Apollo 10 e mezzo recensione: un coraggioso film animato su Netflix

Tra lo sbarco sulla Luna e la sua vita famigliare, il titolo con protagonista il giovane Stanley riporta uno spaccato di fine 60s in versione animata.

Apollo 10 e mezzo recensione: un coraggioso film animato su Netflix
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Richard Linklater è l'autore degli opposti. O di produzioni grandi e lunghissime nella loro gestazione o di film piccoli e contenuti. Il cineasta è il fautore della Trilogia del Tramonto durata per tre decadi, nonché ideatore di un racconto lungo dodici anni come Boyhood (qui la nostra recensione di Boyhood). Ma è anche il creatore di un cult generazionale come La vita è un sogno e di una riproposta cinematografica anni Ottanta col suo Tutti vogliono qualcosa del 2016 - divertitevi a riscoprire questo piccolo gioiellino con la recensione di Tutti vogliono qualcosa.

Progetti dal gusto indipendente che caratterizza i titoli del regista e sceneggiatore; gusto che sotto ogni punto di vista è diventato anche un vero e proprio modo di esprimere lo stile di determinate pellicole, di cui Linklater è senza ombra di dubbio veterano. Per Apollo 10 e mezzo, la sua prima occasione targata Netflix, sceglie di riutilizzare la tecnica d'animazione già esplorata con Waking Life e A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare. Obiettivo centrato, scopriamo il perché, ma non perdetevi anche gli altri film Netflix di aprile 2022.

Cosa accadeva nel 1969

Apollo 10 e mezzo ripercorre mirabilmente i temi da sempre cari alla poetica narrativa dell'autore americano, che in una versione autobiografica che ha quasi i toni del documentario va descrivendo tanto la sua infanzia trascorsa nella periferia statunitense sul finire degli anni Sessanta, quanto il quadro sociale e culturale di una popolazione mondiale in fermento.

Parliamo della vicenda di un ragazzino, del piccolo Stanley, sesto figlio di una famiglia numerosa, che nell'estate in cui l'umanità è giunta a conquistare lo spazio ha intrapreso a sua volta una missione niente meno che per conto della NASA. L'unione di realtà e fantasia, che è insieme la commistione tra la verità dei cambiamenti avvenuti in quel sopraggiungere dei 70s e la tecnica animata che media tra fiction e non. Tra ricordi personali e immaginazione, tra il passato della propria gioventù e quella fatta trascorrere al suo protagonista, Linklater ricostruisce un quadro storico che ha un'incredibile attinenza con quella specifica porzione di quotidianità occidentale che ricalcava in tutto e per tutto l'ideale dell'american way of life. Le punizioni scolastiche, l'impiego consistente all'interno della NASA, i pomeriggi passati davanti alla televisione e i film intravisti mentre si spiano le coppie baciarsi nei drive-in tornano in quantità ingente in una pellicola contemporanea in cui il cineasta vuole ripercorrere quegli anni andati. Nonché il confine sottilissimo tra quello che è stato un obiettivo comune, l'andare sulla Luna, e quello personale di un ragazzino occupato così a poter sperare in grande.

I sogni ad occhi aperti di un ragazzino

La leggerezza della fanciullezza accompagna costantemente la visione documentaristica di Apollo 10 e mezzo integrando al racconto di Stanley le architetture dell'epoca, l'arrivo dei centri commerciali e l'eccitazione dei parchi giochi come formula di divertimento massimo per tutta la famiglia. Il contesto è fondamentale ed è, anzi, la quintessenza del titolo.

Più dello sbarco sulla Luna, più del fantomatico viaggio di un semi-adolescente intento a prepararsi per approdare sulla piattaforma extra-terreste così da fare da apripista a quello che sarà l'allunaggio che modificherà per sempre i contorni della Storia. Nella semplicità figurativa e nell'influente prevalenza del tratto sulla parola - quest'ultima pur costantemente presente nella voce fuori campo di Jack Black - l'opera si erge a spaccato preciso ed espositivo della collettività degli anni Sessanta, del terrore della Guerra Fredda, delle bombe laggiù in Vietnam. Un mosaico allargato di un tempo così ristretto, eppure determinante per il futuro a venire, in cui milioni di persone si sono sentite unite di fronte ad una diretta spaziale. E, al centro, un nucleo esistenziale che è quello in cui Richard Linklater è nato, mutato e si è trasformato, trasportando le proprie memorie nei suoi lavori cinematografici. Un nido da cui il protagonista Stanley spicca il volo vivendo lo sbarco sulla Luna come se avesse partecipato all'operazione più importante compiuta nel cosmo o, forse, sognandolo. Ma è la concretezza di quello che accadeva sulla Terra che affascina di Apollo 10 e mezzo e la limpidezza con cui Linklater riesce a raccontarlo.

Apollo 10 1/2: A Space Age Adventure Con Apollo 10 e mezzo Richard Linklater ripercorre temi a lui cari nella propria filmografia integrandoli, allo stesso tempo, alla sua infanzia. Il film Netflix è infatti ispirato agli anni della sua preadolescenza, ambientata in quel finire degli anni Sessanta, mescolando così alla descrizione storica e familiare anche la missione che vide l'uomo sbarcare sulla Luna. Un'opera che si pone a metà tra fantasia e visione documentaristica di una società e di una cultura molto specifica, quella di un decennio che il regista e sceneggiatore descrive con limpidezza all'interno del suo lungometraggio animato.

7.5

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