Recensione Avalon

Riscopriamo insieme il quarto film in live-action del celebre regista nipponico Mamoru Oshii, un racconto affascinante tra fantascienza e filosofia giocato sul connubio / contrasto tra reale e virtuale.

Recensione Avalon
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Presentato fuori concorso al 54º Festival di Cannes, Avalon è il quarto film in live-action dello storico autore di Ghost in the shell, Mamoru Oshii. Frutto di un'inedita co-produzione nipponico-polacca, l'opera (che guarda già dal titolo alla mitologia europea) si staglia sulla scia di pellicole allora (pre) contemporanee come Matrix, inserendosi in quel filone pseudo-fantastico nel quale reale e virtuale si abbracciano in narrazioni di carattere metafisico. Le riprese, effettuate in Polonia e con un cast interamente caucasico, beneficiano inoltre di un particolare stile visivo, con una fotografia pressoché dominante tendente al color-ocra che viene sfruttata anche come espediente narrativo in più che come semplice omaggio a Stalker, il capolavoro di Tarkovskij.

The Gamer

La bella Ash è una delle migliori giocatrici di Avalon, un videogioco virtuale nel quale il player si ritrova a combattere in una sorta di realtà post-bellica contro orde di nemici, per la maggior parte controllati da umani, ottenendo vittoria dopo vittoria crediti da spendere nella vita vera. Il gioco però è pericoloso e può di creare dipendenza, rischiando di compromettere per sempre lo stato mentale e portare al coma vegetativo. Proprio per "rintracciare" un vecchio compagno d'armi, che ha perso coscienza da tempo, Ash scopre un luogo misterioso e figure leggendarie che si aggirano in Avalon, che potrebbero condurre alla misteriosa "Classe reale", un nuovo livello di difficoltà in grado di svelare risposte cruciali sul gioco e i suoi creatori.

Il regno delle fate

Un racconto affascinante e dal sapore quasi mistico, con una parte finale in cui un poderoso cliffhanger rischia di cambiare irrimediabilmente le carte in tavola, conducendo infine verso un epilogo emblematico e "aperto". Avalon sfrutta il connubio tra uomo e macchina per creare un universo online che rischia di apparire più vero della realtà, insinuando dubbi e domande attraverso le misteriose figure della Fratellanza delle 9 sorelle e di spiriti virtuali che guardano ad un fascino arcano, memore in più passaggi delle leggende medievali del vecchio continente. Con lo stile già rodato nel mondo dell'animazione, Mamoru Oshii si prende i suoi tempi, con lunghe sequenze di sfuggente placidità che fanno da presagio alle sortite di pura azione che si sviluppano poi nel gioco, realizzate per altro con effetti speciali pregni di una particolare forza visiva, sfruttando anche mezzi militari in forza all'esercito polacco. Le già accennate scelte cromatiche, che si aprono infine alla corretta e nitida colorazione, sono soltanto uno dei rimandi a Stalker, che viene ripreso anche nell'idea contenutistica di profonda filosofia applicata al genere. E in questa indistizione netta e perpetua tra ciò che è e ciò che appare, il regista ha scelto i volti giusti per i rispettivi ruoli, trovando nella bella Malgorzata Foremniak la perfetta, combattuta, eroina dei due mondi.

Avalon Guarda a Stalker e a tutta la fantascienza pseudo filosofica (inclusi gli istinti più sanamente commerciali di Matrix) il quarto live-action di Mamoru Oshii. Avalon è un film che fa della visione e dei criptici contenuti i suoi punti di forza, premendo su una raffigurazione visiva affascinante e sul progressivo svelamento del "mistero" con una regia calibrata tra ispirati istinti autoriali e concessioni ad un'azione raffinata e mai banale.

7.5

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