Recensione Alien VS Predator 2

Seconda occasione per i due mostri più famosi del cinema

Recensione Alien VS Predator 2
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Alien VS Predator: nemici da vent'anni

Tutto iniziò nell’ormai lontano 1988, quando la casa editrice americana Dark Horse decise di pubblicare un adattamento a fumetti dedicato ad Alien, saga horror/fantascientifica ormai passata alla storia. Contemporaneamente si pensò di seguire la stessa strada anche per Predator, altro film di culto dell’epoca, con risultati eccellenti. Entrambi i brand furono riscoperti e iniziò tutta una serie a catena di sfruttamenti dei rispettivi marchi per dar vita ad un crossover a fumetti, Alien vs Predator per l’appunto, ad una serie di giocattoli e anche ad un seguito cinematografico per Predator, in cui troviamo un piccolo cameo dell’alieno creato dalla geniale e conturbante mente dell’illustratore svizzero H.G. Giger.
Forti del successo dell’operazione, negli anni, a intervalli di tempo quasi regolari, si continuò ad esplorare la possibilità di incrociare le due saghe, per lo più dal punto di vista videoludico, con l’uscita di vari titoli tra cui spunta senz’altro AVP2, il quale contro ogni aspettativa riuscì a ricreare l’atmosfera cinematografica pur mantenendo un’ottima sceneggiatura, dando prova che l’idea di base non doveva avere soltanto risvolti meramente commerciali.
Ma torniamo al mondo del cinema: il 2004 è l’anno della prima produzione cinematografica ufficiale dedicata ai due alieni, diretta da Paul Anderson, e purtroppo è risultata senza arte ne parte: una pasticciata battaglia tra i due alieni, con un Raul Bova nel mezzo, ma senza nessun elemento capace di appeal, costringendo a bollare l’intera operazione come una triste parentesi.
Riuscirà quindi questo Alien vs Predator 2 (Alien vs Predator: Requiem in USA, ma si sa che sono più bravi di noi col latino) a far dimenticare l’orrido predecessore e a ridare una dignità alla saga?

Sangue...

In prossimità del pianeta Terra, una nave Predator con a bordo un equipaggio di due membri più un terzo defunto, diviene vittima di un terribile incidente. Dal corpo del compagno morto fuoriesce infatti un Alien, il quale dopo essersi sviluppato non mancherà di fare mattanza dell’equipaggio, prima di precipitare sul nostro pianeta, nelle vicinanze di Gunnison, Colorado.
Mentre nel bosco il Predalien - tale la creatura sviluppatasi nel corpo del Predator - e numerosi facehugger catturati iniziano a modo loro a “inserirsi nella comunità”, sul pianeta natale dei mostri cacciatori viene rinvenuto un segnale di soccorso e presto uno di loro parte per rimettere le cose a posto e uccidere tutti gli esemplari fuggiti.
Prima che inizi il finimondo, vengono presentati numerosi personaggi, a partire da Dallas (Steven Pasquale), un giovane che fatica a condurre una vita onesta, suo fratello Ricky (Johnny Lewis), che corteggia con discreto successo la bella Jesse (Kristin Hager) e Kelly (Reiko Aylesworth), giovane soldatessa che al ritorno da una missione fatica a ritrovare il rapporto con la figlia.
Inutile dire che nel film si tratteggiano tali personaggi e le loro personalità quel che basta per poterli gettare nella mischia, in un disastro che coinvolgerà l’intera cittadina e attirerà ovviamente anche le attenzioni del governo.

Alien VS Predator: Requiem è un film onesto. I trailer e le varie informazioni a riguardo promettevano una brusca virata allo splatter, e il risultato è effettivamente un misto di azione e soprattutto violenza. Se considerata in questo senso, la pellicola è praticamente perfetta, un tripudio di sbudellamenti, morti (anche fantasiose), mutilazioni e botte da orbi tra i due veri protagonisti, Predator e Predalien. Inoltre, cosa da non sottovalutare di questi tempi, non si è voluto cedere al buonismo che imperversa nel mondo del cinema, non solo subendo un VM18 per il non voler censurare alcune scene, ma anche per aver violato numerosi tabù (non è obbligatorio che i bambini si salvino sempre, d’altronde...).
A questo si aggiunge un cast che vede forse il volto più conosciuto in Reiko Aylesworth (coprotagonista di due serie di 24), e che in generale, per quanto irrilevante, si comporta in maniera dignitosa.
Volendo però fare un passo indietro, e osservando il quadro nel suo insieme, siamo alle prese con l’ennesimo film a basse pretese, che non fa niente per svincolarsi dal minimo sindacale necessario per essere coerenti con il titolo. Peccato, perché bastava avvicinarsi alle più riuscite interpretazioni della saga, e ispirarsi ai precedenti cinematografici di pregio, per produrre qualcosa di meglio del solito polpettone splatter, il quale, per quanto ben riuscito, resta sempre fine a se stesso. Ma anche prendere spunto, al giorno d’oggi, pur quando si dovrebbe, sembra una cosa sempre più difficile...
Di quel che resta, vanno ad onor di cronaca citati gli effetti speciali, ben riusciti e apprezzabili nel complesso, e anche la regia, che evita di far vedere troppo ma non per questo rende incomprensibili i momenti più concitati (a parte un paio di eccezioni). Pregevole il fatto che molte inquadrature siano un omaggio ai vecchi film, con richiami neanche tanto nascosti a scene rimaste nell'immaginario collettivo.
Peccato però che l’elemento tensione rasenti lo zero assoluto, ma come già ampiamente sottolineato, la pellicola ha come unico obiettivo riempire lo schermo di "gore".

Alien VS Predator 2 Questo Alien VS Predator 2 è molto semplice da inquadrare. Preso come film in generale non è altro che l’epopea dello splatter, e come tale classificabile tranquillamente come film di serie B. D’altro canto gli amanti del genere (e quelli delle due saghe, ovviamente) non resteranno delusi perché in tal senso il film si configura come estremamente appagante, dall’inizio alla fine. Pertanto gli appartenenti a quest’ultima categoria possono benissimo aggiungere punti a discrezione al voto finale e andare tranquilli al cinema di fiducia; tutti gli altri girino pure al largo.

5

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