Recensione Amici Miei - Come Tutto Ebbe Inizio

Prequel della storica trilogia iniziata da Pietro Germi e Mario Monicelli

Recensione Amici Miei - Come Tutto Ebbe Inizio
Articolo a cura di

Che prima o poi Aurelio De Laurentiis avrebbe messo in piedi un nuovo capitolo della saga Amici miei ambientato nel XV secolo, lo si doveva già intuire quando finanziò il primo A spasso nel tempo di Carlo Vanzina, produzione Filmauro datata 1996 al cui interno Christian De Sica e Massimo Boldi, impegnati a portare scompiglio in diverse epoche storiche, finivano anche per mettere in atto una "zingarata" nella Firenze di un Lorenzo il Magnifico incarnato da Marco Messeri.
Quindi, dopo anni di rimandi e ripensamenti, sotto la regia di Neri Parenti ecco concretizzato quello che, annunciato più volte con il titolo Amici miei 400 e dedicato ai compianti sceneggiatori Leo Benvenuti, Pietro De Bernardi e Tullio Pinelli, si presenta quale prequel della trilogia partita nel 1975 con il classico iniziato da Pietro Germi e terminato da Mario Monicelli e proseguita, negli anni Ottanta, prima con Amici miei atto II, diretto sempre dall'autore de I soliti ignoti, poi con Amici miei atto III di Nanni Loy.

Amici miei 4...cento!

Prequel che vede Paolo Hendel rifare nei panni di Jacopo il Sassaroli di Adolfo Celi, Massimo Ghini riprendere bene o male il Mascetti di Ugo Tognazzi tramite Manfredo, Michele Placido impegnato a riproporre con il suo Duccio il Perozzi di Philippe Noiret e Giorgio Panariello, nel ruolo di Cecco, preso a ripetere quanto fatto da Duilio Del Prete e Renzo Montagnani per il loro Necchi; mentre il già citato De Sica, anziché presentarsi quale surrogato dell'architetto Melandri cui concesse anima e corpo Gastone Moschin, viene impiegato nel personaggio tutto nuovo del nobile Filippo.
Ovviamente, con l'unico pensiero di prolungare lo stato felice della giovinezza, esorcizzare la paura della morte e fuggire dalle responsabilità della vita adulta, oltre che dalla drammatica situazione del dilagare della peste, per mezzo del continuo ricorso a feroci scherzi e "zingarate".
Fino al momento in cui, esaurite le vittime in seguito ad una beffa ai danni del legnaiolo ed eroe del calcio in costume Alderighi alias Massimo Ceccherini, proprio Cecco si trova a diventare l'oggetto di una memorabile bravata, alla quale prende parte addirittura Lorenzo De' Medici, interpretato da Alessandro Benvenuti.

Scherzi a parte

E, all'interno di un ricco cast comprendente anche la Chiara Francini di Maschi contro femmine, Barbara"Il ciclone"Enrichi, Pamela Villoresi e, in un cameo, il Giorgio Ariani che i seguaci della cinematografia stracult ricorderanno di sicuro per essere stato protagonista di Pierino la peste alla riscossa di Umberto Lenzi, Hendel sembra risultare il migliore del quintetto di goliardici guastafeste, impegnati oltretutto ad organizzare una farsa-truffa ai danni di Eros Pagni che, se inizialmente può richiamare alla memoria lo stile di quelle presenti in pellicole quali Il mattatore, Febbre da cavallo e Squadra antitruffa, finisce per approdare ad esiti molto più violenti.
D'altra parte, al di là del prototipo, la cui riuscita è di sicuro attribuibile per lo più a Germi, capace di bilanciare a dovere il discutibile senso di certo umorismo nero di matrice toscana con quell'amaro retrogusto tipico della migliore Commedia all'italiana, il resto della serie non ha fatto altro che basarsi su una gratuita accentuazione della cattiveria operata proprio da Monicelli con il secondo tassello, nel quale avevamo addirittura un povero vedovo sbeffeggiato sulla tomba della moglie e una contorsionista sigillata in una valigia e caricata su un bus turistico in partenza. Un senso dello humour talmente nero da non poter essere nemmeno più considerato humour, ma che è stato più volte giustificato da buona parte del pubblico e della critica dietro la scusa della satira di denuncia e del periodo storico di uscita del film.
Allora, farebbero meglio a tacere i tanti detrattori che hanno fondato sul web gruppi volti a boicottare la pellicola di Parenti, in quanto, se qui non mancano bevute di urina, donne trattate come se fossero oggetti e volgarità verbali a partire dal "poeta della fava", non è certo il caso di prendersela con l'autore di tanti Fantozzi e film di Natale, il quale, senza dimenticare neppure un pizzico di satira anticlericale di stampo monicelliano ed infarcendo il tutto con derivazioni boccaccesche, si è giustamente limitato a riproporre lo spirito che già era alla base dei precedenti sequel. Come pure il poco incalzante ritmo narrativo, con la risultante di un'operazione che, appunto, riesce a strappare risate soltanto allo spettatore particolarmente portato per il cattivo gusto tipico di una certa comicità toscana, individuando, allo stesso tempo, i suoi maggiori pregi nell'ottima ricostruzione storica e nella bella sceneggiatura, a firma dello stesso Parenti insieme al succitato De Bernardi e all'inseparabile accoppiata formata da Fausto Brizzi e Marco Martani spesso al suo servizio per gli script dei cinepanettoni.

Amici Miei - Come Tutto Ebbe Inizio Dopo i pessimi cinepanettoni Natale a Beverly Hills (2009) e Natale in Sud Africa (2010), Neri Parenti concretizza il suo sogno nel cassetto dirigendo il prequel di Amici miei (1975), classico della Commedia all’italiana che già ebbe due seguiti a firma di Mario Monicelli e Nanni Loy. Con 3550 comparse utilizzate in tutto il film e un set edificato su un’area di oltre 20000 metri quadrati nella quale sono stati ricostruiti vicoli, palazzi, case, strade e stalle, dimostra, supportato dal notevole sforzo produttivo operato da Filmauro, che nell’Italia del XXI secolo è ancora possibile sfornare veri e propri kolossal in costume che si distacchino dalle fiction tv d'ambientazione storica caratterizzate dal risibile look proto-recita scolastica. Ma, in ogni caso, anche se lo script funziona a dovere, per poter sfoggiare il proprio sorriso dinanzi agli scherzi al vetriolo orchestrati da De Sica e compagni bisogna essere opportunamente forniti del cinismo di stampo toscano già alla base dei due precedenti sequel, dai quali, da bravo artigiano fiorentino, Parenti recupera pienamente lo spirito. Oltre al poco incalzante ritmo narrativo.

6

Che voto dai a: Amici Miei - Come Tutto Ebbe Inizio

Media Voto Utenti
Voti: 25
3.2
nd