American Dreamz, la recensione del film con Hugh Grant

Una satira feroce e gustosa contro la televisione americana. La recensione del film con Hugh Grant e Dennis Quaid

American Dreamz, la recensione del film con Hugh Grant
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Il vero sogno americano

Quando ormai sembrava che la lama delle feroci critiche agli Stati Uniti si stesse ritraendo, American Dreamz approdando al cinema non demorde e affonda il coltello ancora più in profondità, attaccando ciò che di più caro hanno nella terra di Hollywood: la televisione.Lo show più visto d'America, American Dreamz appunto, condotto da un esilarante quanto odioso Martin Tweed (Hugh Grant) sta per cominciare la nuova stagione ed è così a caccia di nuovi talenti, aspiranti cantanti e ballerini in cerca di successo. Due i personaggi su cui si concentra la storia, Sally Kendoo (Mandy Moore) e Omer Obeidi (Sam Golzari), analizzando la spietata scaltrezza e fermezza della ragazza, crudele col suo povero fidanzato e l'insicurezza dell'arabo, incaricato di farsi saltare in aria una volta giunto in finale. Nel frattempo, alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti (interpretato da un fantastico Dannis Quaid) è alle prese con le proprie incompetenze e si rinchiude in camera intenzionato a capire, chiaramente invano, come vanno le cose nel mondo. La sua inettitudine farà disperare il Capo di Stato (un divertentissimo Willem Dafoe), la First Lady e tutti i media che lo crederanno in crisi ad un esaurimento nervoso. Il presidente necessita di pubblicità positiva, e il modo migliore per mostrarsi alla stragrande maggioranza della popolazione sarà presentarsi giudice supremo alla finale di American Dreamz, dando il via così alla più lunga serie di situazioni esilaranti della tv.

Performance impeccabile

Magistrale la recitazione degli attori "televisivi", un'interpretazione realistica al massimo, capace di dare ad ogni personaggio un vero volto umano e una punta di brutalità. La ricerca di una psicologia, lo studio minuzioso, l'analisi particolareggiata e curata con cui ci vengo presentati ci fanno capire che rappresentano figure reali, persone che contemplano la televisione e il successo in maniera così esasperata, quasi religiosa dimostrando la viziosità e l'indecenza che sta dietro a ognuno di loro.La comicità, seppur spesso più improntata ad una forma di demenzialismo, risulta raffinata, concisa e impeccabile. La divisione può essere fatta principalmente sui personaggi: quelli che si affrontano nello show sono ricercati, approfonditi e dimostrano il loro umorismo nelle situazioni, assolutamente verosimili in cui si vanno a cacciare. Dall'altra parte invece, il risvolto comico-demenziale deriva dai comportamenti dal presidente, decisamente esagerati, che fanno ricordare inequivocabilmente George Bush e danno al pubblico di che ridere.

Una critica che continua

Il tema critico d'altronde non è del tutto nuovo ai fratelli Weitz, già coinvolti nell'analizzare i diversi risvolti della società americana, presentando agli spettatori una realtà forse un po' caricata ma decisamente reale: American Pie (1999) aveva affrontato il tema così schivo e timido del sesso tra i giovani e l'aveva mostrato in quella chiave comica e quasi folle, affascinando ma colpendo a fondo il perbenismo e l'ipocrisia dei savi americani.In particolare questo film riprende in parte il tema di About A Boy (2002), che attaccava con una satira così attenta e categorica l'assurdità, la balordaggine dei reality show. American Dreamz non è da meno, anzi sembra quasi un confluire di tutti i lavori precedenti che sboccano, concentrandosi però sul mondo televisivo e "presidenziale", in uno solo.A livello di regia il film non offre particolari maestrie, è anzi caratterizzato da una camera tranquilla, non frenetica, che fa gustare il film senza impazzire. Semmai si può riconoscere l'abilità nel presentare una regia propria della tv che attribuisce a tutta l'opera una punta in più di realismo.

American Dreamz Un film divertente e spiritoso, ma allo stesso tempo vero e spietato, deciso a mettere in crisi quella macchina industriosa che è la TV, presentando agli americani cosa c’è dietro, la vera sfaccettatura della rete. Ogni aspetto sembra perfetto, partendo da un'idea geniale, ciò che ne deriva corona le aspettative. Dopo mesi di film assolutamente evitabili e scadenti finalmente un titolo interessante e affascinante. Un successo inaspettato, una pellicola decisamente da vedere che ci farà sentire orgogliosi di non essere americani.

7

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