Alone, la recensione del thriller

In viaggio per raggiungere la madre, una giovane vedova finisce nel mirino di un crudele psicopatico che non le dà tregua.

Alone, la recensione del thriller
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Jessica, vedova da pochi mesi, si trova ad affrontare un periodo di profonda depressione. Per cercare di dimenticare il recente e tragico passato decide, pur senza troppa convinzione, di traslocare per trasferirsi in pianta stabile dalla madre, che abita a molte miglia di distanza.
Nonostante i consigli dei parenti, che sarebbero andati a prenderla più che volentieri per sostenere un così lungo viaggio, la donna si mette alla guida della sua auto: la durata del percorso è di circa quattro giorni.
Durante il tragitto ha la malaugurata idea di superare una macchina nera che stava rallentando la sua corsa e che poco dopo cerca di mandarla fuori strada. Da quel momento, durante ogni sosta, Jessica nota come quella vettura la stia seguendo e scopre a proprie spese che l'autista alla guida del mezzo è in realtà un folle psicopatico, rapitore di giovani ragazze. E ora lei è finita nel suo mirino.

Fino all'ultimo respiro

Regista di base prettamente televisiva e autore su grande schermo di una manciata di b-movie, tra cui alcuni capitoli della saga di Universal Soldier, il figlio d'arte John Hyams realizza nel 2020 la sua opera più riuscita con Alone, un thriller ricco di suspense che non lascia un attimo di tregua allo spettatore.
Sin dal principio si respira un'atmosfera inquieta, già prima che il pericolo si manifesti nelle sue reali intenzioni e nelle dinamiche più tipicamente di genere. Il dramma personale vissuto dalla protagonista accende ulteriori sfumature drammatiche, anche se ben presto a dominare l'asse narrativo sarà il gioco del gatto e del topo che caratterizza la maggior parte della visione.
Diviso in diversi capitoli, quello che partiva come un amaro viaggio on the road diventa così un incubo a occhi aperti e la progressione nelle morbosità del villain vive in un crescendo fino a quell'evento clou che trasforma il film in un vero e proprio survival-movie ad altissima dose di tensione.

Quella casa in fondo al bosco

Certo, la sceneggiatura paga qualche forzatura e non tutti gli eventi sono propriamente credibili, finendo per ricorrere a quella tipica ingenuità nella gestione delle figure secondarie, che qui come in molte altre produzioni è atta esclusivamente a far continuare la narrazione, anche peccando di logica. Ma il merito di Hyams è proprio quello di dar vita a situazioni risapute in una maniera del tutto particolare, che generano a seconda delle occasioni un senso di ansia o di spaesamento che aumenta l'immedesimazione con il personaggio di Jessica.
In Alone gli stereotipi vengono quindi sfruttati con intelligenza e la disperata fuga nella foresta, tra fiumi in piena e la natura selvaggia che funge sia da nascondiglio ma anche da pericolosa prigione per chi non conosce sentieri o strade per far ritorno sulla retta via, diventa il focus dell'ora e mezza, fino a una resa dei conti finale tanto telefonata quanto efficace ai fini di una pura, liberatoria, catarsi.
Perché nei minuti precedenti, complici sia lo sguardo pieno di terrore di Jules Wilcox, sia l'impassibile volto privo di emozioni di un perfetto Marc Menchaca, si respira un'apprensione sana e genuina, che lascia senza fiato e senza respiro.

Alone Una giovane vedova si mette in viaggio per trasferirsi dalla madre, ma durante il tragitto ha la sfortuna di incrociare la propria strada con uno psicopatico serial-killer che non le darà tregua. Un plot lineare per un thriller carico di una tensione a tratti esasperata, capace di sfruttare i cliché con intelligenza e di utilizzare i vari contesti ambientali in maniera furba ed efficace. L'immensa foresta che fa da sfondo alle fasi da survival-movie, che caratterizzano gran parte della visione, diventa così sia trappola che rifugio e pur al netto di un paio di forzature la sceneggiatura funziona a dovere nella sua semplicità. Alone può inoltre contare sulla solida regia di John Hyams, mai così in forma sul grande schermo, e sulle solide interpretazioni dei due protagonisti, entrambi perfetti nei rispettivi ruoli di potenziale vittima e crudele carnefice. Il film andrà in onda domenica 25 aprile alle 21.20 su RAI4 in prima visione assoluta.

7.5

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