Recensione Angry Birds - Il film

Nel bizzarro microcosmo in cui è ambientato Angry Birds, una singolare comunità di coloratissimi uccelli pseudo-antropomorfi vive confinata su un'isola tropicale, alle prese con la vita di tutti i giorni. Red è un esemplare piuttosto comune, un individuo anonimo e senza particolari qualità che si fa notare solo per la sua misantropia, un sarcasmo non particolarmente geniale e, soprattutto, per il caratteraccio. Proprio lo stesso caratteraccio che lo ha portato a vivere ai margini della società, spingendolo alla periferia della città, solo e senza amici, e che lo condannerà a un corso di riabilitazione per pennuti con problemi di rabbia. Qui incontrerà altri emarginati come Chuck, Bomb e Terence, con cui stringerà un singolare rapporto. L'arrivo sull'isola di un consistente contingente di maialini (verdi!), inaspettatamente desiderosi di fare amicizia con la loro razza, prenderà di sorpresa gli Angry Birds, mettendo in allarme il sospettoso Red...

Uccelli di Rovio

Dopo milioni di download (e un conseguente numero esponenziale di milioni di dollari incassati), nuove versioni "brandizzate" del videogioco originale e ben 52 episodi della serie animata, i vivaci pennuti protagonisti del bestseller Rovio arrivano al cinema con Angry Birds - Il film, lungometraggio animato in CGI per tutta la famiglia. Il progetto, sulle prime apparso alquanto bislacco, ha infine retto alla prova dei fatti, concretizzandosi in una pellicola ben realizzata, divertente, certamente fedele all'originale ma non schiava dell'assurdo concept alla base del puzzle game, con uccellini lanciati tramite una fionda contro impalcature pericolanti, popolate da maiali fuori di testa. Ovviamente non mancherà, questa situazione, ma il film di Clay Kaytis e Fergal Reilly non indugia mai troppo su quella maledetta fionda, anzi. In una girandola di situazioni, ci mostra i personaggi alle prese con gli stress e le ipocrisie di un mondo buffo ma specchio parodistico della nostra società, un po' come successe anni fa con The LEGO Movie.

Sebbene ricchissimo di scenette strambe e volte a far ridere nelle maniere più slapstick e viscerali possibili (vi avvertiamo: le risate sono grasse e la comicità è quella pensata per il pubblico infantile) c'è una qualità di scrittura che funziona a più livelli: molte sono le citazioni e le battute ambigue che superficialmente faranno ridere i più piccoli ma accenderanno inevitabilmente una lampadina in testa ai più grandi. Merito, senza dubbio, della sceneggiatura a opera di Jon Vitti (non a caso veterano de I Simpson) che inanella inoltre diversi riferimenti sessuali neanche troppo mascherati che ci hanno colpito, più che altro per la loro naturalezza, inusitata per un prodotto occidentale. Esempio pratico: uno dei protagonisti, leggendo (neanche troppo) tra le righe, si palesa come omosessuale, ma questo non lo caratterizza "in quanto tale", e i suoi problemi con la società derivano da altro. O, ancora: c'è un interessante sotto testo sull'ipocrisia e sul finto buonismo dilagante nella società, sull'essere, in un certo qual modo, "analfabeti funzionali" che credono di essere nel giusto ma vivono semplicemente in funzione di regole imposte e accettate senza che esse vengano minimamente comprese. A un certo punto passa addirittura il messaggio che essere arrabbiati, misantropi e diffidenti, in certi casi e con un certo discernimento, può non essere un difetto quanto un vantaggio. Insomma, questi pennuti ci mostrano un lato umano inaspettato, utile per riflettere sulle nostre stesse spigolature. In un contesto, chiaramente, non-sense e tutto da ridere.