Recensione Asterix e Obelix al servizio di sua maestà

Pronti per una bella dose di scazzottate coi centurioni romani?

Recensione Asterix e Obelix al servizio di sua maestà
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Le avventure di Asterix e Obelix, simpatici guerrieri dell'antica Gallia, divertono un pubblico eterogeneo ormai da più di cinquant'anni. Era difatti il 1959 quando i fumettisti francesi René Goscinny e Albert Uderzo diedero forma alla loro idea di narrare in modo buffo e scanzonato la resistenza di un piccolo villaggio gallico all'oppressione delle armate di Giulio Cesare, grazie all'espediente di una pozione magica, così possente da dare ai villici la forza di respingere, di volta in volta, l'esercito romano. Tra gli indomiti galli gli eroi assoluti del villaggio sono Asterix, piccoletto ma astuto, e Obelix, gigante buono la cui forza è comparabile solo alla sua purezza d'animo. Le creature di Goscinny e Uderzo conobbero in breve tempo un grande successo, divenendo protagoniste di ben 24 albi creati in collaborazione dalla coppia, e di numerosi altri usciti dal pennino del solo Uderzo dopo la morte del collega, avvenuta nel 1977.
Il tipico umorismo della serie a fumetti, sempre ricca di situazioni comiche e caricaturali, è stato portato al cinema molte volte, spesso in modo riuscito. Otto sono le trasposizioni animate (con una nona prevista per il 2014) mentre gli anni duemila hanno visto Asterix & co. uscire dalle pagine disegnate per prendere parte ad alcuni divertenti live action: nel 1999 Asterix e Obelix contro Cesare, nel 2002 Asterix e Obelix - Missione Cleopatra e infine, nel 2008, Asterix alle Olimpiadi.
E sul finire del 2012, a quasi un lustro di distanza, arriva ora il quarto live action dedicato ai due inseparabili e maneschi amici: Asterix e Obelix al servizio di sua maestà.

S.P.Q.I.

Mentre in Armorica Asterix (Edouard Baer) e Obelix (Gérard Depardieu) sono alle prese con Menabotte (Vincent Lacoste), giovane e indisciplinato nipote del Capovillaggio allergico alla disciplina, dall'altra parte della Manica Giulio Cesare (Fabrice Luchini) marcia con le sue regioni alla conquista della Britannia, incontrando poca resistenza da parte dei gentlemen inglesi, dediti più al rispetto dell'etichetta che all'arte della guerra. Oramai le forze britanniche sono ridotte al lumicino: l'ultima speranza di salvezza è la disperata missione del prode, ma oltremodo composto, Beltorax (Guillaume Gallienne) alla ricerca degli invincibili galli -le cui geste sono arrivate fino a Londinium- a cui chiedere manforte. È l'occasione giusta per sgranchirsi un po' i pugni e mostrare a Menabotte il valore del coraggio e della responsabilità, quindi Asterix e Obelix partono, con i due nuovi amici, alla volta della Terra d'Albione per consegnare alla regina Cordelia (Catherine Deneuve) una botte di pozione magica. Ma il barile, una volta raggiunta la terraferma, avrà qualche difficoltà ad arrivare a destinazione...

Tradizione...

Cambiano i registi, cambiano alcuni interpreti (Baer è il terzo Asterix cinematografico in quattro film) ma il “centro di gravità permanente” delle avventure galliche su celluloide rimane sempre l'immenso (in tutti i sensi) Depardieu nei panni di Obelix: impossibile oramai pensare a qualcun altro al suo posto. Mentre, in verità, Baer se la cava meglio di quanto ci si potrebbe aspettare di primo acchito, apparendo inizialmente come una versione un po' svecchiata ma in finale molto fedele negli atteggiamenti all'Asterix cartaceo. Finisce praticamente qui la sequela di volti noti, contando anche che il dolce cagnolino Idefix, come nel fumetto, si vedrà solo all'inizio del film, e che addirittura, per la prima volta, il druido Panoramix non comparirà in alcun modo (e verrebbe da chiedersi il perché dell'assenza di un personaggio così caratteristico, almeno per una comparsata).
Per il resto, ad ogni modo, anche questa nuova avventura del gallico non è parca di grandi nomi nel cast (Deneuve, Luchini, Dany Boon) e della solita (e solida) componente italiana, rappresentata questa volta dai centurioni interpretati da Luca Zingaretti, Filippo Timi, Neri Marcorè e Niccolò Senni.

...e innovazione

La storia è un accurato (e rimodernato) mix di due famosi albi a fumetti, Asterix e i Britanni e Asterix e i Normanni, già in passato trasposti in animazione nel 1986 l'uno col titolo Asterix e la pozione magica e l'altro, più recentemente, nel 2006 con Asterix e i Vichinghi. La sceneggiatura è opera dello stesso regista Laurent Tirard, insieme a Grégoire Vigneron, che già lo aveva accompagnato in Le avventure galanti del giovane Molière (2007) e Il piccolo Nicolas e i suoi genitori (2010). E c'è da dire che, pur rimanendo nel solco della tradizione e perdendosi poco per strada, a differenza soprattutto del terzo film, Tirard aggiunge la sua cifra stilistica alle avventure di Asterix portando sullo schermo un'avventura mai stanca, ricca di spunti e con quel po' di tensione -relativamente- sessuale che al regista francese piace esplorare. Si accenna al rapporto 'particolare' tra i due protagonisti, ma vediamo anche i personaggi maschili interagire in vari modi con tutti quelli femminili appositamente inseriti nella storia, come la regina di Catherine Deneuve e le gentildonne Ofelia (Charlotte Le Bon) -bella fidanzata di Beltorax stufa della rigidità del promesso sposo- e Miss Macintosh (Valérie Lemercier), irreprensibile istitutrice in casa di Ofelia che giocherà un ruolo determinante sia con Obelix che con i vichinghi, i quali sono alla costante ricerca del significato della paura. Interessante, inoltre, l'utilizzo del rock nella colonna sonora e le numerose citazioni cinefile che costeggiano l'opera (alcune delle quali decisamente inaspettate).

Asterix e Obelix al servizio di sua maestà Divertente, ritmato, rispettoso dell'opera originale ma anche ricco di personalità, il nuovo film live action dedicato ad Asterix e Obelix è un'avventura piacevole e ben costruita, seppur non perfetta: il risultato globale, ad ogni modo, è tra i più validi nel contesto e pone ancora una volta il cinema francese una spanna sopra a quello italiano per quanto riguarda i prodotti di intrattenimento, soprattutto quelli tratti dal fumetto nazionale, che i francesi riescono sempre a salvaguardare e promulgare, a differenza di quanto fa il cinema nostrano. La versione 3D del film è ben congegnata, non affaticando la visione e non compromettendo la nitidezza dell'immagine, regalando al contempo un simpatico pop-up da fumetto, eccellente nel rimarcare gli effetti della pozione magica e della scazzottate susseguenti alla sua ingestione.

7

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