Recensione Animal Kingdom

Arriva in Italia il film australiano che ha conquistato il Sundance

Recensione Animal Kingdom
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Vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival, e presentato oggi al Festival Internazione del Film di Roma, Animal Kingdom è l'ennesimo ruggito di un Cinema australiano forse qui poco conosciuto, ma che negli ultimi anni ha regalato lavori di indubbio interesse, dal cult semi-generazionale E morì con un felafel in mano all'indipendenza horror di Wolf Creek. La terra dei canguri oltre ad aver dato i natali ad alcuni degli attori più amati da Hollywood (Nicole Kidman, Hugh Jackman, il compianto Heath Ledger per citarne solo alcuni tra i più famosi) gode di una scena cinematografica di tutto rispetto e, certamente, in salute. La locandina italiana, sempre atta a cercare frasi d'effetto (non importa quanto queste siano attinenti alla verità), cita addirittura Scorsese come termine di paragone, errando non tanto per la portata qualitativa ma per quella prettamente stilistica.

La legge del branco

Il giovane Joshua 'J' Cody (James Frecheville) vede la madre morire davanti ai propri occhi per un'overdose di eroina. Si ritrova così a vivere con i tre zii, Andrew (Ben Mendelsohn), Darren (Luke Ford) e Craig (Sullivan Stapleton), riuniti sotto l'ala protettiva della nonna di Joshua, Janine (Jacki Weaver). La "nuova" famiglia è legata a una banda criminale, e vede proprio in Andrew, rapinatore ricercato dalla polizia, il suo "capo". Quando un componente dell'organizzazione viene ucciso durante uno scontro a fuoco della polizia, Andrew decide di vendicarsi, e insieme ai suoi fratelli uccide una coppia di giovani agenti. Nel brutale omicidio, pur all'oscuro di quanto stava accadendo, ha un piccolo ruolo anche Joshua, che si ritrova così tallonato dal detective Nathan Leckie (Guy Pearce), che vede in lui del buono e cerca di riportarlo sulla retta via. Ma le indagini, e le tensioni che aleggiano all'interno della famiglia, portano anche a dei forti contrasti tra Joshua e la sua ragazza, fino ad un tragico evento che segnerà per sempre la sua vita.

Uomini e animali

Ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto a Melbourne nel 1988, Animal Kingdom è stato accolto un pò ovunque come un nuovo capolavoro del genere. Se forse non si arriva a tale citata eccellenza, bisogna comunque dire che ci troviamo davanti a un film solido, potente e che poggia su solide fondamenta. A cominciare da una sceneggiatura precisa e sofferta, che non lesina dettagli sulla caratterizzazione dei protagonisti e racconta una storia aspra e crudele con un tocco quasi solenne, il film comincia come una sorta di introspettivo viaggio nel dolore, un distorto percorso di formazione di un giovane dalla vita difficile che si ritrova in mezzo ad un gruppo di lupi, dove sembra vigere la legge del branco. Il cui capo, il temibile Andrew, si impone su qualsiasi membro con inaudita violenza, facendosi rispettare per la paura che incute ripetutamente senza vincoli morali di sorta. Il clima che si respira in ogni singolo istante è di un'opprimenza silente ma costante, che impedisce a chi cerca di entrare in questo circolo chiuso di portare un pò di luce, e lo stesso, liberatorio ma non consolatorio finale, ne è l'emblema più nitido. In questo viaggio verso l'inferno dell'anima, non si salva niente o nessuno, e chiunque, volente o meno, non è esente da colpe. La violenza seppur non eccessivamente mostrata, si fa intensa e crudele soprattutto nella scena madre che darà poi la svolta narrativa al film, che non casca mai in un azione forsennata ma nella classica quiete che precede la tempesta. Nel percorso doloroso di vendetta e redenzione, vi è un'interpretazione corale di alto livello, con un cast diligente e che eccelle in alcuni suoi membri: dal maligno sguardo di Ben Mendelshon alla furbizia matriarcale di Jacki Wacker, senza dimenticare il sobrio detective del sempre ottimo Guy Pearce. Proprio come le leggi del regno animale, dove il più forte finisce per dominare i più deboli fino alla nascita di un nuovo "leader", Animal Kingdom offre uno spaccato maestoso e palpitante di come portare il crime movie nel nuovo millennio.

Animal Kingdom Legami familiari che si spezzano dinanzi all'evolversi di eventi criminali crudeli e feroci nella loro apparente freddezza. Animal Kingdom è una storia che, attraverso gli elementi cardine del crime movie, offre anche uno spaccato emotivo ed opprimente di un nucleo incrinato sotto il giogo di un Male che assilla e ne percuote, chi più o chi meno, i suoi componenti. E che opprime, con sublime bellezza, anche chi ne assiste alla visione.

8

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