Asakusa Kid Recensione: le avvincenti origini di Takeshi Kitano

Su Netflix approda un film profondo e divertente, basato sul libro autobiografico di Kitano, che racconta gli albori del mito artistico di Beat Takeshi.

Asakusa Kid Recensione: le avvincenti origini di Takeshi Kitano
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Scorrere gli innumerevoli riconoscimenti attribuiti a Takeshi Kitano non basta per comprendere la sua importanza. Oltre alle statuette che hanno sancito il successo planetario, lo stile inequivocabile di Kitano ha plasmato il mondo dell'arte come hanno saputo fare poche altre personalità. Il sensei di Tokyo è il padre di un'impronta artistica, tuttora ineguagliata, che mescola alla perfezione il dramma più cupo alla commedia demenziale, la violenza efferata al candore di sentimenti genuini (abbiamo raccontato uno dei suoi capolavori nel nostro approfondimento dedicato ad Hana-bi). Un artista nel vero senso della parola, curioso ed innamorato del proprio lavoro, che ha mosso i suoi primi passi sul palco del Français, sotto lo sguardo vigile del grande Fukami di Asakusa.

Asakusa Kid racconta le origini di Takeshi Kitano, seguendo il racconto da lui stesso narrato nell'omonimo libro del 1988. Il film diretto da Gekidan Hitori è uno dei titoli Netflix di dicembre 2021 più attesi e si dimostra un'opera splendida che non risente dei pochissimi difetti imputabili al racconto di un periodo denso di avvenimenti. Asakusa Kid non si rivolge solo agli appassionati di Kitano: la storia di questo ragazzo che cerca di sfondare nel mondo dello spettacolo, guidato dagli insegnamenti di un maestro carismatico, è perfettamente godibile anche ignorando che il giovane Take diventerà uno dei più grandi showman della storia. Agli occhi dei fan di Kitano, invece, il film splende sotto una luce diversa, poiché riesce a catturare con sensibilità i dolori e le gioie che hanno segnato il passato di Beat Takeshi.

Nessuno sfugge alla gavetta

Kitano si trasferisce ad Asakusa nel 1972, mollando l'università dopo una sola settimana. Il ragazzo vuole diventare un comico, ed è per questo che cerca lavoro in questo celebre quartiere di Tokyo.

Come è giusto che sia, un novellino senza referenze è costretto a partire dal basso: Takeshi viene assunto come inserviente al teatro Français, un locale di spogliarelli dove i comici si esibiscono tra un numero e l'altro delle provocanti ballerine. Gli spettacoli teatrali vivono un periodo durissimo a causa della televisione che ha svuotato le platee una volta stracolme di spettatori. La cifra artistica del Français è quindi assoggettata ad un manipolo di danzatrici erotiche, le uniche capaci di riempire ancora qualche poltrona, ma è chiaro a tutti che il teatro comico giapponese è ormai morto e sepolto. Solo un uomo rimane incrollabile nella sua fedeltà al palco: Senzaburo Fukami è un'icona all'interno di questa decadente istituzione, e guida con saggezza gli attori del Français nonostante la penuria di biglietti venduti. Fukami è un artista dai mille talenti, temprato da spettacoli innumerevoli e sempre diversi, e il giovane Takeshi stravede per lui. Una sera, poco prima dell'imminente show, il collaboratore di Fukami è dolorante e impossibilitato a salire sul palco: è la grande occasione di Takeshi, chiamato senza preavviso a fare da spalla al suo mentore. La prima volta non si scorda mai, e questo è solo un piccolo passo sulla strada artistica che celebrerà il genio di Takeshi Kitano.

Un occhiolino dal passato

Le prime immagini di Asakusa Kid sorprendono grazie alla somiglianza tra il vero Takeshi Kitano e Yuya Yagira, l'attore che lo interpreta durante gli anni formativi: la postura, il forte gesticolare durante i siparietti comici e le espressioni dure del viso lasciano intuire il profondo studio che giace dietro un'interpretazione intrigante. In nome di una restituzione immediata del personaggio, Yagira si lascia andare anche al vistoso tic all'occhio che rende subito riconoscibile Kitano, nonostante questo sia apparso nel 1994 in seguito al terribile incidente che ha sfigurato il volto del cineasta giapponese.

La sceneggiatura segue con attenzione dapprima la crescita artistica del giovane Take, per poi passare alla narrazione parallela della vita di Fukami in seguito all'abbandono del suo protetto. L'anziano attore, che ha insegnato tutto ciò che sapeva al suo assistito, si ritrova infatti in balìa della crisi economica che ha investito il teatro, costretto a trovarsi un nuovo lavoro mentre Kitano sfonda nel mondo del Manzai.

Il lungometraggio si lascia apprezzare per la sensibilità con la quale riesce ad inquadrare la profonda relazione tra l'allievo e il suo sensei, all'interno di un periodo artisticamente tumultuoso che sembrava attendere con ansia un talento come quello di Kitano. Queste vite tormentate vengono riportate sullo schermo mantenendo sempre alto l'umore dello spettatore, attraverso le scene comiche allestite sul palco e grazie a divertenti dialoghi, recitati con passione da un cast di attori giovani e capaci.

Uno spettacolo innovativo

L'unico difetto di uno script che si dimostra molto rigoroso (eccezion fatta per il succitato tic all'occhio) è la fretta con la quale si passa dai primi fallimentari spettacoli di Manzai alla fama raggiunta dal duo comico Two Beat.

Un successo rocambolesco che potrebbe lasciare dubbiosi, ma che non inficia la riuscita generale di un film quasi perfetto. La regia di Gekidan Hitori si lascia apprezzare per alcune trovate molto originali, che rendono la visione di Asakusa Kid un lungo viaggio sognante nel passato. Il regista costruisce infatti con ingegno dei piani sequenza utili ad una ricostruzione fruibile e veloce del teatro di Asakusa, e spiccano piacevolmente le rapide transizioni - un artificio molto importante per il cinema giapponese, ampiamente utilizzato soprattutto nelle opere d'animazione - che rendono Asakusa Kid un titolo quasi sperimentale dal punto di vista tecnico. I movimenti ampi e morbidi della macchina da presa incorniciano una storia divertente e profonda, che segue il ritmo jazz di Fukami di Asakusa, montata ad arte in un titolo dai tempi veloci e scandita dalla musica di una colonna sonora movimentata.

Asakusa Kid Asakusa Kid racconta le origini artistiche di Takeshi Kitano e lo fa attraverso una triste storia che inquadra il periodo buio del teatro giapponese, riuscendo però a divertire lo spettatore anche grazie ad alcune trovate registiche peculiari. Yuya Yagida interpreta il maestro giapponese in una prova attoriale che dimostra tutto lo studio nascosto dietro la ricostruzione del personaggio, elevando maggiormente la pellicola agli occhi degli appassionati di Kitano. Per tutti gli altri il lungometraggio di Gekidan Hitori risulterà comunque una visione estremamente piacevole, grazie ai suoi ritmi gestiti con intelligenza e all'interesse suscitato da un racconto universale, profondo e sfaccettato tra un allievo e il suo maestro.

8

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