Auguri per la tua morte, la recensione: quando morire significa capire sé stessi

Auguri per la tua morte si può definire uno strano ibrido, un teen movie con sfumature horror (e viceversa) che insegna ai più giovani ad essere sé stessi.

Auguri per la tua morte, la recensione: quando morire significa capire sé stessi
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Si può trasformare una commedia, con venature romantiche per giunta, in un film dell'orrore (o quasi)? Secondo Jason Blum, storico fondatore della Blumhouse, casa di produzione che ci ha regalato la saga di Paranormal Activity, i vari Insidious, il folle La Notte del Giudizio per ricordarne solo alcuni, assolutamente si. A vedere Auguri per la tua morte a dire il vero sembra non solo che sia un'operazione alquanto semplice, anche divertente e naturale. Tutto inizia dal lontano 1993, quando un giovane Bill Murray è chiamato a interpretare un giornalista costretto a rivivere sempre lo stesso giorno in Ricomincio da Capo, a girare sempre il solito orrendo servizio, come schiavo di una maledizione. Il personaggio di Phil Connors è così spinto a cambiare profondamente la sua vita e il suo carattere, scoprendo aspetti della sua esistenza prima sconosciuti o sottovalutati. La stessa sorte accade alla giovane studentessa al centro di Auguri per la tua morte, anche se il suo sarà un destino decisamente più tragico e violento.

Nascere e morire, morire e rinascere

La giovane Tree finisce infatti in uno strano loop che ricomincia ogni qual volta muore in modo brutale, sempre lo stesso giorno. Un efferato (e goffo) assassino mascherato infatti la vuole morta a tutti i costi e riesce sempre nel suo intento nonostante gli sforzi della studentessa, che ad ogni risveglio - capita l'antifona - cerca di volta in volta di cambiare il proprio destino e le proprie azioni, anche se il risultato non cambia. Christopher Landon, già scrittore di Paranormal Activity 3 e Disturbia, dirige un horror alquanto atipico, con sfumature da commedia adolescenziale più che da film dell'orrore puro. Difficilmente infatti Auguri per la tua morte metterà alla prova le vostre coronarie o vi farà saltare sulla poltrona del cinema, ogni morte nel film diventa sempre più scontata o ridicola, volutamente. Il vero gioco risiede nel cercare forsennatamente di uscire dall'incubo del rivivere sempre lo stesso giorno, cosa che può avvenire soltanto individuando l'assassino e neutralizzandolo. Nonostante una scrittura molto semplice e lineare, la missione di Landon & Co. si può definire riuscita, poiché il risultato finale intrattiene con gusto e con diverse sorprese.

Colpi di coda

I numerosi plot twist presenti nella sceneggiatura infatti diventano man mano più appassionanti e divertenti, seppure il setting "si resetti" ogni qual volta la protagonista perde la vita. Ogni rewind risulta ben congegnato e il ripetersi degli eventi ben mescolato, non si ha mai la sensazione di rivedere effettivamente la medesima scena per due (o più) volte consecutive. Persino il finale, all'apparenza banale e tremendamente scontato, ha qualche cartuccia da sparare, il proverbiale colpo di coda che rende il progetto ancora più frizzante e intelligente di quanto possa sembrare. Inoltre lo sceneggiatore Scott Lobdell è riuscito nell'intento di inserire fra le righe dello script - oltre ad omaggi sparsi al genere - anche un sottotesto interessante, che parla a cuore aperto al pubblico più giovane.

Tree Gelbman, la protagonista del film, inizia la sua avventura sullo schermo come la classica "stronzetta" americana, la peggiore compagna di college che si possa immaginare. Tratta male le sue amiche, si ubriaca costantemente, seduce e usa un ragazzo dopo l'altro senza risparmiare neppure i professori sposati del suo corso. Un'egoista da manuale, che si lascia odiare persino dal pubblico seduto in sala; le cose invece cambiano col passare dei minuti, la ragazza comprende morte dopo morte tutti gli sbagli del suo carattere sino a diventare una persona migliore, amabile, per cui non si può che provare empatia. Una svolta magari poco originale, ma che regala al film un senso affatto scontato e un personaggio principale dinamico, in continuo divenire. Un dettaglio non da poco, visto che l'intero lungometraggio poggia sulle fragili spalle della protagonista e dunque della sua interprete Jessica Rothe. Dopo una fugace apparizione in La La Land, la giovane attrice tira fuori gli artigli e dimostra un intero campionario di potenzialità, dimostrandosi versatile e funzionale in diverse occasioni in un One Woman Show scritto di fatto attorno a lei. La strada per il successo di massa e una carriera solida è ancora lunga, le fondamenta però sono state piazzate.

Auguri per la tua morte Auguri per la tua morte si può dunque considerare un horror atipico con sfumature da commedia teen (e viceversa), pensato sopratutto per un pubblico giovane. Tutta l'attenzione è rivolta ad una caccia all'assassino avvincente e divertente, che avviene sempre nel medesimo giorno. Una sceneggiatura direttamente ispirata a Ricomincio da Capo di Harold Ramis per stessa ammissione degli autori, Christopher Landon e Scott Lobdell del resto giocano con i cliché della commedia americana e dell'orrore riempiendo il film di citazioni, rimandi e omaggi, mettendo da parte il sangue e la violenza "pornografica" in nome di un intrattenimento leggero e intelligente. Non risparmiano neppure un sottotesto che parla direttamente ai ragazzi, agli adolescenti, invitandoli a non essere schiavi delle mode, dell'apparenza e dell'egoismo.

7

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