Recensione Babbo Natale non viene da nord

Tre anni dopo l'esordio registico Una donna per la vita, l'attore Maurizio Casagrande torna dietro la macchina da presa per raccontare tramite Babbo Natale non viene da Nord una moderna favola salernitana.

Recensione Babbo Natale non viene da nord
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Qualche volta, a Natale, i miracoli succedono davvero.
È ciò che intende ribadire l'attore napoletano Maurizio Casagrande attraverso Babbo Natale non viene da Nord, sua seconda fatica registica che arriva tre anni dopo Una donna per la vita, del 2012.
Come in quel caso, anche qui lo troviamo sia dietro che davanti la macchina da presa nei panni del protagonista: Marcello, "prestigiatore" mago con le carte che accetta per mille euro di compenso di partire per Salerno, dove, vestito da Babbo Natale, deve consegnare pacchi dono.
Impresa che si direbbe facilissima se, a causa di una caduta con tanto di battuta di testa, non perdesse la memoria complicando ulteriormente il già non esaltante rapporto con la figlia India, molto somigliante alla popolare cantante Annalisa e lasciata a casa proprio quando, intenta a risolvere le sue difficoltà nel relazionarsi con gli uomini, aveva deciso di passare il Natale insieme al padre.
Del resto, è proprio l'idolo canoro femminile d'inizio XXI secolo a concedere anima e corpo alla ragazza, la quale, delusa e arrabbiata, parte alla sua ricerca accompagnata dal cialtrone ed incapace manager di lui Gerardo, con il volto dell'Angelo Orlando di L'anno prossimo... vado a letto alle dieci.

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E sono il sacerdote Tommaso alias Giampaolo Morelli e i bambini che vivono con lui a soccorrere l'uomo, che non ricorda nulla e si fa chiamare, appunto, Babbo Natale; man mano che equivoci e situazioni complicate si susseguono fino all'entrata in scena della bella ma perfida Alice, interpretata dalla Tiziana De Giacomo di E io non pago e destinata metaforicamente ad incarnare l'immagine della strega cattiva.
Perché, in fin dei conti, immersa in paesaggi salernitani ricchi di luci e colori valorizzati dalla bella fotografia di Antonello Emidi, è una moderna fiaba tricolore quella raccontata nel corso della circa ora e quaranta di visione; non priva di strizzate d'occhio a Totò e comprendente apparizioni per Eva Grimaldi, Milena Miconi e un Nino Frassica che, tanto per cambiare in divisa da carabiniere, non manca di regalare qualche sorriso.
Come pure i diversi momenti che coinvolgono una non più lucidissima zia e la gag del cambio di costume in automobile, strutturata in maniera simile a quella storica dei testicoli incastrati nella zip vista in Tutti pazzi per Mary di Bobby e Peter Farrelly.
Sequenze che, insieme a quella simpatica presso lo studio medico, rientrano, però, tra le pochissime realmente divertenti dell'insieme, penalizzato non solo - sorvolando sull'invadente product placement - da una recitazione che lascia in alcuni momenti a desiderare, ma anche e soprattutto da un eccessivamente datato umorismo probabilmente ancora funzionante sui palchi dei teatri, ma non sul grande schermo.
Senza contare la schizofrenia generale della sceneggiatura, che sembra cambiare toni e intenzioni dell'operazione scena dopo scena...

Babbo Natale non viene da nord Il popolare attore napoletano Maurizio Casagrande ritenta la carta della regia - tre anni dopo Una donna per la vita - con Babbo Natale non viene da Nord, prodotto dalla stessa Maria Grazia Cucinotta che vi figura nel piccolo ruolo di una psicanalista. Una sorta di moderna fiaba natalizia che, immersa in una luccicante e colorata Salerno, non manca di sacerdoti affetti da insopportabile russamento, di vigili che trascorrono le giornate a fare multe a chiunque non parcheggi correttamente l’automobile e di un evidente omaggio alla partita a carte de L’oro di Napoli diretto nel 1954 da Vittorio De Sica. Ma, sebbene simpatia e occasioni per sorridere non risultino assenti, buona parte della comicità sfruttata si rivela non poco datata e, come se non bastasse, l’insieme non tarda a manifestarsi penalizzato da una certa schizofrenia generale che rende difficile la sua collocazione in una precisa tipologia di spettacolo cinematografico.

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