato le attenzioni dell'opinione pubblica locale per diverso tempo, storie che vedevano direttamente coinvolti degli appartenenti alle forze di polizia. Stiamo parlando dello scandalo che ha colpito la squadra anticrimine (BAC) di Marsiglia nel 2012 e che condusse all'arresto di diciotto agenti.
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes e clamoroso successo di pubblico ai botteghini nazionali, Bac Nord sbarca ora col marchio original nel catalogo di Netflix, che ne ha per l'appunto ottenuto i diritti in esclusiva (a proposito di pellicole su Netflix, peraltro, vi invitiamo a recuperare la nostra recensione dell'emozionante Schumacher).

Bac Nord: senza mezze misure

Tre agenti della BAC sono alle prese con una pericolosa missione atta a smantellare un grosso traffico di droga che da tempo sta avendo luogo nella città di Marsiglia. I quartieri nord sono ormai sotto il pieno controllo della criminalità e chiunque osa addentrarvisi, soprattutto se indossa un distintivo e senza reali motivi a sfondo delinquenziale, rischia di non fare poi ritorno.

I poliziotti sono messi sotto pressione dal loro superiore per via dei metodi poco ortodossi che sono soliti utilizzare durante gli arresti e questo limita parecchio la loro capacità d'azione. Quando prendono parte a un nuovo, pericoloso incarico, al termine dell'incursione vengono accusati di aver rubato della droga per fini personali, allo scopo di rivenderla. La sola a poterli scagionare è la loro informatrice, ma questo metterebbe allo scoperto la sua identità: uno degli agenti dovrà scegliere se tradirla o meno per la salvezza propria e dei suoi colleghi.

Dritto al sodo

Il prologo parte a razzo, con una sequenza action di ottima fattura che anticipa l'introduzione dei personaggi principali, tre agenti pronti a tutto pur di fare giustizia, senza paura di usare le maniere forti per affrontare il crimine.

Ma Bac Nord risalta più per il suo scavo psicologico che per il mero entertainment di genere, pur possedendo efficaci sequenze action, riuscendo a instillare nello spettatore un senso di profonda partecipazione alle scelte che andranno prese dai protagonisti per garantirsi un futuro al di fuori delle sbarre.
Un bivio morale presso cui il pubblico avrà gioco facile nel calarsi nei loro panni, condividendo o meno la decisione risolutiva atta a trainare verso l'epilogo.

Ecco allora che le atmosfere diventano quelle da prison-movie, dove la prigione per l'appunto non è solo quella fisica ma anche etica nel subdolo giogo/ricatto influenzato da interessi politici e personali, con il tradimento o l'omertà che sono di casa. Le fasi dell'interrogatorio possiedono la giusta intensità e trovano adeguato supporto dalle solide performance del cast, Gilles Lellouche e François Civil su tutti e con la sempre deliziosa Adèle Exarchopoulos de La vita di Adele (leggete qui la nostra recensione de La vita di Adele) in un fondamentale ruolo secondario.

Bac Nord Un action-thriller che si apre a interessanti divagazioni morali, capace di rileggere le regole del polar e adattarle alle soluzioni più intuitive e canoniche del filone più moderno. Bac Nord, exploit di pubblico in Francia, sbarca nel catalogo Netflix con quel mix tra tensione fisica e morale che non guasta, tra scene action di buona fattura e istinti più drammatici a caratterizzare la seconda parte di visione, dove i personaggi vengono messi di fronte a scelte difficili dalle quali dipenderà il loro futuro. Non spiccherà per originalità, giacché la storia - ispirata a una vicenda realmente accaduta - è stata già vista e intrapresa in molteplici modi, ma il film di Cédric Jimenez possiede un suo perché grazie anche all'azzeccato cast.

6.5

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